Alla fine, i due mesi passati insieme finirono e la Donquijote Family sarebbe ripartita l'indomani all'alba. Doflamingo gliel'aveva detto una sera che era passato da casa sua per salutarla. Erano usciti in cortile a fare due passi, la luna era alta nel cielo e il cielo sereno. Oko gli era crollata a piangere addosso, con singhiozzi incontrollati.
"Ti prego, non partire!! Se parti non ti rivedrò mai più, di questo ne sono sicura!!"
Doflamingo restò immobile a lasciarla sfogare, con le mani calate nelle tasche dei pantaloni bianchi, incurante che Oko gli stesse bagnando la camicia nera con calde lacrime. Gli stringeva la stoffa tra le dita e piangeva forte.
"Doflamingo!! Non voglio lasciarti! Ti amo troppo!!"
"Colombina...Purtroppo l'Aqua Laguna si avvicina e noi non possiamo rischiare di tardare troppo la nostra partenza. Ho degli affari importanti da sbrigare che mi porteranno via un po' di tempo. Però, dopo, tornerò a prenderti".
Lei continuò a singhiozzare, inconsolabile.
"Non è vero... lo sai anche tu!! Ti dimenticherai di me! Ti troverai qualche altra donna in qualche altra isola!!"
Doflamingo le strinse un po' le spalle e l'allontanò per farsi guardare in viso.
"Purtroppo l'affare che devo sbrigare è piuttosto delicato e non voglio che tu ne sia coinvolta. Resta qui, tornerò a prenderti, Colombina, su questo ci puoi giurare. Ti darò la vita che hai sempre sognato, ti porterò a Dressrosa, che è tra le mie mire, e quando sarà mia, tu sarai una regina".
Oko si calmò un po' di fronte a quelle promesse che lui le stava ora sussurrando con tono convincente. Sembrava sincero. Oppure era lei ad essere troppo disperata e ad aver bisogno di crederci. Doflamingo le strinse il viso tra le mani e si piegò a baciarla. Oko accolse le sue labbra tra le lacrime, le impedivano perfino di vederlo bene in viso ma sentiva il suo profumo di colonia.
Le lacrime erano talmente grandi e talmente pungenti che le impedivano di aprire gli occhi, le bruciavano. Così rimase con gli occhi strizzati coprendo le mani di Doflamingo, ancora attorno al suo viso, con le proprie.
"Giuramelo...! Giurami che tornerai perché sei pazzo di me! Perché io lo sono troppo, sono troppo pazza di te!! Ci perderò la testa!!"
Lui ghignò malizioso.
"Lo sai che sono pazzo di te. Abbiamo passato insieme due mesi favolosi! Pensi davvero che voglia cedere a qualcun altro una donna così? Non solo così bella, ma appassionata...Fufufufufufu, Oko! Non hai bisogno di giuramenti! Io ti ho trovata e adesso sei mia!" esclamò quasi estasiato, col suo sorriso diabolico.
Ecco cos'era, un diavolo fatto uomo, eppure Oko non poteva immaginare di lasciarlo andare. Lo avrebbe baciato per tutta la notte se avesse potuto.
Dolce...caro... di' la tua bugia...!
Si asciugò gli occhi, tornò a guardarlo finalmente in viso. Lo afferrò per la cravatta bordeaux e lo costrinse a sporgersi nuovamente verso di lei per baciarlo, questa volta ad occhi aperti, per imprimersi bene nella mente la linea delle labbra, quella del naso, il mento lievemente appuntito. Sarebbe rimasta sola per sempre? Avrebbe mai trovato qualcuno capace di farle dimenticare Doflamingo e il modo in cui l'aveva fatta sentire quei due mesi?
Forse avrebbe potuto avere altri mille amori, ma lo spettro del viso che si sarebbe sovrapposto ad ogni nuovo bacio, sarebbe stato questo che stava vedendo adesso: un viso appuntito, un colletto di camicia nera e il nodo di una cravatta rossa.
Poi Oko avrebbe chiuso gli occhi e lo avrebbe dimenticato.
.
.
.Sei mesi dopo.
Oko era seduta sul treno marino, stava tornando a Water Seven dalla città di San Faldo, a circa un'ora e mezza di distanza. Nobuki-sama era stata nuovamente il suo sostegno, il suo pilastro in quella nuova fase della sua vita. Era sinceramente fortunata ad avere accanto questa donna, per lei ormai era come una madre.
Guardò fuori dal finestrino lasciandosi cullare dal rumore bianco del treno, e con una mano si accarezzò la pancia dolcemente arrotondata, al punto che ormai fosse chiaro alla vista di chiunque che Oko era una donna incinta. Sperò di poter essere una figura stabile e importante per la sua bambina, così come Nobuki-sama lo era per lei. Circa un mese dopo la partenza di Doflamingo, la ragazza si era resa conto di avere un ritardo, che si era prolungato al punto di diventare sospetto, accompagnato da diversi dolori. Nobuki-sama allora l'aveva accompagnata a San Faldo per una visita, per non destare chiacchiere inutili a Water Seven, e Oko aveva scoperto di essere in dolce attesa.
Uscita dalla stanza in cui era avvenuta la visita si era coperta il viso con le mani e aveva pianto. Non perché fosse triste per la gravidanza, certo, ne era un po' spaventata, ma non triste. Aveva pianto perché sapeva che avrebbe dovuto affrontarla da sola.
Inutile illudersi, Doflamingo non sarebbe mai tornato a prenderla.
"Che cosa farai?" le aveva chiesto Nobuki-sama, mentre tenendola abbracciata e premendole la testa contro la propria, si erano incamminate verso la Blue Station.
"Terrò il bambino. È il mio, e merita amore. È tutto ciò che ho" tirò su col naso Oko.
Così, da allora, si recava a San Faldo per ogni visita e faceva ritorno a Water Seven. Ormai la gente lo sapeva, lei aveva messo su una storia, ovvero che avesse un fidanzato lì nella città del Carnevale. Alcuni le credettero, altri no. Nessuno però osò parlare oltre dell'argomento, e pian piano Oko poté realmente tornare alla sua vita.
Persa nei suoi pensieri guardava oltre il finestrino del treno marino, la vita che nuotava sott'acqua. Un uomo sulla sessantina si sedette davanti a lei, dato che pochi sedili erano rimasti liberi. Le fece un sorriso cortese.
"Felicitazioni".
Oko si riscosse e sorrise all'uomo, con gli occhi verdi e marroni che si illuminarono di una nuova luce. Fermò di nuovo una mano sulla pancia.
"Grazie!"
"Maschietto o femminuccia?"
Ormai Oko conosceva il sesso del bambino da un paio di mesi.
"Femminuccia".
L'uomo sembrò contento, probabilmente era un nonno che aveva già sperimentato le gioie di avere figli e nipoti.
"Ha già un nome?"
"No, ci sto pensando da un po'. Ce n'è uno che mi piace, ma non l'ho ancora mai detto ad alta voce. Ho paura che a pronunciarlo poi non mi convinca più" disse assorta. Furono distratti dal carrello delle bevande e manicaretti, e quando si fu allontanato, l'uomo rimase in silenzio a guardare dal finestrino.
"Fumi" disse Oko dopo un po'.
Lui la guardò confuso per un attimo, poi capì e sorrise di nuovo.
"Fumi è un nome molto carino. Con una mamma così dolce, sarà certamente una bambina fortunata".
E nessuno dei due poteva sapere quanto sarebbe stato vero.
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𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴
Fanfiction𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦 𝘴𝘶𝘪 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘨𝘨𝘪 𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘩𝘪𝘱 𝘥𝘪 𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘪ù. ; 𝐈 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐠𝐠𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞𝐧𝐧𝐢 #1 in Monkeydluffy il 10.08.2023 #1 in Sabo il 15.02.2024 #1 i...