La strada era un deserto, quella sera, in quella zona della città. Sembrava quasi di essere in una località fantasma, se non fosse stato per le solite luci dei negozi, che illuminavano ad intermittenza, come quelle dei lampioni, i volti di tre giovani guerrieri che quella sera, preferivano viaggiare in incognito.Allison Argent, capelli raccolti in una morbida coda e con indosso un paio di jeans e una t-shirt, guidava in silenzio la propria automobile, lanciando di tanto in tanto un’occhiata al sedile del passeggero. Isaac Lahey stava immobile, sdraiato con il poggia testa a sostenergli il collo e zampe di gallina attorno agli occhi, strizzando gli occhi così violentemente da permettere quasi di poter sentire le rotelle del suo cervello che giravano.
La macchina non era priva di rumori, seppur soffusi: il movimento dell’auto andava a ritmo così tanto sia con lo strimpellare della chitarra proveniente dalla radio, che col tono soffuso della cantante, intenta ad intonare la sua simil- ninna nanna, da sembrare quasi la scena di un video musicale.Allison si trovò a picchiettare le dita contro il volante, a ritmo della canzone, lanciando di tanto in tanto qualche sguardo ai sedili posteriori, dove Lydia Martin, con un semplice abito color carne accompagnato da un motivo di fiori enormi, blu come il cielo al tramonto, riposava tranquilla, senza dormire.
Fosse stato per loro tre, quella sera sarebbero rimasti a casa di Allison per allenarsi tutti con arco e freccia, e non a provare a colpire stupidi pali in miniatura con una palla pesantissima al bowling.
«Non me la ricordo, maledizione» sbottò Isaac, quando le luci dell’insegna del locale ricordarono loro che Beacon Hills comunque andava avanti, e l’idea di città fantasma era solo la loro.
«Cosa?»
«Una canzone. Ho sentito il titolo ieri, anche il ritmo…mi piaceva, ma non ho segnato il nome del cantante» sbuffò Lahey, stringendo il pugno sul finestrino.
«Tu che non segni il titolo di una canzone? Non ci posso credere» esclamò Lydia, leggermente stupita. La giovane abbozzò un sorriso, che le riuscì meglio di quello che credeva, dopo aver quasi dimenticato l’utilizzo dei muscoli facciali.
Forse un po’ tutti avevano dimenticato come si sorridesse, tanto che la stessa Lydia era obbligata a praticare esercizi di stretching ai muscoli del volto almeno due volte al giorno, per evitare i crampi.
Non riusciva nemmeno a fingere di sorridere, quando doveva mettere del blush sul volto per ravvivarlo, abitudine che aveva comunque perso senza ritegno, così come quella di coprire le occhiaie sempre più profonde che si stavano materializzando sul suo volto.Nessuno di loro ricordava più come fosse stata la loro vita, un mese, due mesi prima.
Ora la concentrazione per gli allenamenti, le ronde notturne a guardia della città e lo studio sfrenato scandivano le loro giornate, senza che si lamentasse nessuno, tranne i loro genitori e Deaton.«Non ci ho pensato. Avrei potuto segnarmela, è vero» Annuì Isaac.
«Kira l’avrebbe fatto, e ti avrebbe rimproverato» scosse la testa Allison, l’unica tra tutti che riusciva a pronunciare il nome dell’amica ad alta voce, dopo un mese.
Il trio parcheggiò accanto ad una moto giapponese, la quale marca era la preferita della loro migliore amica. Nessuno provò a fermare la sensazione di nausea che rapidamente saliva dallo stomaco.
«Lo so» Isaac legò la propria mano con quella della giovane Argent, i palmi caldi che si sfioravano, con Lydia dietro di loro a testa bassa, passo svelto e i tacchi che rimbombavano, pur non essendo così alti.
Nessuno notò il loro arrivo.Allison si guardò intorno con circospezione, osservando gli sguardi raggianti di decine di persone, la quale missione quella sera era semplicemente di fare strike.
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Labyrinth (ITA)
FanfictionIspirata dall'episodio "Motel California" di Teen Wolf Il buio nella vita di Stiles Stilinski, che nasconde la sua enorme cotta per Derek Hale, raggiunge l' apice quando la squadra di Lacrosse e l'intera classe di economia, viaggiano verso il Messi...