Furono giorni lunghi, pesanti, difficili. Giorni che si trasformarono in settimane.
Giada ignorava Piero come meglio poteva. Non una parola affettuosa, non un gesto di apertura, non uno sguardo d'amore, non un sorriso di complicità. Nulla. Un atteggiamento che le veniva quasi automatico e che sembrava non accennare a finire. Si rivolgevano pochissime parole e tutte riguardavano i figli.
Piero dal canto suo cercava di dare comunque il meglio di se occupandosi dei bambini: dall'aiutarli a mangiare, a sistemarli per la notte, fino a giocare con loro. Aveva ritrovato il suo istinto paterno ricompensando con tutto l'amore di cui era capace quei giorni di distacco e silenzio. I bambini non facevano altro che chiamarlo per farlo giocare con loro, Gioia in particolare si mostrava ancora una volta quella più affettuosa. Non era raro vederla corrergli incontro per lasciargli teneri baci e goffe carezze che riempivano il cuore del tenore di tenerezza.
Gaetano invece affrontava i primi dentini accompagnati da pianti isterici che papà Piero cercava di tamponare per non pesare troppo su Giada. La mamma infatti già trascorreva non poche notti insonne sul lettone con lui a coccolarlo quando i dentini non davano tregua.
Giada , nonostante non permettesse a Piero di avvicinarla, si riempiva gli occhi del papà affettuoso quale era sempre stato.
Il narese cercava inoltre di aiutare Giada anche in cucina preparando la colazione o riassettando dopo i pasti. Supportava Giada standole accanto durante i suoi sempre più frequenti malesseri quando la vedeva accasciata in bagno a vomitare,e in quei casi Piero le si sedeva accanto tenendole i capelli e lasciandole calde carezze sulla schiena.
Giada, seppur infastidita da quella presenza che metteva a dura prova il suo non voler cedere , non riusciva ad allontanarlo.
Erano passate tre settimane dalla scoperta della gravidanza, Giada l'indomani aveva la prima ecografia. Era combattuta se dirlo o meno a Piero.
Da un lato era giusto comunicarglielo, era suo figlio e Piero sarebbe stato felicissimo di accompagnarla. Dall'altro lato continuava nella sua crociata di distacco e freddezza nei confronti del marito.
Fu il destino a decidere per lei.
Quella sera Giada, mentre cenava con i figli e con il marito fu colpita da un forte capogiro , si sdraiò sul letto cercando di recuperare le energie. Piero si occupò dei bimbi mettendoli a letto e leggendo una fiaba scelta da Gaetano.
Mentre riassettava la cucina mettendo da parte un altro pò di cibo per la moglie che anche quella sera aveva mangiato pochissimo, squillò il suo cellulare. Combattuto se sbirciarne la notifica o meno, decise di assecondare la sua curiosità scoprendo il promemoria che ricordava a Giada della visita ginecologica.
Un moto di stizza pervase il tenore. Giada gli aveva volutamente nascosto la prima ecografia del bambino, Giada lo voleva tener fuori dalla vita di suo figlio seppur le condizioni dettate al suo ritorno da Bologna erano diverse.
Arrabbiato marciò nella camera da letto con il cellulare della donna tra le mani. Entrò in camera senza neppur bussare e trovò sua moglie rannicchiata su un letto troppo grande per lei e piangeva, piangeva un pianto sommesso.
Il tenore si bloccò a quella visione temendo per il bambino
-'Giada che c'è??'- chiese impanicato avvicinandosi a lei in un lampo
Giada non rispose, continuò ad essere scossa da forti singhiozzi
-'minchia Già che cavolo c'è? Il bambino non sta bene?'- richiese scuotendola leggermente dalle spalle
Giada alzò il viso mostrando gli occhi arrossati, il viso pallido, le labbra tremolanti.
Una stretta al cuore colpì il tenore.
-'dimmi che stai bene.dimmi che il bambino non ha problemi'- chiese a mò di preghiera il narese mentre accarezzava il ventre leggermente rigonfio della moglie.
Una carezza dalla quale Giada si scostò.
-'non toccarmi'- disse con voce rotta da singhiozzi
-'Giada ti prego smettila'- chiese il tenore -'ci stai male tu, ci sto male io e ci stanno male i bimbi che notano la freddezza tra di noi'- spiegò Piero mentre le asciugava le lacrime -'dimmi cosa hai?'
-'ti odio'- esordì Giada spiazzando il marito -'ecco cos'ho'. Ti odio per il male che mi hai fatto. Ti odio perchè hai preso il mio cuore e lo hai calpestato. Ti odio perchè ti ho dato tutta me stessa e ciò nonostante non ti sei fidato di me. Ti odio perchè abbiamo voluto così tanto questo bambino e ora che c'è hai rovinato tutto con la tua stupida gelosia e il tuo inaccettabile orgoglio. Ti odio perchè mi hai lasciata sola quando avevo più bisogno di te. Ti odio perchè non hai pensato come mi potessi sentire quando un uomo che non eri tu mi ha baciata. Ti odio perchè piuttosto che credere a me hai creduto a uno sconosciuto. Ti odio perchè mi hai fatto sentire sporca, infedele, bugiarda. Ti odio perchè hai messo in dubbio il mio essere mamma. Ti odio perchè sono stata sempre pronta a capirti, a sostenerti, a difenderti anche quando non lo meritavi. Ed odio me stessa perchè resti l'unico uomo che io amo, l'unico che voglio nella mia vita, l'unico con cui voglio fare l'amore, l'unico'- vomitò d'un fiato Giada liberando tutto quello che portava dentro. Svuotandosi di tutto il dolore, la frustrazione, la rabbia che le pesavano sul cuore.
Dopo un primo momento di smarrimento, Piero la strinse a se investendola con il suo calore e riempendosi le narici con il suo profumo alla lavanda.
-'perdonami amore mio , perdonami per tutto il male che ti ho fatto. Anche io mi odio nel vederti sofferente, nel saperti delusa da me, nel sentirti lontana. Anche io mi odio per non aver saputo mantenere la promessa di renderti felice, di starti accanto, di essere un buon marito per te. Anche io mi odio. E non riuscirò mai a perdonarmi per tutto questo. Mai amore mio ma permettimi di aiutarti. Dammi un'altra possibilità. Questi giorni sono un inferno per me. Ho bisogno di abbracciarti, ho bisogno di perdermi nei tuoi occhi amorevoli e non vuoti, ho bisogno dei tuoi sorrisi più sinceri, ho bisogno della nostra complicità, ho bisogno delle tue carezze,dei tuoi abbracci, dei tuoi baci. Ho bisogno della te più dolce, più passionale, più vera. Questa non è la mia Giada, non è la donna di cui mi sono innamorato. E mi odio nel pensare che sono io l'unico colpevole di tutto ma ti prego dammi una possibilità. L'ultima.'- confessò Piero con la voce rotta dal pianto mentre stringeva a se la sua donna.
Giada ascoltò tutto senza fiatare. Quante volte avrebbe voluto ascoltare quelle parole? Quante volte avrebbe voluto rifugiarsi in quelle braccia. Ma ora era diverso.
Questa volta il dolore, la delusione, la rabbia, avevano scavato radici profonde difficili da sradicare.
Si spostò da quell'abbraccio provocando confusione in Piero che invece credeva di aver scavato una falla nella corazza in cui si era rinchiusa Giada, e si alzò dal letto allontanandosi da quell'uomo.
Ferito, frustato, confuso, nervoso. Piero ricordò il motivo che lo aveva spinto in camera da letto
-'quando pensavi di dirmi di domani?'- gli chiese alterato
Giada si voltò inizialmente confusa, poi capì.
-'posso andarci da sola'-rispose senza scomporsi minimamente
-'si tratta di mio figlio e non vi lascio da soli'- spiegò con fare ovvio e con voce dura alzandosi dal letto per andare in salotto dove avrebbe trascorso un'altra notte agitata.
Giada si è liberata. E Piero si è dichiarato. Ciò nonostante sembrano ancora ad un punto morto.
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Grazie ...
Un abbraccio
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1.Sono qui, vivimi - (sequel E Sei Splendida)
RomancePrima Parte di un lungo sequel Una famiglia che ama e dalla quale è amato, una carriera che va a gonfie vele, degli amici su cui poter contare sempre...una vita perfetta. Ma la perfezione non esiste!