Capitolo 96

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Cadde il gelo in quell'auto dopo la risposta di Giada , Piero non ebbe la forza di controbattere.

Sua moglie non si era addolcita neppure dopo quel meraviglioso primo incontro con il loro terzo figlio. Giada non si era addolcita neppure parlando del compleanno della loro bambina.Giada non si era addolcita neppure ricordando i tempi felici che furono.

Piero cadde in un mutismo profondo. 

Arrivati a casa, lei si dedicò a cucinare mentre lui si rinchiuse nel suo studio a suonare, lo faceva sempre quando era triste, nervoso, arrabbiato. E ora lo era. Era la combinazione fatale di questi tre sentimenti negativi. 

Intanto arrivarono i suoceri di Piero con i bambini. Giada raccontò alla mamma com'era andata l'ecografia, durante il racconto fu la nonna dei bimbi a prendere la parola.

-'Gioia ha detto che Piero dorme sul divano'- disse chiedendo implicitamente una spiegazione

-'è vero'- confermò la figlia

-'lo so che è vero, tua figlia non sa mentire. Voglio sapere il perchè'- chiarì inflessibile Rachele

-'abbiamo discusso'- giustificò telegrafica la donna

-'Già ci dorme da parecchio secondo a piccirella quindi non è una semplice discussione'- la corresse nervosa la donna.

Odiava le bugie e le verità nascoste e Giada le stava mentendo ed omettendo la verità.

-'Piero credeva che quel bacio lo avessi dato io'- spiegò sgrammaticata Giada mentre si appoggiava al mobile della cucina

-'e quindi? E' passato quasi un mese e state ancora accussì'- chiese confusa Rachele-'glielo hai spiegato, lui ha capito l'errore . Qual è il problema?'- domandò confusa

-'non si è fidato di me'- rispose la figlia con ovvietà 

-'figlia mia sai quante ne vede e ne sente ogni giorno quell'uomo, cerca di essere più comprensiva'- l'ammonì la mamma non sapendo i dettagli della storia. 

Dettagli che Giada preferì tacere per il bene suo perchè non voleva rivivere quei momenti raccontandoli alla mamma, per il bene di Piero perchè i genitori non gli avrebbero mai perdonato la sua insolenza se avessero saputo il reale comportamento del genero. 

Difronte al silenzio della figlia, Rachele capì che c'era dell'altro che turbava la figlia ma conoscendola sapeva che non gliene avrebbe parlato quindi preferì evitare altre domande per non stressarla ulteriormente ma non si tirò indietro dal darle un ultimo , prezioso , materno consiglio.

-'non è facile essere moglie e mamma quando tuo marito sta lontano per mesi, sempre circondato da belle donne e in questi anni lo hai capito a spese tue; ciò nonostante con quest'uomo ci hai fatto dei figli mettendo su famiglia quindi qualsiasi sia il motivo della vostra discussione prova sempre a fare un passo in più per il bene di quelle creature innocenti che non devono scontare gli errori dei genitori'-  disse Rachele con il volto della figlia tra le mani -'hai aperto il tuo cuore a Piero dopo la perdita di Luigi, hai affidato a Piero il compito di crescere una figlia non sua e con questo stesso uomo ci hai fatto altre figli, significa che lo ami e non poco.'- continuò la donna risoluta -'e anche lui ti ama se da settimane dorme sul divano senza mai lagnarsi.'- 

A queste parole , Giada sbuffò rumorosamente 

-'inutile che fai, poteva tornarsene dai suoi o prendere un albergo qua vicino. Di certo non gli manca la possibilità'- la rimproverò la mamma -'e invece dorme qua, ti aiuta coi piccirill, ti sta vicino . Questo vuol dire che ti ama, che sta facendo di tutto per farsi perdonare. Prova a farlo stu pass e cchiù. Non potrà che portare tanto bene: a te, a chilli piccirilli e a sta criatura che sta venendo'- concluse la mamma sorridendole e accarezzando la pancia di Giada.

In tutto questo ,Piero era fermo dietro al muro. Avendo sentito i bimbi tornare  era uscito dallo studio per andarli a salutare ma si era poi fermato ad ascoltare la chiacchierata tra Giada e Rachele. 

Il tenore ringraziò mentalmente la suocera per quelle parole ma si sentì comunque un uomo vile: Giada aveva omesso la verità più dolorosa , quella che la giustificava a trattarlo male, quella che tanto la faceva soffrire, quella che proprio non riusciva a dimenticare.

A cena, il telefono di Piero squillò. Era Michele che annunciava al tenore una serie di instore in tutta Italia per pubblicizzare il cd registrato un mesetto prima.

Quando i bimbi vennero messi a dormire, Piero raggiunse Giada in cucina.

-'nelle prossime due settimane ho degli instore per il nuovo cd'- annunciò incolore appoggiandosi allo stipite della porta con le mani in tasca.

-'ok'- si limitò a rispondere la donna senza fermarsi un attimo. 

Un atteggiamento  che infastidì Piero il quale la prese per le spalle e la fece voltare.

-'mi uccide questa tua indifferenza, come devo fartelo capire?'- chiese senza attendere davvero una risposta da Giada -'vorrei non andarci ma non posso, vorrei che tu venissi con me ma so che è peggio per te e questo bambino'-continuò Piero toccando lievemente il ventre della moglie -'ti prometto che vi raggiungerò appena potrò, non mi importa di dover prendere altri mille aerei o fare chilometri e chilometri di autostrada. Io non ti lascio da sola, non più. Hai bisogno di me, avete bisogno di me. Io ho bisogno di voi'- concluse il tenore che,in un moto irrazionale, tirò a se la moglie per abbracciarla. 

Un abbraccio dal quale Giada non si scostò subito. In fondo quelle braccia le mancavano. Le mancava quel senso di serenità, di protezione, di casa che solo ed unicamente Piero poteva darle; nonostante i suoi mille difetti, le sue infinite mancanze, i suoi insuperabili limiti. 

E poi le ronzavano in testa le parole della mamma: lei amava Piero.

Anche la suocera di Piero cerca di far ragionare Giada che sembra aver trovato, tra le braccia del marito, il suo posto nel mondo.

Grazie davvero di cuore di tutto.

Un abbraccio


1.Sono qui, vivimi - (sequel E Sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora