Capitolo 3. Presentazioni.

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- Federico Rossi-, scatto in piedi quando trovo l'articolo sul sito.

Ginevra mi rivolge il suo sguardo e attende che continui a parlare.

- Ha vinto il campionato di italiano di 3 anni fa.- spiego - Quando era al 5° anno-, sorrido spontaneamente e lo cerco su Facebook.

Ginevra mi viene accanto, curiosa, così le mostro il cellulare.

-Posso chiedergli l'amicizia?-, scrollo le spalle indifferente, sentendo la sua domanda, e le passo il cellulare.

- Come ti pare Ginny... Tanto gli sto antipatica... Non credo me la accetterà. Posso capirlo eh, l'ho trattato malissimo senza conoscerlo-, annuisce e mi rende il cellulare.

Lancio uno sguardo all'orologio e mi rendo conto che è ora di tornare a casa, il pullman passerà tra poco.

Saluto con un abbraccio la mia migliore amica e corro verso la fermata.

*

Finisco di studiare e metto il libro nella borsa, domani ho il turno di storia.

Tra un mese sarà Natale.
Sarà sicuramente il peggior Natale della mia vita.
Senza i miei, ma anche senza mia nonna.

Sola totalmente... Mi rimane così poco nella vita, o almeno è quello che mi sembra.

Prendo il cellulare in mano e noto, con grande stupore, che il biondino mi ha accettato l'amicizia. Il mio cuore per un momento si ferma, poi riprende a battere più veloce del solito. Dopodiché tolgo la notifica e blocco il cellulare.

Non mi importa nulla di nessuno ora.
In questo momento ho proprio l'umore a terra. Mi capita in certi momenti della giornata che mi senta ancora più giù, e questo è uno di quelli.

So che sto affondando piano piano... Non ho più nulla che mi distragga. Nessuna delle mie passioni mi aiuta.

Non ne parlo con nessuno.
Nemmeno con Ginevra, non voglio farla preoccupare, preferisco regalarle un sorriso e dirle che va tutto bene. Quando mi capita di scoppiare a piangere davanti a lei, cerco di calmarmi e sorrido nuovamente, non deve soffrire per me.

Mi infilo le scarpe, il giubbotto e decido di andare in cimitero.

Quando arrivo, una leggera pioggerella inizia a scendere, ma non mi importa. Vado prima dalla nonna, poi da mamma e papà.

- Ciao...- mi siedo sulla loro tomba -Mi prendereste per pazza se vi dicessi che quando penso a voi e alla nonna, e piango, l'unico che faccia calmare la mia disperazione è un ragazzo che ho conosciuto per caso?! Ma non è lui che mi fa calmare, non una sua carezza o un suo abbraccio. Mi basta pensarlo per calmarmi... Il mio pensiero va a lui e le mie lacrime cessano di scendere-, alzo lo sguardo al cielo -mamma, mi manchi... E anche tu papà... Tantissimo. Perché voi? Perché? A volte vorrei raggiungervi così tanto-, accarezzo la foto e una lacrima bagna il mio viso.

La pioggia aumenta in poco tempo, così decido di andarmene.

Passo affianco al campo e vedo Federico raccogliere la borsa dalla panchina e raggiungere gli spogliatoi, per ripararsi suppongo.

Mi ritrovo a procedere verso lui senza rendermene conto, così entro negli spogliatoi e busso alla porta.

Il suo amico viene ad accogliermi sorridendo e io sorrido di rimando.

- Ciao, cercavi qualcuno?-, scrollo le spalle e penso a una scusa da usare.

Ci sono!

- Ero al campo oggi... Ho visto la caduta di Federico, volevo solo sapere come sta-, sorride e mi tende la mano.

L'amore infinito che provo per te~Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora