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Era mattina, quando alcuni scossoni fecero aprire gli occhi di Ace e Irma. Lui scattò prontamente a sedere, scompigliandosi i capelli e guardando attraverso l'oblò della stanza. Irma lo imitò, stropicciandosi gli occhi.

«Siamo sotto attacco...» mormorò lei, con voce rassegnata, alzandosi frettolosamente dal letto e infilando le scarpe. Ace assottigliò lo sguardo.

«Non mi sembra la Marina. Saranno dei cacciatori di pirati» concluse, afferrando il cappello e calandoselo sulla testa. Infilò gli scarponi.

«Sono qui per me, senza dubbio. Non credo che sappiano della tua presenza a bordo, Ace».

«Già, anche perché ci penserebbero due volte, prima di attaccare così alla leggera un membro della ciurma di Barbabianca. E poi... arrivare qui con una misera nave? Avranno una bella sorpresa» commentò, mentre correvano per il corridoio dell'Elegy, salendo le scale che li avrebbe condotti sul ponte. Il resto della ciurma pareva essere già in fermento.

«Ai cannoni!» urlò Singer Will, poiché la nave nemica era troppo distante per attuare un arrembaggio.

Irma gli corse incontro.

«Capitano! Ci penso io!» esclamò, perché i consueti sensi di colpa per quell'ennesimo attacco iniziavano già a farsi sentire. Avrebbero dovuto nuovamente spendere denaro per aggiustare la nave, visto che alcuni colpi di cannone aveva danneggiato la fiancata esterna e avevano aperto qualche falla. Singer Will assottigliò gli occhi verdi.

«Li spediremo sul fondo del mare» disse sicuro.

Ace aveva già le braccia infuocate.

«Posso rendermi utile?» scherzò, e il solito ghigno gli illuminò il viso, e rallegrò il cuore di Irma come un lieto buongiorno. Annuì, ricambiando il sorriso determinato, mentre lei si fermava al parapetto della nave, concentrandosi. Stava sfruttando le correnti direzionali, con l'intenzione di creare un catastrofico tornado.

«Temporeggia...» si limitò a dire, lanciando un'occhiata ad Ace.

Lui rise.

«D'accordo, ci andrò leggero. Sono curioso di vedere cosa sai fare... Mi hanno detto che hai scatenato il finimondo a Semitery» così dicendo, formò una croce con gli indici, scagliando delle vampate di fuoco verso la nave nemica. Quella sembrò accusare il colpo, poiché un piccolo incendio cominciò a divampare.

Irma sbuffò.

«A questo punto bastava che usassi il tuo pugno di fuoco. Non ti chiamano così per questo? Hai fatto fuori cinque navi in un colpo solo...» commentò, mentre lui rideva più forte.

«Non è colpa mia se si presentano qui con una misera barchetta. Sono abituato ad altro».

Irma sgranò un po' gli occhi scuri, spingendo in avanti un gigantesco tornado. Un forte vento minacciò il loro equilibrio, mentre la tromba d'aria che lei stava accuratamente dirigendo e tenendo lontana dall'acqua per evitare che diventasse una tromba marina, si allontanava a tutta velocità verso i nemici.

«Che spettacolo!» esclamò Ace, rinunciando a mantenere il cappello, che gli era ormai scivolato sulla schiena. Un ultimo colpo di cannone regalò un violento scossone all'Elegy, e i due ragazzi sentirono alcuni uomini della ciurma imprecare per il danno subito. Intanto, il tornado si era abbattuto con violenza sulla nave nemica, e la stava riducendo a pezzetti. A peggiorare la situazione, l'incendio provocato dall'attacco di Ace, si levava sempre più alto, e aveva iniziato a vorticare, diventando un tutt'uno con il tornado.

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora