ii.

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Erano passati due giorni da quell'incontro, ma Rosinante non era tornato, forse aveva fatto il giro di altre locande. Oko quel giorno indossava una maglia con la scollatura a barca, le maniche a tre quarti a palloncino a righe verticali bianche e nere, e una gonna a campana avita alta, giallo ocra. I capelli erano di nuovo legati, di solito quando lavorava li raccoglieva in una coda alta per comodità. Stava risciacquando le posate e i piatti utilizzati per la colazione di alcuni clienti, quando la porta si aprì. Oko sollevò lo sguardo e per un attimo credette si trattasse di nuovo di Rosinante, perché l'uomo davanti a lei era alto, forse perfino più dell'altro. Biondo anche lui, con un paio di occhiali da sole dalle lenti porpora a celargli lo sguardo. L'espressione sul suo volto era seria, quasi annoiata. Indossava dei pantaloni bianchi da pescatore dalle estremità con fantasie bordeaux, sui pantaloni portava una camicia nera a maniche lunghe, chiusa, con una cravatta bordeaux. Anche sulle sue spalle c'era una voluminosa pelliccia, ma la sua era rosa fenicottero. Non c'era dubbio che anche quell'uomo appartenesse alla Donquijote Family. Non era da solo, era seguito da un altro uomo, molto meno attraente, con spettinati capelli neri, aria trasandata e perfino del disgustoso moccio al naso.

Non la degnarono di uno sguardo, andarono a sedere ad un tavolo più appartato e, accavallando le gambe, cominciarono a discutere di qualcosa. Oko si avvicinò cauta, sperando di non disturbare in una faccenda importante.

"Gradite qualcosa, signori?"

L'uomo biondo si sistemò meglio contro lo schienale della sedia e le lanciò un'occhiata annoiata da dietro gli occhiali scuri.

"Il liquore migliore che c'è in questo posto".

Oko abbassò la testa.

"Subito."

"Anche qualche manicaretto" aggiunse l'altro.

"Certamente".

Serviti i due uomini che continuarono ad ignorarla e non smisero neppure di discutere quando lei tornò con le ordinazioni, Oko si rifugiò dietro al bancone. Ogni tanto i suoi occhi verdi e castani saettavano sulla figura dell'uomo dai capelli biondi. C'era qualcosa in lui che l'attirava tantissimo, forse il suo atteggiamento, emanava potenza e fermezza. Ogni tanto rideva divertito per qualcosa e reclinava un po' il capo.

"Fufufufufufu..."

Alla fine entrambi si alzarono e lui calò le mani nelle tasche dei pantaloni bianchi, mentre l'altro uomo lasciò il saldo del conto sul tavolo. Uscirono ignorandola, nuovamente presi da un qualche discorso interessante. Oko si avvicinò al tavolo a raccogliere il denaro, stupita che le avessero lasciato perfino la mancia. Guardò i soliti clienti abituali intenti a giocare a carte a qualche tavolo di distanza e attirò la loro attenzione.

"Scusate, signori... sapreste dirmi chi fossero i due uomini che se ne sono appena andati?"

"Il capitano della Donquijote Family, Donquijote Doflamingo, e un suo ufficiale, Trebol."

Oko fece vagare lo sguardo sulla porta ormai chiusa, vagamente interessata.

"L'uomo biondo era Donquijote Doflamingo?"

"In persona. Il fratello maggiore di Rosinante".

Quelle che non erano altro che tipiche chiacchiere da bar, instillarono invece morbosa curiosità nell'animo della ragazza, che si trovò a sperare di rivedere almeno uno dei due fratelli per scoprire qualcosa di più.

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Rosinante era tornato più volte alla locanda 'Luna Blu'. Aveva interagito con la giovane locandiera come meglio riuscivano, a gesti e risate. Un giorno, però, i bambini della ciurma se n'erano accorti e adesso lo tormentavano per quel motivo. Seduto nel salotto della Numancia Flamingo, con una sigaretta tra le labbra, cercava di leggere una rivista di biologia sulle creature marine presenti in quelle acque, mentre Baby 5 e Sugar saltellavano e facevano il girotondo lì intorno.

"Rosinante vuole sposare una femmina! Rosinante vuole baciare una femmina!" lo prendevano in giro divertite. "Rosinante torna lì tutti i giorni per lei!"

L'uomo lanciò loro un'occhiata tagliente e intimidatoria e i bambini lanciarono strilli e scapparono via dalla stanza, per paura che facesse loro del male. Rosinante in realtà si faceva temere dai bambini per scoraggiarli dall'entrare a far parte della ciurma di suo fratello, per salvarli da quel tipo di vita. Non sempre i suoi sforzi riuscivano, però, e allora cercava di proteggerli da lontano come meglio poteva.

Egli in realtà era un Marine sotto copertura, si fingeva muto per essere ancora più insospettabile. Lì a Water Seven, utilizzava la Luna Blu per scambiare informazioni con alcuni membri del Governo. Era per questo che ci tornava così spesso, tuttavia i bambini con la loro ingenuità gli avevano fornito una nuova copertura, una sorta di alibi. Alla Luna Blu c'era sul serio una ragazza tanto carina a lavorare come locandiera, quindi poteva lasciare che credessero a questa storia. Che tornasse lì per vedere Oko. Non si aspettava, però, che i bambini nonostante avessero paura di lui si facessero così tanto coraggio da prenderlo in giro a gran voce e tormentarlo per la sua presunta cotta, facendo giungere quella voce a suo fratello maggiore e a mettergli infine la pulce nell'orecchio.

Doflamingo infatti entrò nel salotto scansando i bambini che gli corsero intorno e poi sgusciarono via dalla stanza, e avanzò fino ad una vetrina piena di bottiglie di vino. Ne stappò una e riempì due calici. Uno lo porse a Rosinante, con l'altro stretto tra le dita prese posto su una poltrona libera, accavallando le gambe e mettendosi comodo per gustarselo.

"È vero quello che dicono i bambini?" gli domandò. Rosinante sollevò lo sguardo dalla rivista di biologia e sostenne lo sguardo del fratello. Con aria da duro aspirò fumo dalla sigaretta, ma qualche cicca cadde sulla pagina della rivista, facendo sprigionare un po' di odore di bruciato.

Doflamingo non si scompose mentre il fratello tentava di spegnere la pagina fingendo indifferenza, mantenendo la sua aria cool. Il maggiore fece muovere la caviglia e si portò il calice di vino alle labbra.

No, i bambini si divertono a creare storie gli rispose alla fine Rosinante nella lingua dei segni, dopo aver scongiurato l'ennesimo incendio all'ordine del giorno per colpa sua.

"La Luna Blu, eh? Ora che ci penso ci sono stato con Trebol qualche mattina fa. Credo di aver visto questa locandiera. Lunghi capelli neri, fisico aggraziato se non ricordo male. Ammetto di non averci badato più di tanto, ero preso a discutere di affari e, come sai, fratellino, gli affari sono affari e vengono prima di tutto, fufufufufu" ridacchiò, leccandosi poi le labbra. "Però sono curioso di vedere meglio questa donna che ti piace. Potrai portarla con te e farla entrare nella nostra famiglia, se lo desideri. Sai che voglio il tuo bene e che tu sia felice".

Rosinante si strinse nelle spalle. Ovviamente non aveva motivo di stravolgere la vita di una giovane ragazza innocente, la cui unica colpa era quella di lavorare nella locanda che era stata scelta come ritrovo per le spie del Governo e i Marines sotto copertura come lui.

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora