iii.

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Sono passati ormai quasi due mesi da quel giorno. È mattino. Mi sto fermando i capelli sul capo con una stecca nera, lasciando solo i due ciuffi laterali a incorniciarmi il volto, le cui lunghezze superano di poco il mento. Poi mi assicuro al braccio sinistro due sottili nastri rossi dai quali non mi separo mai.

Questa mattina devo essermi alzata decisamente malinconica, perché non faccio che ripensare a questo nostro primo incontro e a quando l'ho visto combattere sul serio contro Kaku, l'uomo giraffa, con tanto di bandana nera sul capo.

Roronoa Zoro non può che essere un vero guerriero. Il suo sguardo bruciante, i denti stretti attorno l'elsa di una delle tre spade, i muscoli delle braccia tesi e gonfi nella lotta...

Sono un tripudio di bellezza virile. Così come il torace lasciato scoperto dalla camicia gialla che indossa, aperta sul davanti, che mette in mostra una lunga cicatrice che lo attraversa diagonalmente da sinistra a destra, scendendo giù fino a perdersi sotto la stoffa della panciera. Questo è un uomo vero, un uomo che ha conosciuto il dolore.

Guardandolo combattere tutto acquista un senso: le sue idee folli, il suo coraggio nell'essere persino disposto a mozzarsi la mano, la sua riluttanza a fuggire. Non è affatto un allocco come l'ha apostrofato il suo compagno: è audace.

La donna con i capelli rossi appartenente alla Ciurma di Cappello di Paglia mi sbuca accanto all'improvviso, mi ritrovo a chiedermi quanto tempo io sia rimasta distratta a guardare lo scontro a qualche metro di distanza da noi.

«Mmh...Non ti conosco. Chi sei?» mi domanda, aggrottando la fronte.

Sogeking si avvicina a noi.

«In realtà ce lo stiamo chiedendo un po' tutti, membri della CP9 compresi».

Effettivamente... cosa ci faccio qua? Davvero la voglia di aiutare qualcuno mi ha spinta in questa situazione pericolosa? Sono sul serio io questa giovane donna che si è gettata in una stanza della Torre della Giustizia diventando spontaneamente un bersaglio facile?

«Io volevo solo essere l'eroina... ma vedo che uno basta e avanza!» ammetto, voltandomi di nuovo a guardare Zoro con un sorriso leggero pieno di stima e rispetto.

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Quando stanno fuggendo via, lo fermo.

«Ehi, Zoro, aspetta!»

Zoro volta il capo, dopo aver stretto di nuovo la sua bandana nera attorno al braccio.

«Eh? Ah, la mentecatta che si è messa in mezzo ai guai senza una vera ragione!»

Rallento la corsa, fermandomi a mia volta davanti a lui.

«Parli proprio tu che volevi mozzarti la mano e fartela ricucire come se fosse stata di stoffa?! E comunque no, in realtà una ragione ce l'avevo».

«Buon per te allora».

È sempre così scontroso?

«La ragione era quella di crearmi un legame».

Adesso Zoro mi guarda confuso, inarcando un sopracciglio.

«Che legame?»

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora