iv.

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Nami entrò in cucina pensierosa; aveva notato che l'uccello postino oltre alle riviste e il quotidiano aveva anche lasciato una lettera indirizzata a Sanji. Lui se l'era rigirata tra le mani curioso, poi l'aveva infilata nella camicia e si era comportato come se niente fosse. L'aveva visto allontanarsi in silenzio, con la sigaretta tra le labbra, che si dileguava per l'appunto in cucina.

La navigatrice si era domandata se fosse tutto a posto; se fosse stata la sua famiglia a scrivergli, magari sua sorella, unica componente che non odiava e che lo aveva trattato come un fratello. Però aveva dovuto mettere da parte quei pensieri intanto che cambiavano rotta verso Amazon Lily. Una volta che la Sunny cominciò a salpare l'onda, e stabilizzato il log-pose, Nami poté finalmente raggiungere Sanji. Lo trovò seduto al tavolo con la lettera aperta. Si reggeva la fronte con una mano, pensieroso, e le ciocche di capelli biondi gli celavano lo sguardo, non permettendole di scorgere alcuna espressione sul suo viso. Però, a giudicare dalla pesantezza delle spalle, sembrava stanco.

"Sanji-kun, stai bene?" gli domandò cauta.

Lui alzò il capo e sgranò appena gli occhi. Poi, con una certa indifferenza, richiuse la lettera.

"Sì, credo. Nami-san, posso fare qualcosa per te? Vuoi che ti cucini qualcosa? O forse preferisci bere un tè? O una spremuta di arance?"

"No, ti stavo cercando. Mi sei sembrato pensieroso prima, e volevo accertarmi che stessi bene. Notizie da tua sorella?" gli domandò francamente facendo un cenno verso la lettera. La carta da lettera usata era sui toni del rosa chiaro, dunque aveva dato per scontato che fosse di Raijuu***.

Sanji sollevò lo sguardo su di lei, in modo strano, più strano del solito. Per un attimo vi scorse quasi una sorta di imbarazzo o timidezza, e fu in quel momento che una rivelazione la colpì. Quell'espressione era di qualcuno che non sapeva come dirle di aver preso un granchio, che quella lettera rosa e femminile non era di sua sorella ma di un'altra donna. Il nome di Pudding aleggiò nella sua mente, facendole contorcere lo stomaco come non avrebbe mai creduto.

"Oh, non deve per forza essere di tua sorella in effetti. Con tutte le donne con cui ci provi! Quella sarà certamente di Pudding".

"...Nami-san, sei gelosa?"

"Ti pare" replicò frettolosamente lei, alzandosi in piedi poggiando i palmi della mani sul tavolo. Si sforzò di sorridere. "Meglio così, allora stavi solo sognando ad occhi aperti. Meglio questo che qualche brutta notizia!"

Fece per andarsene quando uno scossone della nave le fece fare un urletto, mentre fuori cominciavano urla concitate ed esagitate tra il terrore di Usopp e il divertimento di Luffy. Nami sbiancò spaventata quando gli scossoni si ripeterono.

"Neanche finiamo di cambiare rotta ed ecco che già iniziano i problemi!" esclamò allarmata, ma Sanji si era prontamente alzato e stava già correndo fuori per dare una mano. Un mostro marino stava cercando di attaccare la nave, senza sapere che sarebbe diventato presto la cena. Nami fece per seguire il compagno di ciurma, quando si accorse che aveva lasciato la lettera sul tavolo. Fu percorsa da mille pensieri.

Non posso leggere la sua lettera. Non sono affari miei. Ma sono mai stata una brava ragazza? Sono una ladra. Mi chiamano la gatta ladra per un motivo e non mi sono mai preoccupata di rubare alla gente. Questo è proprio il genere di cose che non mi preoccuperei di fare.

L'attimo dopo stava leggendo velocemente il contenuto della lettera.

Al diavolo i sensi di colpa! Sanji-kun ci ha tenute nascoste troppe cose ed io non mi fido più come prima! Adesso ho sempre la sensazione che sia sul punto di andarsene e dirci addio. Sono tormentata da tutti quegli incubi per colpa sua. Voglio solo essere sicura che non abbia per le mani un motivo per fargli abbandonare di nuovo la ciurma.

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora