Sacrifice (Part 13)

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Ecco a voi il capitolo finale...
Dopo questo avremo l'epilogo...
Stay tuned!

Non c’era più un fulmine a squarciare il cielo con la sua presenza: dalla breve comparsa dell’aurora boreale in poi, solo la pioggia aveva fatto compagnia al gruppo e agli ultimi due combattenti.
Scott e Kira erano completamente ricoperti di ferite, bagnati fradici e combattevano usando ormai gli ultimi residui della forza regalata loro dallo Xocoatl.
Eppure, nonostante i ripetuti colpi, Tlaltecuhtli sembrava immune al dolore o ai graffi.
Riceveva un pugno, un calcio sul volto, una gomitata nel torace, una scarica elettrica sul petto, e si rialzava, si riprendeva all’istante, come se non fosse accaduto nulla.

Kira prese la rincorsa, tirando al mostro un calcio volante, colpendolo con forza sul mento: un fluido biancastro uscì dalla bocca del mostro, prima che la leggera ferita appena provocatagli scomparisse all’istante.

Dall’angolo di chi riprendeva le ultime forze, nessuno pareva possedere il benché minimo ottimismo: «»Non possono farcela, non possono farcela…«» squittì infatti Lydia, gli occhi sgranati a fissare Scott, che nonostante utilizzasse tutta la forza del vero Alpha, sembrava ormai messo alle strette.

La Martin vide il mostro colpire Kira sul fianco, facendola ruzzolare sul terreno, Scott preso dalle spalle e fatto volare verso l’albero più lontano, vicino ad Allison, con un tonfo da far venire i brividi.

«Scott! Maledizione, me lo sentivo…» Lydia si portò una mano alla bocca, le labbra serrate per la terza volta quella sera. Aveva un presentimento, sapeva che qualcosa di tragico stava per avvenire, l’urlo strozzato in gola che tentava in tutti i modi di uscire.

Scott venne soccorso subito dal resto del branco, le vene scure dei lupi in grande risalto.

Trampa, dall’alto della sua postazione e decisamente più nervoso e inquietante, squadrò ad uno ad uno i ragazzi, chi in lacrime, chi rannicchiato vicino al proprio fidanzato o alla propria fidanzata, chi per terra ansimante.

«Arrendetevi. Offritemi i vostri poteri di guardiani della luna e potrei lasciarvi andare intatti. Volete continuare a combattere? Bene, verrete massacrati dalla forza di Tlaltecuhtli. A voi la scelta, ragazzini. Non mi sembrate però così privilegiati da scegliere qualcosa, adesso come adesso, o sbaglio?»
Il ghigno dell’uomo si allargò a dismisura, l’intera bocca che copriva selvaggiamente il volto.
«D’accordo. Solo perché sono magnanimo, e vedo che siete in difficoltà, ho deciso di concedervi cinque minuti di pausa.
Cinque lunghi minuti, nei quali potete scegliere quale destino preferite. Avanti…non deludetemi…» terminò l’uomo, quasi divertito dalla condizione nella quale i suoi nemici si trovavano.

I ragazzi non perdettero tempo, spostandosi tutti nella zona più lontana da Trampa, vicino ad Allison, Isaac e un distrutto Scott.
Kira raggiunse gli amici quasi strisciando, debole e affranta; era arrivato il momento di improvvisare piani che molto probabilmente sarebbero stati più un pericolo che altro.

«In cinque minuti non r-riusciremo mai a guarire…siamo distrutti, completamente ko… f-forse…forse è m-meglio arrenderci e tornare a casa s-sani e salvi…» borbottò Allison, con voce roca per la troppa pioggia che aveva preso.

«Io non voglio abbandonare i miei poteri, non mi importa. Voglio combattere fino alla fine…» esclamò Derek, con Cora di fronte a lui che annuiva. Era difficile, se non impossibile, convincere gli Hale a smettere di combattere.

«Ma siamo tutti deboli e ormai indifesi. E il processo di guarigione è lungo per tutti...non ci rimane altro da fare, mi dispiace…» continuò Allison, convinta.

«Allison lo sai..non torneremo tutti a casa, e questa è una sensazione certa, ormai. E poi fattene una ragione. Sono lupi, non si arrenderanno facilmente…» decretò Lydia con voce rotta, le lacrime che le scorrevano sulle guancie con lo stesso ritmo delle gocce di pioggia, fredde e salate.

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