Capitolo 102

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Questo è uno dei miei capitoli preferiti...BUONA LETTURA!!

Il risveglio fu surreale: l'assenza dei bambini, il silenzio di Giada, il volto trasfigurato dal dolore di Piero.

Piero avrebbe voluto parlarle, scusarsi, chiarire ma Giada non glielo permise. Se non  lo ignorava alla bella e meglio, gli si rivolgeva a monosillabi infliggendo a Piero un dolore acuto, insopportabile ma che il tenore capì di meritare per non aver parlato prima con la moglie.

Quando i bimbi tornarono a casa, Gioia corse immediatamente tra le braccia della mamma

-'mami pecche ullavi?'-le chiese la piccina staccandosi da quell'abbraccio

Giada avrebbe tanto desiderato essere inghiottita dalla terra in quel momento, si vergognava come mamma, si vergognava con la figlia.

-'mamma aveva mal di pancia'- tentò di mentire mentre Piero , sempre più mortificato, assistette alla scena inerme.

-'e pecche ulli quaddo hai mal di paccia?'- chiese ancora Gioia

-'mamma ha urlato per chiedere aiuto a papà'- intervenne Ilaria vedendo Giada impanicata e con gli occhi lucidi che promettevano altre lacrime.

-'oh bavo papi che aiuti mami'- disse la bimba rivolgendo a Piero un bellissimo sorriso.

Un gesto spontaneo che strinse il cuore del tenore in una morsa. Lui, causa del dolore di sua moglie , per la figlia era invece un eroe.

Dopo aver lasciato un bacio alla mamma, si fece mettere giù

-'e tu soellina fai la bava che mami ha la bua'- si raccomandò Gioia baciando il pancino rigonfio di Giada 

Una lacrima ribelle scivolò dagli occhi della donna.

Messa a tacere la curiosità di Gioia, si prepararono a salutare i nonni Barone. Infatti quel pomeriggio, i genitori di Piero partirono per tornare in Sicilia. Se ne andarono con un enorme peso sul cuore nel sapere il figlio e la nuora in quelle condizioni. Franz e Ilaria decisero invece di restare qualche altro giorno: Francesco, in particolare, non se la sentiva di lasciare in quell'ingarbugliata situazione il fratello, Giada ma soprattutto i piccoli. Voleva fare tutto il possibile per aiutarli.

Restarono a Napoli per due giorni, si occuparono dei piccini, tentarono di incoraggiare Piero e di far sbollire la rabbia di Giada.

La sera prima della loro partenza per Bologna, Ilaria decise di intervenire. 

Mentre i fratelli Barone si occupavano dei bambini in salotto, lei cucinava con Giada la cena.

-'dovresti smettere di essere la causa del tuo dolore e di quello dei tuoi figli'- esordì all'improvviso la fidanzata di Franz attirando su di se lo sguardo confuso di Giada.

-'inutile girarci attorno: i bambini non sono stupidi e si sono resi conto della freddezza che serpeggia tra di voi. Lui è annientato dal senso di colpa. '

A quella parole Giada sbuffò e fece per andarsene dalla cucina ma Ilaria la bloccò.

-'Ora mi ascolti, Già!'-disse a muso duro -'hai davvero tutte le ragioni del mondo ad avercela con quello stronzo. Cavolo nasconderti che starà via per mesi farebbe impazzire qualsiasi donna, soprattutto se incinta e già madre di due figli piccoli. E' stato un coglione anche solo nel pensare che tu potessi tradirlo. Ha bestemmiato quando ha detto che non sei una buona madre. Merita le peggiore pene dell'inferno. Ma quello stesso stronzo ti ama. E la cosa più grave è che tu ami quello stronzo. Lo ami al punto d'avergli perdonato cose imperdonabili. Lo ami al punto d'aver rinunciato al divorzio. Lo ami al punto d'averci fatto due meraviglie, anche se la seconda ancora deve nascere.'- spiegò d'un fiato quella donna stanca di vedere l'amica con gli occhi spenti e il sorriso forzato.-'perdonalo per te, perchè tu lo ami'- 

A quelle parole Giada le si gettò al collo

-'ho paura.'-confessò singhiozzando -' Ho paura che i bimbi possano stare male e di non saperli curare, ho paura di perdere anche questo bimbo incapace di portare a termine la gravidanza. Ho paura che lui avesse ragione nel dire che sono una cattiva mamma. Ho paura che una donna più bella e meno complessata possa infilarsi nel suo letto dandogli ciò che io non potrò dargli in questi lunghi mesi di distanza. Ho paura di stare da sola in questi mesi,ho paura di stare senza di lui. Io non voglio stare senza di lui.Io non ci so stare senza di lui'- 

Giada aveva finalmente rotto la diga con cui tamponava le sue emozioni, le sue paure. Si era aperta parlando di ciò che le pesava sul cuore. 

Ilaria accolse lei, il suo sfogo, le sue paure, le sue lacrime cullandola e accarezzandole la schiena per darle un pò di conforto ben sapendo che c'era solo una persona che avrebbe davvero potuta aiutarla .

Lo stessa persona che si trovava davanti la soglia della cucina. La stessa persona che si era recata in cucina per prendere la bottiglina d'acqua di sua figlia ma che si era ritrovata ad assistere allo sfogo della moglie.

Si sentì un verme. A causa di stupide e infondate parole dette  in un momento di rabbia aveva creato delle profonde insicurezze in sua moglie. Aveva distrutto quella fiducia che da sempre aveva contraddistinto  Giada quando si parlava del loro amore. Aveva umiliato il suo sviluppatissimo istinto materno. Aveva inflitto a Giada una serie di coltellate dalle quali sarebbe stata dura guarire.Dura ma non impossibile, si convinse il tenore che entrò in cucina mostrandosi a Ilaria la quale si staccò da Giada.

-'io vado'-disse la donna confondendola che ancora doveva vedere il marito -'ti lascio nelle uniche mani che possono salvarti'-e uscì da quella stanza permettendo ai due sposi di affrontare e magari sconfiggere i loro personali mostri.

-'ho sempre pensato che la grandezza di ogni uomo si misurasse da come questo facesse stare bene la donna che ama. E qui ho fallito. Ho sempre pensato che la bellezza di un matrimonio era strettamente legata al modo in cui il marito facesse sentire importante la propria moglie. Ed anche qui ho fallito. Ho sempre pensato che la serenità dei figli dipendesse dal modo in cui il papà infondesse fiducia alla mamma facendole comprendere di essere una brava mamma, la migliore mamma per i propri figli. Infine anche qui ho fallito. Sono un fallito nonostante sia un cantante di successo conosciuto in tutto il mondo. Sono un fallito nonostante abbia uno stuolo più o meno infinito di ragazzine che mi desiderano. Sono un fallito perchè il mio unico compito era di renderti felice ed ho fallito.Miseramente.'- confessò Piero difronte alla moglie che tentava di asciugare le lacrime che copiose le rigavano il volto.

Fu tutto una questione di secondi, Giada gli si lanciò tra le braccia, quelle braccia che sapeva di casa.

-'aiutami, Piè. Ti prego, aiutami'- chiese la donna mentre Piero stupito ma emozionato l'accoglieva tra le braccia stringendola a se quasi come a volerla fondere per non farla allontanare mai più.

-'tu perdonami, amore mio.'- rispose Piero baciando il capo della sua donna che , fragile , si abbandonava tra le sue braccia.

Stettero minuti infiniti stretta in quella morsa che sapeva di perdono, di ritorni, di promesse, di amore.

Ora, con infinità onesta, quanto mi avete odiata dopo il capitolo precedente?

Tutto bene quello che ... no, non è ancora finita XD 

Ancora una volta ma sempre con affetto: GRAZIE per aver sopportato questi capitoli infinitamente tristi. 

Mi scuso per le lacrime versate e per la bile accumulata ma ho cercato di rendere Giada quanto più reale possibile e si sa che noi donne nelle realtà siamo complessate, orgogliose ma profondamente innamorate dell'Amore.

Come canta la grande Mannoia:

 Siamo così, dolcemente complicate Sempre più emozionate, delicate Ma potrai trovarci ancora qui Nelle sere tempestose Portaci delle rose Nuove cose E ti diremo ancora un altro sìÈ difficile spiegare Certe giornate amare, lascia stareTanto ci potrai trovare quiCon le nostre notti biancheMa non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro sì  


Un abbraccio


1.Sono qui, vivimi - (sequel E Sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora