ii.

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Dopo il pranzo, Hancock cercò di darsi da fare per rendere quella catapecchia un po' più funzionale alla loro permanenza. Puntò le mani sui fianchi e si guardò intorno, domandandosi da cosa cominciare. Il suo bellissimo vestito lungo e giallo si sarebbe come minimo sporcato, pensò con un sospiro. Di solito lei aveva delle serve che si occupavano di tutto, della pulizia e della manutenzione giornaliera del palazzo.

"Coraggio, Hancock, sono solo due stanze, pochi metri quadri. E poi hai vissuto in condizioni peggiori, quella che sembra ormai una vita fa..." pensò, socchiudendo gli occhi e scacciando via quei ricordi dolorosi.

Da un po' di tempo, ormai, ogni volta che quei ricordi dolorosi tornavano a galla, venivano spazzati via dall'immagine del volto sorridente di Luffy. Forse apparentemente non vi era alcun nesso tra le due cose, ma in fondo uno Hancock lo aveva trovato: c'era sempre almeno un motivo per sorridere, un ricordo bello con cui combattere uno brutto, qualcosa che riempiva il cuore di calore anziché del freddo gelo della sofferenza.

Così, canticchiando, fu proprio per Luffy che cercò di trasformare quel capanno puzzolente in un nido d'amore, mentre il ragazzo era andato a procacciare qualcosa per la cena, che Hancock si sarebbe cimentata a cucinare.

«Sono così felice, è tutto perfetto!» esclamò congiungendo le mani a mo' di preghiera con espressione sognante.

Aveva sollevato il vecchio materasso e lo aveva portato fuori per fargli prendere un po' d'aria. Lo aveva calciato ripetutamente, non avendo un battipanni a disposizione, per ammorbidirlo un po' e per renderlo meno sformato, visto che si sfondava verso il centro. Si era spinta fino al fiume e aveva raccolto due secchi d'acqua.

«Non avrei mai pensato di vederti così» commentò una voce proveniente da sopra un albero.

Hancock, distratta dalle sue mansioni e persa nelle sue fantasie d'amore, sollevò di scatto il capo e assottigliò lo sguardo, indurendo l'espressione del viso. Tuttavia aveva subito riconosciuto la voce della vecchia Nyon.

«Si può sapere che cosa sei venuta a fare fin qui?!»

«Dovresti ringraziarmi! Sono venuta ad accertarmi che tutto stesse filando liscio. Lo sai come la penso, non saresti dovuta venire qui con lui, è troppo pericoloso: potrebbero riconoscervi».

Hancock fece un'espressione scocciata e ripensò alle parole che Nyon le aveva rivolto poco prima di partire.

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«Questa missione dev'essere segretissima, Hancock. È meglio se il Governo non venga a sapere nel dettaglio cos'è che fai, la posizione di un membro della Flotta dei Sette è sempre così labile! Se scopriranno che stai cercando di diventare ancora più forte di quel che sei già, ti vedranno ancor di più come una minaccia! Ascolta le mie parole: voi siete temuti e non passerà tempo prima che il Governo vi giochi un tiro mancino e vi faccia catturare uno dopo l'altro con qualche scusa. Dovrai partire in segreto e non farti riconoscere da nessuno».

«Non sottovalutarmi, stupida vecchiaccia: se qualcuno dovesse riconoscermi non potrà raccontarlo a nessuno, dato che lo trasformerò in nuda e fredda roccia. Ora parliamo di cose serie: hai racimolato la somma di berry richiesta da Tsutomu?»

Nyon annuì con aria grave.

«Abbiamo venduto diverse statue d'oro per raggiungere la somma del compenso che ha chiesto Tsutomu in cambio della ricetta dell'elisir di bellezza e di lunga vita. Sei ancora sicura di volerla proprio ottenere?»

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora