Heart quake (part 1)

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La Cyclette, riposta giù in cantina, sembrava un reperto di guerra: piena di polvere, nera di sporco e con i pedali tristemente penzolanti ai lati.
Stiles Stilinski si mise di buona lena, quel pomeriggio, a pulire l'attrezzo ginnico, nella sua stanza. A che scopo? Usarla, ovviamente. Aveva perso troppa massa muscolare in quel periodo di depressione e ansia, e per questo aveva deciso di voler tornare un minimo in attività. Il suo corpicino l'avrebbe ringraziato.

Lo studio? Poteva aspettare anche in eterno. Il giorno dopo Stiles e l'intera classe di economia sarebbero partiti per le finali di Lacrosse a Città del Messico, e il ragazzo voleva essere pronto. In forma.
La parte del pappamolle non era mai stata la sua, in fondo.
Basta drammi, era arrivato il momento di reagire.

La chiacchierata con Lydia Martin, che era rimasta ben otto ore di fila a casa Stilinski , ad improvvisare un' interminabile seduta di psicoterapia, aveva dato i suoi frutti, anche se non così facilmente.
Stiles capì di avere un disperato bisogno di ritrovare quel ragazzino impertinente e impiccione, che era ancora dentro di lui, il quale chiacchiericcio mancava persino al professore di economia, il Coach Finstock.

«Stiles, non puoi rovinarti l'esistenza e soprattutto l'ultimo anno di liceo assomigliando ad uno zombie! Per questo ho deciso di aiutarti a liberare il peso opprimente che ti assale, e soprattutto ti darò qualche consiglio per conquistare Derek, anche se sembra impossibile...» aveva proclamato Lydia, piombatagli in casa il giorno prima, con un quaderno rosso e una penna in mano.
Il ragazzo si era trattenuto e non poco, dato che voleva sbatterla fuori, per poi rendersi conto che lei era l'unica, oltre a Cora -non sapeva che anche Derek ne fosse al corrente- a conoscere la sua bisessualità. Danny e Ethan, pensavano che Stiles si divertisse e basta con Jeremy al locale gay, non che ne fosse stato propriamente attratto, e la minore degli Hale non aveva nemmeno idea dell'interesse che Stiles provasse per il fratello.

Cora e Stiles non si erano visti durante il pomeriggio, dopo che il ragazzo era scappato dal loft, insultato, a suo dire da Derek. Lo Stilinski si era diretto a casa, sbarrando finestre e porte, maledicendo il mondo.
Il miglior modo di espellere Derek dalla sua testa era quello di uscire tutte le sere con ragazzi diversi, nel gay club.
Nessuno il mattino dopo avrebbe mai ricordato i suoi occhi ambrati: la quantità di alcol che scorreva nel loro corpo era esorbitante, grazie al cielo.
L'unico piccolo senso di colpa di Stiles era il fatto che lui li stesse decisamente sfruttando per i suoi piaceri personali, ma comunque a buon rendere: erano stati tutti quei ragazzi anonimi a permettere al cuore di Stiles di non inaridirsi e al freddo vuoto del suo essere di scaldarsi.

Lydia, da buona testarda, non mise in atto la promessa di lasciarlo stare e non tediarlo, e per quello, forse, Stiles avrebbe dovuto ringraziarla a vita.

La Martin, padrona in casa di altri, era salita senza troppi complimenti al secondo piano, era entrata in camera e si era seduta comodamente sul letto di Stiles, esordendo così: «Il trucco è di far finta di lasciarlo perdere, allontanarlo. Se tu fai in modo di distanziarti dal lui, ti comporti in maniera distaccata, è possibile che potrebbe insospettirsi e avvicinarsi a te. E' matematico. Se prova un minimo di interesse e tu agisci così, cadrà ai tuoi piedi. Devi essere sfuggente con lui!».

Stiles, intento a sistemare i pedali della Cyclette, ripensò alle parole della ragazza, il pomeriggio precedente.
Lydia Martin che aiutava Stiles Stilinski a conquistare Derek Hale.

«Sfuggente? Dovrei essere sfuggente con uno che ha minacciato di tagliarmi la gola con i denti? Grazie ma passo, e poi le parole "conquistare" e "Derek Hale" non dovrebbero avere il permesso di stare nella stessa frase. E' più facile che tu vinca un maledettissimo premio scientifico!» aveva risposto il ragazzo, quando Lydia aveva svelato il motivo della sua presenza.

«Io vincerò prima di quanto tu creda, e comunque da dove salta fuori tutto questo pessimismo? Stiles, tu hai bisogno di consigli, anche Derek avrà un lato romantico, no? E' poi è un modo per tirati su di morale: sarò la tua Louise Roe, se necessario» aveva detto lei, traboccante di entusiasmo.

«Chi?»

«La conduttrice di Plain Jane, no? Anche se per te è meglio essere definito "Average Joe", un ragazzo che latita in autostima, ha poca fiducia nel mondo ed è entrato in una spirale depressiva, ma che ha una cotta segreta per un certo moro tenebroso, nel tuo caso. Io sono qui per farti tornare il sorriso, e rendere tuo quel moretto!»

«Musone e acido» aveva aggiunto Stiles stizzito.

Lydia non si perse d'animo. «Allora, ascoltami, va bene? Tu domani vieni con noi a fare shopping. Ti distrai da tutto e ti diverti con i tuoi amici. Devi ridere, ridere e basta, anche per finta. Vedrai che riderai davvero alla fine. Per quanto riguarda Derek, il primo passo è ignorarlo, ma appena lui si smuove un attimo, tu chiami me, ok?»

«Mmmh" il ragazzo, dopo un'occhiataccia della Martin, aveva annuito. "Ok, verrò con voi a fare shopping, ma non voglio stare troppo in giro...»

«Non preoccuparti per questo, il tempo lo decideremo noi. Quindi, domani pomeriggio verremo sottocasa a prenderti. Ah, a proposito, ricordati che non puoi rifiutare, dato che, tolto Danny, ti metteresti contro quattro lupi mannari, una volpe assassina, una banshee e una cacciatrice di lupi. Non ti conviene opporti alla nostra legge» aveva decretato Lydia, fiera.

Stiles capì che non c'erano vie d'uscita. «Ok, ok, vengo, ma cosa ci fai con un quaderno?» aveva chiesto lui, notando solo successivamente il blocco di fogli rosso, che la ragazza teneva in mano.

«Una seduta di psicoterapia. Devi uscire fuori dal buco nero in cui sei finito e dato che sono diventata esperta in questo campo, ho pensato di poterti dare una mano!»

Aveva fatto proprio bene, quella chiacchierata con Lydia. Stiles, all'inizio dubbioso e chiuso, aveva rivelato tutte le sue preoccupazioni di quell'ultimo anno, gli incubi, le allucinazioni, l'ansia costante, il panico che il ragazzo provava, e più proseguiva nel discorso, più sentiva che l'oscurità nel suo essere stava diventando un lento grigiore. Bastava proprio poco per accendere definitivamente la luce.
Lydia era la consigliera perfetta. Sapeva Stiles, che c'era qualcosa di magnifico in lei, solo che la ragazza se ne era resa conto relativamente tardi.

«Ecco fatto» il ragazzo si sedette sulla Cyclette, con un leggero sorriso sulle labbra. Era stato produttivo, quel giorno, a scuola non aveva preso D e soprattutto attendeva con una gioia che non provava da troppo tempo, il momento nel quale avrebbe incontrato il resto del gruppo.
Niente caccia a mutaforma assassini, solo un piacevole e stancante pomeriggio di shopping con i suoi amici.

Labyrinth (ITA)  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora