Capitolo 39

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La sera Giada venne dimessa, fu lo stesso Piero a riportarla a casa. Aveva aspettato tutto il tempo fuori dalla stanza di ospedale dov'era ricoverata lei , senza allontanarsi neppure per un caffè.

Il medico aveva dato alla coppia tutte le precauzioni da seguire minuziosamente per la ripresa della donna. 

In auto fu Piero a prendere la parola

-'mi sento colpevole di quanto ti è successo, se non ti avessi fatto del male ora tu saresti in attesa di nostro figlio'- confessò colpevole

-'lo abbiamo concepito prima che si ammalasse Gioia'- rispose Giada persa in chissà quali pensieri -'anche la malattia di Gioia non è stata d'aiuto'- ammise la donna per alleviare il senso di colpa del marito accarezzando quel ventre ormai privo di quella piccola e preziosa vita.

-'mi sento ugualmente in colpa'- rincarò Piero con lo sguardo fisso sulla strada e le mani che stringevano il volante fino a far diventare bianche le nocche. 

Giada si incantò nel guardarlo, quella sua postura così fiera e sicura l'aveva sempre attratta. Ed anche in quel momento era così. Aveva bisogno di lui, di un suo abbraccio, della sua protezione ma preferì tacere. 

Il corpo chiedeva Piero , la mente lo rifiutava. 

Arrivarono a casa e furono travolti dai figli. Giada spiegò a Gioia che non si era sentita bene ma che ora si era ripresa e si scusò per averla fatta spaventare.

Cenarono insieme ai genitori di Giada che si premurarono anche di sistemare la cucina. Dopo cena fu Piero ad occuparsi dei bambini, non voleva farla stancare e poi era preoccupato per lei e non passava momento senza il quale lui le chiedesse come stava.

Lei, dal canto suo, quella sera ritrovò il papà affettuoso e divertente, il marito premuroso e attento, l'uomo straordinario che l'aveva fatta innamorare qualche anno prima. 

E se ne reinnamorò, perdutamente. 

Mentre Piero riassettava i giochi dei bambini,Giada si concesse un bagno caldo preparato da lui. 

Un bagno durante il quale rivisse tutto quello che era accaduto in questo mese e mezzo.

All'uscita del bagno le cadde addosso la consapevolezza di ciò che stava vivendo.

Aveva perso un bambino che desiderava pur non sapendo di averlo in grembo; amava un uomo che in una sera , da ubriaco, l'aveva tradita e che le aveva nascosto tutto. 

Sentiva la vita scivolarle dalle mani. Tutto quello che per lei contava le stava fuggendo via: non era stata capace di legare a se l'uomo che amava tanto che quest'ultimo o la lasciava o la tradiva; non era stata capace neppure di portare avanti una gravidanza come qualsiasi donna sarebbe stata in grado di fare. 

Si sentì una fallita, una nullità, una 'buona a nulla'. 

Persa in queste considerazioni, si sdraiò sul letto con i capelli ancora bagnati e chiuse gli occhi sperando che tutto questo fosse un incubo dal quale risvegliarsi.

Dopo un tempo più o meno lungo sentì accarezzarsi i capelli riconoscendo il profumo di Piero. Un sorriso le si stampò in viso mentre apriva gli occhi

-'sei bellissima quando sorridi ,amore mio'- disse il tenore sorridendo a sua volta -'ma ora asciugati i capelli altrimenti ti ammali'- la richiamò dolcemente.

Giada si alzò leggermente stordita , Piero lo capì

-'posso farlo io così non ti stanchi.'- si propose 

Giada annuì. Amava quando Piero si prendeva cura di lei così come Piero adorava prendersi cura della sua donna. Con dolcezza e tenerezza, si munì di spazzola e phone e asciugò i capelli di sua moglie lasciandole tenere carezze.

1.Sono qui, vivimi - (sequel E Sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora