Capitolo 193

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Quella sera Piero decise di non chiamare la figlia temendo di provocarle altre lacrime.

Il giorno seguente lo passò chiuso in camera a riflettere su di lui, su Cristina, su Giada.

Provò a dare un nome e una spiegazione a ciò che provava quando vedeva Giada stretta in braccia che non erano le sue, quando immaginava labbra di un altro uomo su di lei, quando pensava al piacere che avrebbe provato nel ricevere carezze intime da un uomo che non era lui.

A quei pensieri gli montava su un senso di ira che avrebbe sfogato prendendo a pugni qualsiasi cosa, prendendo a pugni Maurizio che ora occupava il suo posto, prendendo a pugni se stesso per aver lasciato la donna che gli provocava tutto questo.

Ripensò a Cristina, che ancora lo aspettava a Bologna ignara che Piero si trovava da solo, lontano dalla sua famiglia, a riflettere sul loro futuro.

Si sentì un verme. Si era invaghito di lei, della spensieratezza che lei gli donava, della giovinezza che con lei aveva ritrovato ma non della bellissima donna che era .

Si sentì un villano.Per lei aveva messo la sua vita a soqquadro: aveva mentito e tradito Giada, l'aveva lasciata chiedendole il divorzio, aveva trascurato i figli, le aveva dichiarato amore eppure non provava per lei tutte le emozioni che provava ancora per Giada. 

Si sentì un meschino. Quella donna aveva lasciato la sua città ,il suo lavoro, i suoi amici per lui; aveva subito umiliazioni e mortificazioni per lui ma lui le aveva riservato l'angolo più remoto del suo cuore.

Si ritrovò inevitabilmente a porre in confronto Giada e Cristina e per quanto Cristina possedesse tante qualità meravigliose, si rese conto che non c'era confronto con Giada.

Nulla era minimamente paragonabile alla dolcezza con la quale Giada lo coccolava quando Piero tornava stanco da lavoro; alla devozione con la quale gli preparava i piatti preferiti: alla tenerezza con la quale lo salutava quando erano lontani ed erano costretti a vedersi dal freddo schermo di un pc; alla passione con la quale lo amava senza limiti, senza remore, senza vincoli; al coraggio con il quale aveva difeso la loro famiglia nei momenti più difficili; alla forza con la quale aveva lottato durante la malattia di Gioia e la nascita di Celeste; alla grinta con la quale aveva protetto sempre la loro privacy; all'amore che da sempre Giada gli aveva riservato, concesso, dimostrato. 

Fu uno dei giorni più lunghi, più difficili, più distruttivi per il tenore eppure fu il giorno dal quale rinacque proprio come una fenice che risorge dalle proprie ceneri.

Piero si rese conto di essere ancora perdutamente innamorato di Giada, si rese conto dell'apocalittico errore commesso nel lasciarla ma ancor più nel chiederle il divorzio e peggio ancora nel lasciarla nelle braccia di Maurizio, si rese conto di quanto era ardua l'impresa di riconquistarla, si rese conto di non voler però rinunciare a quella donna.

Decise di riprendere in mano la sua vita e di lottare per la sua felicità.Il primo passo da compiere era di lasciare Cristina e poi di rimettersi in gioco per riconquistare il suo Grande Amore.

La mattina seguente partì per Roma dove si ricongiunse con gli altri colleghi. Ne Gian ne Ignazio chiesero di Giada e di Cristina entrambi impegnati nella preparazione del viaggio.

La sera invece arrivò Gaetano , pronto ad accompagnare il figlio per quest'altro tour. Il papà fu di poche parole, aspettava il momento in cui Piero gli avrebbe raccontato cosa gli balenasse nella testa senza pressarlo con le sue domande per evitare di aumentare lo stress legato al tour. Intanto il tenore si limitò a sentire Cristina telefonicamente.

''amore mi manchi'' - esordì la donna desiderosa di riabbracciare il compagno

''eh si''- rispose sintetico  il tenore. 

1.Sono qui, vivimi - (sequel E Sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora