Capitolo 140

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Ecco come si sentiva Giada: umiliata! Il cervello di Piero era ormai bloccato da minuti interi su quella parola. Mentre lui si sentiva carnefice del dolore di sua moglie, mentre lui si sentiva sporco per aver obbligato la moglie ad un rapporto completo nonostante la sua richiesta di fermarsi,mentre lui si sentiva inadeguato ad aiutare sua moglie che lo 'amava come non aveva mai amato neppure Luigi'; Giada si sentiva umiliata!

Umiliata nel non potersi concedere al marito, umiliata nel non poter amare Piero come desiderava, umiliata per quel corpo che non voleva proprio saperne di rimettersi in carreggiata, umiliata!

Piero si sentì ancora più in colpa! Nonostante la vicinanza fisica, non riusciva ad essere vicino alla moglie con il cuore.

Dopo quasi dieci minuti, Giada ritornò alla macchina ritrovando Piero con il capo reclinato sul volante, con le spalle ricurve, come se stesse sostenendo il più pesante dei fardelli. Si sentì tremendamente in colpa per quello sfogo vomitatogli addosso prima di scendere. Piero le era accanto in ogni modo possibile e stava mortificando la sua intimità pur di sostenerla e aiutarla.

L'uno si sentiva in colpa per l'altro, stavano entrando in un pericoloso e distruttivo circolo vizioso fatto di autocommiserazione.

Entrò in macchina con gli occhi lucidi e con le mani tremanti portando con se la busta con le lavande.

-'scusami'- disse con vocina flebile guardando Piero alzare il capo stupito da quelle scuse.

-'sono io a dovermi scusare con te'- confessò il tenore -'per non aver capito che stavi male, per averti fatto stare anche peggio, per non essere in grado di aiutarti. Scusami tu , amore mio'- e la attirò a se per abbracciarla 

-'stammi vicina , Piè. E' così umiliante tutto questo'- confidò Giada singhiozzando 

-'non deve esserlo, Già. Sono cose che succedono. Lo hai sentito il medico. Un pò di pazienza e di tempo e tutto passerà'- provò a rincuorarla

-'lo so che ti manca stare con me'- ammise Giada riferendosi a tutte le volte che Piero si procurava piacere da solo -'ti ho visto in bagno'-

-'lo faccio perchè si, mi manchi. Lo faccio perchè ti desidero. Lo faccio perchè il mio corpo anela il tuo. E non perchè io sia stanco di aspettarti. Ti aspetterei una vita intera amore mio'- concluse Piero lasciando teneri baci a stampo su tutto il viso.

Chiariti su questo scottante argomento, tornarono a casa a godersi i figli. 

In quell'ultima settimana prima della partenza di Piero, Giada si mostrò più affettuosa nei confronti del marito. Voleva sopperire la mancanza di intimità con le coccole. Coccole che andava anche oltre a quelle rilasciate sulla schiena, sul petto, sulle braccia.

Spesse volte Giada, non potendo concedere se stessa, amava il marito con le mani, con le labbra permettendo al tenore di provare piacere con metodi alternativi che non disdegnava mai.

In quell'ultima settimana prima della partenza di Piero, lui si coccolò Gioia e Gaetano per bene giocando con loro fino a tardi, accompagnandoli al parco, portandoli con se al supermercato pur di condividere con loro quanto più possibile. Trattamento simile riservò alla piccola Celeste che si apprestava a festeggiare il suo secondo mese di vita.Tra bagnetti, giochini, ninne nanna e massaggini se la godeva in ogni sua smorfietta.

Il giorno prima della partenza, Giada si finse serena; troppo serena. Una serenità che non sfuggì a Piero. 

Il pomeriggio, approfittando del sonnellino pomeridiano dei figli, si recò in camera da letto dove Giada stava sistemando la valigia che avrebbe portato con se a Bologna.

Arrivò da dietro e le cinse i fianchi baciandole il collo.

-'mi coccoli un pò?'- chiese il tenore con voce roca 

Giada sorrise e si voltò ritrovandosi le labbra rossee del marito davanti.

Senza dare alcuna risposta verbale, preferì lasciarsi andare ad un profondo e sensuale bacio che scomodò le lingue di entrambi. Un bacio che, in breve tempo, risvegliò l'intimità del tenore.

-'mi desideri'- notò Giada con affanno

-'sempre amore mio'- rispose Piero avvicinando il suo bacino al ventre di sua moglie.

Il periodo di cura per le piaghette non era ancora finito e Piero non voleva far del male alla moglie, allo stesso tempo la desiderava. Desiderava accarezzarla, baciarla, lambirle i seni, sentirla gemere e vederla godere sotto il suo tocco. 

La prese per i fianchi e la portò a letto dove iniziò a spogliarla.

-'Piè fai piano'- si raccomandò la donna 

-'non voglio farti del male'- la rassicurò il marito mentre dedicava alla moglie languidi baci e sensuali carezze a partire dal viso, passando per i seni, arrivando alla sua intimità.

-'sei calda e bagnata'- notò entusiasta Piero gongolando della reazione che aveva suscitato in sua moglie

-'e vogliosa, Piè'- chiarì lei facendo sorridere il marito che scomodò la sua lingua pur di far godere la moglie senza farle del male.

Un godimento che non tardò ad arrivare. Da giorni Giada non godeva , da giorni desiderava quelle attenzioni, da giorni ambiva a provare quel calore così eccitante nel suo bassoventre.

Soddisfatto dei gemiti trattenuti della moglie, le si sdraiò accanto affannato ed eccitato. La donna notò il gonfiore nel pantalone della tuta del marito e gli dedicò tutte le attenzioni di cui necessitava.

Dopo non pochi minuti, Piero fece sdraiare su di se Giada per poterla coccolare.

-'è stato bello'- si complimentò il tenore

-'mi manchi Piè'-  confessò la donna stringendosi al marito -'e mi mancherai ancora di più nei prossimi giorni'- 

-'scenderò tra due settimane,  scenderò ogni volta che potrò'- promise Piero.

Il giorno della partenza, l'unica a non piangere fu Celeste ancora troppo piccola per capire il vero significato di quella valigia grigia con sopra l'adesivo dagli occhiali rossi.

-'papi pecche patti?'- chiese Gaetano che non aveva ancora ben chiaro il lavoro del papà

-'vado a Bologna, dagli zii'- spiegò con dolcezza

-'e pecchè?'- richiese il piccolo

-'perchè dobbiamo registrare le canzoni che poi sentite con mamma in salotto o con me in auto'- 

Gaetano annuì dubbioso prima di andare dalla mamma

-'papi ma quanno tonni?'- domandò più pratica Gioia.

Lei aveva capito che il padre cantava davanti le persone e per questo veniva fermato per strada da tante ''bimbe'', questo le bastava. La sua impellente necessità era capire quando sarebbe tornato.

-'torno presto , amore di papà così andiamo tutti al parco e portiamo pure Celeste'- promise Piero abbandonandosi all'abbraccio di sua figlia

Con Celeste fu un saluto di pernacchiette sul pancino e qualche bacino in testa.

Nell'angolo del divano, rimaneva seduta Giada , con la mani strette al grembo. Erano anni che Piero andava e veniva ma ora era diverso, sentiva che era diverso. Non riusciva a dare un nome a quella morsa al cuore, non era tristezza per la sua partenza, non era nostalgia per la sua lontananza. Era altro, e presto avrebbe saputo darvi un nome! E non solo!

Quale sensazione prova Giada stavolta? Sarà una sensazione sbagliata o avrà delle fondamenta?

Ancora una volta GRAZIE

Un abbraccio.


1.Sono qui, vivimi - (sequel E Sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora