ii.

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Stavamo camminando da un bel po' di tempo, ed eravamo finalmente riusciti a entrare nei recessi più antichi delle Grotte dei Miracoli, sperando ovviamente di essere sul sentiero fortunato. Io avevo preferito cambiarmi i vestiti, dato che lì avrebbe fatto sicuramente freddo, così avevo infilato un paio di jeans scuri e stretti, con ai piedi degli stivaletti senza tacco e un pullover blu cobalto sopra una maglietta bianca. Avevo lasciato i capelli sciolti, e spesso portavo una ciocca dietro un orecchio quando sollevavo il capo a guardare il soffitto della grotta.

«Questo posto è bellissimo. Non ho mai visto delle grotte così. Le stalattiti hanno riflessi sublimi. Secondo voi dove saranno le creature pericolosissime di cui narra la leggenda?»

Zoro ghignò.

«Non lo so, ma è meglio tenersi pronti».

Anche Brook annuì convinto.

«Vero, sarà meglio che teniate gli occhi aperti. Lo farei anch'io, se ancora ce li avessi! Yohoho!»

Sospirai profondamente, cercando di mantenere la calma. Più di un'ora di cammino e ne avevo già fin sopra i capelli delle battute idiote dell'altro, per non parlare delle puzzette che ogni tanto infestavano l'aria. Fissai l'ampia schiena di Zoro mentre lui si assicurava su una spalla lo zaino con i viveri che avevamo portato con noi e, nel mentre, mi guardavo intorno con aria dubbiosa.

Zoro sembrò captare la mia incertezza.

«Sei sicura che sia questa la strada giusta?»

«Certo che sì, Zoro, puoi fidarti...»

Brook si toccò il mento con le dita ossute.

«C'è un'ottima acustica qui, sapete? Vorrei provare a suonare il mio violino» commentò, sfilandolo dalla custodia che si portava in spalla e preparandosi all'atto. Mi voltai appena per lanciargli un'occhiata di sbieco.

«Ne sei proprio convinto?»

«Assolutamente sì, milady».

«Zoro, tu che ne pensi?»

«Per me può fare quel che gli pare. Anzi, se magari le creature pericolose di cui blatera Nami si accorgono di noi potremo finalmente combattere contro di loro!»

Parlare di prudenza con Zoro era una causa persa, avrei dovuto immaginarlo. Era pur sempre l'uomo che, quando l'avevo conosciuto, stava disputando con lo sfortunato compagno chi dei due avrebbe dovuto mozzarsi la mano.

Mi strinsi nelle spalle pensando che, a quel punto, era meglio sentirlo suonare piuttosto che dire idiozie e fare pessime battute sulle parti mancanti del proprio corpo. Brook intanto aveva iniziato a eseguire un motivetto orecchiabile, e la sua eco si perdeva tra gli anfratti della grotta. Era piacevole, ma poi rovinò tutto intonando una canzoncina dedicata a me.

«Occhi intensi come il mare più profondo, seno alto e sedere tondo, capelli lucenti dai riflessi di diamante, ti prego, posso vedere le tue mutan

Mi misi fulminea nella posizione da combattimento della gru e sollevai una gamba, calciandolo sotto al mento con tutte le mie forze, mandandolo a terra mentre lui cercava di tenere sollevato il violino per non danneggiarlo. Zoro ridacchiò soddisfatto, incrociando le braccia sul torace, e io mi voltai a guardarlo infuriata.

«E tu gli permetti di rivolgersi così alla tua donna?!»

«Eh? Credi davvero che debba preoccuparmi di uno scheletro tutto ossa?»

Sia io che Brook mugugnammo un "che insensibile" sotto voce, io perché a Zoro non davano fastidio le avances di Brook, e lui, mentre si rimetteva in piedi e sistemava il completo nero che indossava come se nulla fosse accaduto, perché gli aveva dato dello "scheletro tutto ossa".

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora