ii.

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Boa Hancock aveva raggiunto Sandrose, un'isola corallina distante da Wano, grazie soprattutto alla velocità della scialuppa sulla quale aveva viaggiato. Del resto, la tecnologia faceva davvero tanto in un mondo come quello. Mantenendo un profilo basso per quanto possibile - e minacciando e pietrificando possibili spie quando non era possibile - la Principessa Serpente si celò al Governo, seguendo attentamente i quotidiani per avere tutte le notizie che potevano interessarla o riguardarla.
Ogni volta che il giornale veniva lasciato cadere dall'uccello postino sul balcone della camera d'hotel nel quale alloggiava, Hancock lo divorava alla velocità della luce, cercando il nome di Luffy, di Amazon Lily, del destino della Flotta dei Sette e degli altri flottari. Grazie al suo potere - che lei avrebbe definito bellezza fatale ma che in molti casi era più terrore per la sua crudeltà - era riuscita a mettere mani su informazioni interessanti circa l'unico ex flottaro di cui davvero le importava per la sua causa: Bartholomew Kuma. Aveva scoperto che era stato catturato e schiavizzato da un disgustoso Nobile Mondiale.
Solo a quel pensiero aveva ricordato gli anni di schiavitù che lei e le sue sorelle avevano patito, e si era ripromessa pertanto di salvarlo, sia per un'alleanza, sia perché odiava con tutta se stessa i draghi celesti.
Tuttavia, dopo l'attentato durante il Reverie, anche di Kuma si erano perse le tracce. Hancock però, sfruttando sempre il suo innato carisma, era riuscita a trovare e contattare Gervesin Ledivin, ovvero il fratello minore del Nobile Mondiale che aveva reso Kuma uno schiavo. Fortunatamente Ledivin non era che un imbecille, e per quanto lo odiasse e fosse segretamente inquieta all'idea di avere di nuovo a che fare con uno di loro, decise di organizzare un rendez-vous segreto.
Lo stolto cercava moglie, e tra mille candidate, Hancock pensò bene di provare a ingannarlo. Lo attirò dunque a Sandrose, e fissarono l'appuntamento
Il primo incontro avvenne in un bar molto chic: Ledivin si vantava di avere gusti molto raffinati. Era di aspetto spiacevole, con biondissimi e impomatati capelli lisci, occhietti piccoli, castani, labbra molto carnose e un naso storto, probabilmente doveva esserselo ripetutamente rotto. O qualcuno lo aveva fatto per lui, magari proprio il fratello più grande.
Seduti ad un tavolo bianco, intarsiato con ghirigori dalle forme sinuose e romantiche, Ledivin era visibilmente su di giri nel ritrovarsi di fronte una bellezza del genere.
"La bellezza della Principessa Serpente era conosciuta! Ma io mai avrei pensato di vederti dal vivo...! Qui, di fronte a me! E come candidata per il mio matrimonio!"
Hancock si schiarì la voce e mise su un'espressione adorabile, emozionata.
"Sai qual è la mia condizione, al momento, Ledivin... sono una fuggitiva. Potremmo ricavare entrambi qualcosa da questa conoscenza... la tua parola è legge, un Nobile Mondiale può far quel che vuole! Non correrei pericolo se fossi sotto la tua ala protettiva".
"Gugugugugu! Ed io avrei la moglie più bella di tutti i Mari! E, chissà, magari col tempo imparerai anche ad amarmi! Sono una persona magnifica, io!"
Hancock si costrinse a sorridere mentre dentro di sé tutto il suo essere inorridiva.
Vorrei ucciderti all'istante, odioso, orribile, schifoso pallone gonfiato! Ma devo ricordare che sto facendo tutto questo per le mie sorelle e la mia isola.
Doveva avvicinarsi all'uomo per poter scoprire dove fosse finito Kuma, per scoprire se almeno era ancora vivo. Sfortunatamente, però, Gervesin Ledivin non era del tutto stupido come sembrava: era chiaro che non si fidasse molto di Hancock, quindi qualsiasi altro discorso o altro appuntamento sarebbe stato rimandato a nozze convolate.
"Ma così, senza neppure conoscerci un poco?"
"L'hai detto anche tu che il motivo principale di questo matrimonio è un vantaggio reciproco. Avremo tutto il tempo per conoscerci bene, dopo... Gugugugugugugu"
Hancock, sorridendo carinamente, posizionò le mani a forma di cuore e ci guardò il suo volto attraverso.
"Mero mero mellow!"
Ledivin si pietrificò all'istante, con il sorrisetto malizioso ancora sul volto. Hancock sbatté i palmi delle mani sul tavolo e si sollevò col busto, sporgendosi verso di lui e guardandolo col volto sfigurato dall'ira.
"Quanto ti vorrei ammazzare proprio ora per levarmi di dosso quest'onta! La tua sola vista mi offende!"
Purtroppo dovette costringersi a calmarsi e non frantumarlo lì su due piedi. Così sedette di nuovo compostamente al suo posto, prese un gran respiro e si stampò un sorriso innocente e dolce sul viso, prima di annullare gli effetti del suo potere.

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora