Capitolo 184

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-'devo tornare a Napoli immediatamente'-

Furono le uniche parole che Giada disse prima di avviarsi verso Gioia e Gaetano che ballavano ancora con Ignazio e Milena

-'perchè devi tornare?'- chiese il tenore bloccando la donna con un braccio mentre con l'altro stringeva Celeste che intanto le si era accoccolata addosso.

Giada fissò i suoi occhioni rossi e bagnati in quelli preoccupati e confusi di Piero.

-'mamma e papà hanno avuto un incidente'- spiegò la donna lasciandosi andare ad un forte singhiozzo 

Intanto Michele si avvicinò alla coppia intuendo che qualcosa non andasse, Piero gli lasciò la piccola per occuparsi di Giada che stava ancora lì, ferma a singhiozzare.

-'vengo con te'- esordì il narese asciugando con la mano libera le guance di Giada che si limitò ad annuire -'recupero i bambini e partiamo'- organizzò Piero mentre si avvicinava ad Ignazio

-'Gnà, io e Giada dobbiamo andare'- richiamò l'attenzione del marsalese che ancora volteggiava con Gioia tra le braccia

-'perchè??'- domandò confuso 

-'i genitori di Giada hanno avuto un incidente, non so altro, ma voglio andare con lei. Non voglio lasciarla da sola'- spiegò sintetico Piero certo che l'amico avrebbe capito.

E così fu. Ignazio richiamò Milena e insieme salutarono velocemente Piero e Giada che partirono verso l'albergo dove alloggiavano.

-'mami pecche addiamo via??'- chiese dispiaciuta Gioia che non voleva allontanarsi dallo zio Gnà e dalle coccole che le stava riservando.

-'amore torniamo a casa'- rispose Piero togliendo l'incombenza a Giada che risultava totalmente assente a fissare un punto qualsiasi fuori dal finestrino

Intenerito da quella scena, le appoggiò una mano sul ginocchio catturando la sua attenzione.

-'andrà tutto bene, Giada. Te lo prometto'- rasserenò il tenore mentre le lasciava una calda carezza sulla gamba lasciata scoperta dalla gonna.

Una promessa alla quale Giada non rispose.

In albergo si premurarono di cambiarsi d'abito per mettersi più comodi e di chiudere le valigie. Avrebbero comprato qualcosa per strada se avessero avuto fame.

Mentre Giada sistemava le ultime cose, Piero controllò eventuali voli last minute per Napoli.

-'Il primo volo disponibile è per domani mattina alle 10.10'- informò mortificato 

Giada si voltò verso di lui con un'aria afflitta

-'ho bisogno di arrivarci prima'- confessò lei con gli occhi lucidi

-'andiamo in macchina, sono circa nove ore, per le tre di domani mattina stiamo a Napoli'- decise di getto Piero guardando l'orologio che aveva sul polso destro.

Sapeva quanto Giada amasse i genitori, sapeva anche quanto fosse preoccupata per loro, sapeva sopratutto che non sarebbe stata tranquilla a Marsala fino a domani mattina.

Ormai avevano salutato tutti, tanto valeva mettersi in viaggio e rendersi utile.

-'te la senti?'- domandò Giada singhiozzando.

Una domanda che Piero non si aspettava, un tono dolce che da tempo lei non usava con lui, uno sguardo di dolore che straziava l'anima del tenore.

Si avvicinò sistemando il cellulare in tasca e appoggiò entrambe le mani sul viso bagnato di Giada

-'tutto pur di farti stare un pò più serena'- ammise mentre le asciugava le lacrime.

Il tempo di sistemare le valigie e i bimbi in auto, e partirono alla volta di Napoli.

Fu un viaggio lungo, si fermarono in un agriturismo trovato per strada per far cenare i bimbi che in auto crollarono esausti. Gaetano e Celeste dormivano nei seggioloni da viaggio sistemati dietro mentre Gioia dormiva nel sediolino accanto al papà concentrato alla guida.

-'Dormi un pò'- consigliò Piero guardando Giada dallo specchietto retrovisore

Lei si limitò al diniego, troppi pensieri le affollavano la mente, troppe paure le pesavano sul cuore.

-'sei esausta e domani ti aspetta una lunga giornata'- ci riprovò ancora lui

-'non ci riesco'- rispose Giada concedendosi un lungo sospiro mentre si strofinava gli occhi stanchi e metteva su un tenero broncio che non sfuggì a Piero il quale sorrise in maniera dolce procurando confusione in Giada

-'il tuo broncio'- spiegò sintetico Piero

Giada decise di non dar seguito a quell'osservazione puntando il suo sguardo fuori dal finestrino ricordando la chiamata del fratello, sperando che non fosse nulla di grave, pregando che tutto si risolvesse nel migliore dei modi.

Piero, durante il viaggio, si fermò soltanto un'altra volta per un caffè che lo aiutasse a tenere gli occhi aperti; intanto sentì i genitori e Francesco spiegando loro cosa stesse accadendo.

Arrivarono alle prime luci dell'alba in una Napoli che ancora dormiva.

Si fermarono prima a casa della cognata per  lasciare i bimbi che ancora dormivano per poi recarsi in ospedale e capire finalmente la gravità di ciò che era successo.

Nella sala d'attesa Giada e Piero trovarono Gerardo, il fratello di Giada,seduto su una sedia scomoda, con le mani tra i capelli.

-'come stanno?'- chiese Giada bloccata vicino alla porta incapace di muoversi

Gerardo alzò gli occhi gonfi e arrossati

-'mi spiace Già, mamma non ce l'ha fatta'- ebbe modo di dire l'uomo prima di accogliere la sorella tra le braccia e piangere insieme per quella grave perdita.

Piero si gelò sul posto.  Aveva da sempre amato quella donna: la sua tenacia nel risollevare la figlia nei momenti più difficili, la sua riservatezza nel matrimonio tra lui e Giada, la sua disponibilità nell'accudire i nipoti. Aveva sempre avuto un consiglio, un abbraccio, un sorriso per tutti.

Si ricordò di quando Giada le presentò Piero come suo compagno:con il suo accento napoletano lo mise in guardia minacciandolo qualora avesse fatto soffrire lei o la piccirella per poi accoglierlo con affetto e con calore facendolo sentire amato fin da subito. 

Ricordò di quando aveva parlato con Giada invitandola a perdonare il marito, dopo il bacio di Stefano. Ricordò di quanto fosse brava a cucinare, bravura ereditata poi da Giada. Ricordò tutte le volte che quella donna si sedeva sul tappeto a giocare  con i nipoti. La mente fu presa d'assalto dei mille e più ricordi legati a Rachele, ricordi che avrebbe conservato per sempre nel cuore e che avrebbe condiviso con i figli permettendo loro di non dimenticarsi mai di nonna Chela.

Un nodo alla gola lo obbligò a deglutire più volte ma inutilmente.

Dopo non pochi minuti ad osservare Giada piangere tra le braccia del fratello, il tenore si avvicinò ai due.

-'come sta Salvatore?'- chiese con voce flebile ridestando sia Giada che Gerardo.

-'le condizioni sono grave ma stazionarie'- rispose l'uomo con voce rotta dai singhiozzi.

Non ho commenti da fare!

Grazie...

Un abbraccio ...


1.Sono qui, vivimi - (sequel E Sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora