iii.

252 14 0
                                    

La porta della Luna Blu si aprì e Doflamingo fece la sua comparsa. Era il primo pomeriggio, a quell'ora la locanda era vuota e Oko se ne stava seduta al tavolo più vicino al bancone, dopo aver convinto Nobuki ad andare a riposare un po' sul retro. La ragazza era intenta a sfogliare alcuni manifesti da ricercato, alla ricerca dei membri della Donquijote Family. Rosinante in quei giorni era stato quasi un cliente abituale, lei aveva scherzato molto con lui e avevano riso tanto insieme, soprattutto perché il pirata era super sbadato anche se fingeva il contrario, e questo aveva cominciato a divertirla tantissimo. Però, la sua curiosità e il suo interesse erano esclusivamente indirizzati verso il capitano della Donquijote Family e fratello maggiore di lui. Non era riuscita a carpire molte informazioni sull'uomo, ma di ritorno dal lavoro aveva visto ancorata al porto la sua imponente nave pirata, rosa fenicottero con la polena che rappresentava il collo e la testa di questo curioso animale, e che indossava perfino gli stessi occhiali da sole che aveva visto indossare a Doflamingo l'unica volta in cui l'aveva incontrato.

Per cui, Oko sgranò gli occhi e fu sinceramente sorpresa di trovarsi davanti proprio lui, con le mani nelle tasche e l'atteggiamento disinvolto. Lei si alzò frettolosamente in piedi e corse dietro al bancone, pronta a servirlo.

"Buon pomeriggio! Cosa preferisci?"

Doflamingo fece vagare lo sguardo su tutta la locanda, a quell'ora vuota, per poi tornare a puntarlo, da dietro le lenti, sulla giovane ragazza.

"Sei tu Oko?" si informò, raggiungendo il bancone e restando in piedi. Era altissimo, molto più alto di lei. Anche più alto di Rosinante, che lo era già spaventosamente.

"Sì sono io" confermò, interdetta.

Si chiese come mai conoscesse il suo nome e soprattutto perché glielo stesse domandando.

"Ho saputo che il mio fratellino è un cliente abituale di questo posto".

"Rosinante? Sì, viene spesso a bere qualcosa da noi".

"Credo che lui si sia preso una sbandata per te".

Oko a quelle parole arrossì un po'.

"Io...non saprei... non mi sembrava così..." cominciò a dire, ma lui la interruppe.

"Sono molto affezionato e molto protettivo nei confronti del mio fratellino, e non tollero l'idea che lui possa soffrire, capisci? Quindi, prima che rischi di spezzarsi il cuore, sono venuto a valutare la situazione di persona. Vorrei sapere da te se la sua infatuazione è corrisposta".

La guardava da dietro le lenti degli occhiali con espressione seria, fredda. Oko sentì un brivido lungo la schiena, ormai sapeva che Doflamingo fosse il capitano della ciurma e la sua fama era nota. Dalle poche informazioni ottenute chiedendo di lui in giro, aveva scoperto che la famiglia Donquijote era stata in passato una famiglia di Nobili Mondiali, ma il padre di Doflamingo e Rosinante aveva rinunciato a questo status. Sebbene fossero dunque Nobili decaduti o qualcosa di simile, la loro sola presenza ispirava rispetto e soggezione, o almeno questo era l'effetto di Doflamingo su Oko.

Abbassò per un attimo lo sguardo sulle sue mani ferme sul bancone, prima di risollevarlo coraggiosamente su di lui.

"Non c'è alcuna malizia nelle interazioni tra Rosinante e me. Di solito mi accorgo quando sono corteggiata, e posso assicurare che non è questo il caso. C'è una simpatia reciproca, che spero allieti la sua permanenza qui a Water Seven, ma niente di più".

Doflamingo si sporse un po' verso di lei.

"E se invece fosse realmente interessato a te? Lo faresti soffrire, sì o no?" le domandò con tono vagamente minaccioso.

Oko deglutì ma cercò di rispondere sinceramente.

"Non sarebbe mia intenzione farlo".

"Ho saputo anche che hai chiesto informazioni in giro sulla mia ciurma e i suoi membri, soprattutto su noi fratelli. Fufufufufu, Oko, vuoi forse nascondere il tuo tentativo di manipolare il mio fratellino e farlo cadere nella rete della tua bellezza tentatrice?"

Doflamingo adesso ghignò crudele, come se l'avesse colta con le mani nel sacco per qualcosa.

Oko arrossì un po' di più ma continuò a sostenere coraggiosamente il suo sguardo. Non era il tipo di ragazza che si faceva intimidire omettere a tacere così facilmente dalle persone. Lui intanto continuava a porle domande.

"Neghi forse di aver chiesto in giro informazioni su di noi?"

"Non lo nego".

"Quindi se non lo vuoi usare, sei interessata a lui. Lo farai soffrire, sì o no?"

Oko rispose con tono più basso, cauto e un po' in soggezione.

"È vero, sono interessata. Ma... se ti dicessi che non è Rosinante il fratello a cui sono interessata e per il quale ho chiesto informazioni in giro...?"

Oko sentiva il cuore battere più forte per aver dovuto esplicitamente ammettere di essere interessata all'uomo che la stava ancora squadrando intensamente dietro le lenti scure dei suoi occhiali eccentrici. Il sorriso di Doflamingo si fece compiaciuto. Poggiò le grandi mani sul bancone e si sporse leggermente verso di lei. Per un attimo Oko si ritrovò a guardargliele, aveva dita lunghe e curate.

"Così mi metti in difficoltà! Fufufufufufu" rise divertito. "Sei fin troppo bella perché questa tua confessione possa passarmi inosservata. Non mi metterai in un guaio col mio fratellino, vero? Non vorrei proprio crederti e poi scoprire che invece sarò stato io a spezzargli il cuore. Non lo perdonerei né a me, né a te".

Oko lo guardò in viso, era così vicino adesso e così ammaliante. Quelle parole dette con tono quasi dolce erano delle pure minacce, neppure tanto sottili, lo comprendeva bene. C'era qualcosa di crudele in quell'uomo, eppure se ne sentì soggiogata. Poco prima gli aveva detto di capire quando qualcuno la corteggiava e, improvvisamente, percepiva che Doflamingo stesse flirtando con lei.

"Non ho visto ammirazione di tipo romantico nello sguardo di Rosinante. Ma se per la mia sciocca curiosità verso di te io possa rischiare in qualche modo di ferirlo, allora sappi che mi dispiace veramente tanto".

Doflamingo sorrise ancora e si leccò il labbro inferiore.

"Se è davvero così, io tornerò qui".

Oko non replicò. Lui rise.

"Fufufufufu hai il viso rosso, eppure sostieni il mio sguardo. Mi piacciono quelle forti e appassionate come te".

Così dicendo si fece nuovamente indietro con la schiena, si allontanò dal bancone e ad Oko sembrò di tornare a respirare, come se fino a quel momento fosse stata vittima di un sortilegio. Lui calò le mani nelle tasche e lanciandole un'ultima occhiata maliziosa e divertita uscì dalla locanda. Rimasta sola, Oko dovette sedere nuovamente al tavolo, facendo strisciare appena la sedia contro il pavimento. Improvvisamente sentiva le gambe molli e lo stomaco agitato. Le sensazioni che provava erano miste: inquietudine, senso di pericolo, euforia, attrazione fatale.

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora