Find me (Part 2)

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«La partenza è qui, ovvero il reparto della carne, mentre l’arrivo è quello delle bibite. E’ il corridoio più lungo del supermercato. Chi vince ha diritto ad un pupazzo, ok?»

«Scott è la quinta volta che gareggiamo, maledizione! Per quanto vorrai andare avanti? A quest’ora addirittura avremmo dovuto avere tre peluche tu e uno io…»

«Questa è l’ultima Stiles, davvero! Preparati! Tre, due… uno…!»

I bambini si misero in posizione, afferrando con foga la sbarra del carrello, per poi iniziare a correre per tutta la lunghezza del corridoio, il carrello che creava un rumore simile a quello di mille tamburelli che suonavano tutti insieme. 
Non c’erano tanti clienti, per fortuna: Scott e Stiles, con i sorrisi a trentadue denti, corsero con i carrellini pieni di bibite e merendine, scontrandosi e rischiando di cappottarsi un paio di volte, il contenuto del carrello che poteva essere decisamente in pericolo. 
Non era la prima volta che giocavano in un supermercato, anche se il loro atteggiamento infastidiva le madri li accanto, stufe di dover continuamente rimbrottare i figli. 
Non potevano non lasciarli giocare, le due donne, dato che in fondo il corridoio era praticamente vuoto: e poi i due ragazzini avevano solo 6 anni…

«Scott, sei più veloce, non è valido!!» urlò Stiles, riuscendo a raggiungere l’amico, con un impeto di orgoglio. 
Il suono dei carrelli si placò all’istante, e il supermercato tornò tranquillo, con solo un po’ di musica allegra di sottofondo. 
Scott e Stiles avevano il fiatone, ma ridevano a crepapelle, sapendo di essersi comunque divertiti un sacco. 
Melissa e Claudia si avvicinarono ai due bambini con uno sguardo contrariato, anche se in mano avevano un peluche ciascuna.

«Va bene, avete vinto entrambi, ora per favore smettetela di correre e stateci vicini…» ordinò Claudia, perentoria.

«Va bene mamma» Stiles sorrise, e la madre si sciolse. Non poteva resistere ad uno sguardo allegro del figlio, il suo punto debole.

«Ecco a te il peluche, Scott.. l’abbiamo appena comprato, dato che avete urlato il risultato della vostra scommessa a tutto il centro commerciale…» 
Scott ridacchiò, ricevendo il peluche del suo animale preferito e per il quale aveva una vera e propria ossessione, ovvero un serpente enorme e con uno sguardo fiero.

«Stiles, per te un lupacchiotto, dato che mi sembri abbastanza fissato con questi animali..»

Stiles annuì convinto, trascinando il carrello verso la cassa, copiando i gesti di sua madre.

«Oddio mamma, grazie! Amo i lupi, è vero..e poi lo sai che un lupo mi protegge, lo so, lo sento. Non si è ancora mostrato, eppure c’è, e non vedo l’ora di incontrarlo...»

«Smettila Stiles con queste storielle, altro che lupi, sono i serpenti i veri animali che proteggono, solo che la gente non lo capisce..»

«Scott, ma che dici?? I serpenti strisciano e sono disgustosi..«» Stiles fissò l’amichetto convinto delle sue parole, senza aggiungere che in fondo, aveva paura di questi animali. 
Scott, d’altro canto, scosse la testa, accarezzando il proprio animaletto, rosso e morbido. «»Alcuni serpenti sono buoni, Stiles…»

Mc Call chiuse gli occhi, accarezzando piano la testa dell’animale, che con un movimento repentino ed inaspettato, spalancò gli occhi.

-

La vegetazione pallida e smunta spaventò Scott, che aprì gli occhi distrattamente, abituato a correre in mezzo ad alberi sempreverdi e soprattutto vivi. 
Faceva decisamente freddo nella foresta, si poteva sentire dappertutto: penetrava nelle viscere, così come attorno, dentro e fuori dal bosco. Sembrava quasi che alberi, cespugli e sottosuolo fossero completamente paralizzati dalla paura.
Scott non potè non evitare di essere coinvolto in questo strano senso di tensione, nonostante attorno a lui, tutto fosse di un particolare color perla, che tecnicamente poteva aiutarlo a rilassarsi. 
La sua schiena, però, era estremamente calda, quasi come se fosse accanto ad un calorifero: il giovane, rimasto solo con un paio di pantaloni e una canotta scura, si voltò curioso, per capire cosa esattamente sostasse alle sue spalle di così caldo, trattenendo un urlo.

Labyrinth (ITA)  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora