iv.

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Sono ferma sull'isola Crimson da più di una settimana, e sono riuscita a trovare lavoro in un locale, come geisha. Il proprietario mi ha prontamente assicurato che non si tratta di un locale a luci rosse, e in effetti non si trova neppure nel quartiere designato per questo genere di intrattenimento. Dobbiamo solo intrattenere gli uomini che vengono qui a passare la serata ridendo, facendo qualche moina e convincendoli a bere e sborsare denaro. Non avendo trovato di meglio, ed avendo una certa urgenza di guadagnare qualcosa e rimettermi in viaggio alla ricerca di Zoro, ho accettato questo lavoro.

Le mie colleghe mi hanno aiutata ad indossare un kimono un po' audace, con un lungo spacco laterale e le spalline scese, con maniche larghe e lunghissime, che sembrano strascichi. L'abito è color argento, di prezioso raso lucido, e l'obi che mi stringe la vita e mette in risalto il seno è d'oro e nero, che forma un fiocco sfarzoso simile alle ali di una farfalla sul retro. Ho attorcigliato i capelli sul capo e indossato una parrucca nera come la pece, con già montata su una particolare ed elaborata acconciatura da geisha. Ridacchiando e sparlottando dei clienti abituali, le altre geisha mi hanno dipinto il viso di bianco, con le labbra rosso ciliegia e dell'eyeliner ad allungare teatralmente la forma dei miei occhi. Con la matita infine mi hanno scurito il contorno degli occhi. Bella e irriconoscibile.

Le prime due serate vanno più che bene: gli uomini sono facili da gestire. La terza sera, però, entra nel locale un uomo seguito da due compagni, e l'atmosfera si fa immediatamente tesa e rigida. Mi avvicino di soppiatto ad una delle geisha, mentre lei regge in mano la bottiglia che dovrà portare al loro tavolo.

«Chi sono quei signori?»

La geisha rabbrividisce appena, rispondendo quasi a sussurri.

«Cerca di non attirare troppo l'attenzione! Quando Erozen Viggo varca quella soglia noi geisha cerchiamo tutte di non fiatare e non farci mettere gli occhi addosso».

«Per quale motivo?»

«Oh, quell'uomo è uno spregevole maiale. Purtroppo però è anche un criminale, e ha dalla sua parte un sacco di conoscenze e di corrotti del governo. È quasi intoccabile» sospira.

Lo guardo di sottecchi, sprezzante. Erozen Viggo è di statura alta e di corporatura imponente e robusta, con le spalle larghe e ben piazzate. Capelli corti e viola sulla testa, un codino sulla nuca. Indossa un completo giacca e cravatta viola, con sotto una camicia bianca.

Si comporta come se sia il padrone del luogo, o il pezzo forte della serata: ride sguaiatamente e siede al divano del suo tavolo con aria tronfia e sicura. Ordina il vino più costoso che hanno e alcune ragazze mi incoraggiano, o meglio, mi supplicano con lo sguardo, a farmi avanti, piazzandomi la bottiglia in mano.

Avanzo sicura al loro tavolo, con espressione misteriosa. Non ho certo paura di questo pallone gonfiato, di tipi come lui ne ho incontrati a bizzeffe nei miei anni di pellegrinaggio. Mi accomodo, seduta sulle ginocchia, e con fare elegante poggio la bottiglia sul tavolo. Erozen Viggo mi osserva interessato.

«Non ti ho mai vista qui. Tu sei nuova, vero?»

«Sì, signore».

Cominciano a chiacchierare di politica, del governo e della pirateria, smettendo del tutto di badare a me che mi limito a riempire i loro calici quando li hanno svuotati. Quando arrivano ad ordinare la quarta bottiglia di Chardonnay, Erozen Viggo si sbraga maggiormente sul suo divanetto e si guarda intorno, come alla ricerca di qualcuno o qualcosa.

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora