Il tintinnio del flute, uno dei migliaia utilizzati per servire gli spumanti in quello che pareva il locale più alla moda della città, produsse un suono leggero e anonimo, che al contrario, ebbe lo stesso effetto dello scoppio di una bomba.Non era colpa del contenitore, in fondo, ma di chi lo teneva tra le mani.
Una dea bionda, che aveva ricevuto proposte di ogni tipo da quando aveva messo piede nel “Nuvo”, a causa del tacco dodici indossato e uno strano magnetismo animale, si ritrovò ad osservare sorridendo malignamente, un quartetto chino vicino al balcone, che tentava di rianimare un ragazzo da ormai qualche minuto.Ricordava bene il volto di quel tizio, i capelli sparpagliati e il colore ambrato degli occhi. Aveva ammirato lo stesso adolescente, quella mattina, attraverso un dispositivo elettronico, essendo stato il soggetto dello sfondo di un cellulare.
La musica nel locale, constatò la giovane che di nome faceva “Yvita”, aveva acquistato meno artificiosità elettroniche, e più veridicità, semplicemente con l’aggiunta di una batteria, una chitarra e un gruppo di sbarbatelli con una buona estensione vocale, che si stavano esibendo sul palco.
Yvita permise al liquido color perla che riempiva il flute di roteare su sé stesso un paio di volte, prima di avvicinarlo alle labbra tinte di viola, per sorseggiarlo lentamente con gusto.
Era arrivato il momento di mettersi in mostra anche con quei ragazzi.Il fracasso duro della batteria, che permetteva alle pareti e a qualche zona remota del petto di vibrare con forza, suonò poco distante dal capannello preoccupato: il rumore insistente, insieme ai ripetuti schiaffi donati poco gentilmente da Isaac, diede modo al ragazzo accasciato a terra, di riprendere conoscenza.
Il rimbombo dello strumento non poteva passare inosservato per tutto quel tempo, in fondo.
Stiles aprì gli occhi, illuminati dalle luci al neon, avvertendo la bocca impastata e il battito nel petto scandito a ritmi irregolari: un pressante senso di intontimento e angoscia, che quasi gli mozzava il respiro, sommato ad una confusione immane a causa dei mille colori attorno a lui, quasi lo stavano riportando nello stato di incoscienza.
Ci volle qualche secondo, al ragazzo, per riconoscere gli amici, ricordare l’ambiente e soprattutto il motivo del suo svenimento.Le immagini di qualche minuto prima, il momento nel quale stava per svenire, gli balzarono alla mente di scatto, permettendogli di rimettersi in piedi, seppur con fatica.
«Derek!» esclamò il ragazzo, scandagliando la strada dal balconcino, alla ricerca dell’ Hale. Il cuore gli martellava in gola, a stento si reggeva in piedi senza barcollare, eppure fiumi di risoluzione iniziarono a scorrergli nelle vene.
Grande fu lo stupore dello Stilinski, quando non vide nessuno in strada.
Sguardi sorpresi si accavallarono tra i ragazzi, impressionati dall’inquietudine di Stiles: perché essere così ansioso per Derek senza un motivo apparente?
Il ragazzo non si faceva vedere da quella mattina, e un nightclub nel centro della città sarebbe stato l’ultimo posto che l’Alpha avrebbe voluto frequentare.
Stiles pareva quasi fuori di sé, correndo per tutto il balcone, dondolando a causa della mancanza di equilibrio.Lydia decise che era arrivato il momento di bloccare quella sua folle corsa, afferrandolo per un braccio e fermandolo appena davanti a loro.
Il ragazzo si accasciò, ansimando, gli occhi spalancati fissavano il volto preoccupato della giovane.«Stiles respira, stai diventando paonazzo! Non c’è nessun Derek in strada! L’avrai sognato mentre eri svenuto!»
Cora gli porse un bicchiere d’acqua, che il ragazzo afferrò con mani tremanti, portandolo alle labbra. Il contatto con il vetro freddo e la freschezza dell’acqua gli calmarono il respiro e soprattutto il ritmo cardiaco, che stava raggiungendo livelli preoccupanti.
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Labyrinth (ITA)
FanfictionIspirata dall'episodio "Motel California" di Teen Wolf Il buio nella vita di Stiles Stilinski, che nasconde la sua enorme cotta per Derek Hale, raggiunge l' apice quando la squadra di Lacrosse e l'intera classe di economia, viaggiano verso il Messi...