La luce soffusa delle lampade, nella stanza 604, contrastava con quella accecante proveniente dalle migliaia di lampioni e illuminazioni all’esterno, quasi non ci fosse nemmeno il bisogno di accenderle, sfruttando la potenza delle luminarie cittadine.
Sembrava che il gruppo avesse organizzato un incontro mistico, come se volessero richiamare un paio di spiriti dall’aldilà.Certo, avere Lydia a portata di mano aiutava, in questo senso, ma non era il loro obiettivo primario.
Per ora….
I ragazzi, curiosi e semi affamati, si disposero a cerchio sul pavimento scuro; il fatto di non aver mangiato molto per cena, (la previsione di un panino del fast food allettava e parecchio le loro papille gustative),e soprattutto essersi sorbiti gli sguardi atterriti di Danny e Kira, aveva dato un paio di motivi legittimi per aspettare quell’incontro chiarificatore.
La camera scelta per la riunione, quella della Yukimura e di Cora, fu quindi il «»teatro«» prescelto da Kira per spiegare le scoperte di quella sera, e soprattutto, decidere finalmente un piano di gruppo, per provare ad estirpare la minaccia una volta per tutte.
«Allora?» sbuffò Cora, dopo qualche minuto, sorseggiando un po’di coca cola dal tipico bicchiere di carta rosso. La ragazza indicò con un movimento rapido della testa, la propria compagna di stanza, aspettando che iniziasse a spiegare.
«Allora cosa?V-vuoi sapere il gusto del panino? Ho preso un cheeseburger con cheddar e brie» spiegò Kira, facendo finta di cadere dalle nuvole.
«No Kira non iniziare con i giochini, per favore vai al sodo. Siete arrivati a cena tutti sconvolti, abbiamo dovuto sorbirci i vostri sguardi fissi nel vuoto: adesso ci svelate subito cosa avete scoperto» rimarcò Lydia, annuendo minacciosa verso l’amica.
Danny e Kira si guardarono confusi, prima di prendere un grosso respiro.
Essere lì tutti riuniti, con una decina di occhi puntati addosso e orecchie drizzate apposta per sentirli confessare, li metteva a disagio: semplicemente non sapevano da che parte iniziare.
Forse era meglio andare subito al sodo, perché non aveva molto senso mettersi contro gli sguardi minacciosi di Cora e Lydia.«Avete mai sentito parlare del Peyote?» chiese Danny, osservando soprattutto la reazione della Martin, scommettendo che lei aveva già idea di dove il discorso sarebbe andato a parare.
La ragazza, senza infatti smentirsi, si portò una mano alla bocca di scatto, in un gesto rapido che fece rovesciare dal proprio vassoio buona parte delle patatine, spedendole sul pavimento.«E’ una pianta allucinogena, è usata per riti sciamanici in Messico, e c’è gente che ne abusa.. viene spacciata dai narcotrafficanti ancora oggi, ed è una delle droghe più potenti in giro. Ne ho sentito parlare, sì. Quindi volete dire che è colpa del peyote se ci siamo ridotti così?E’ il polline proveniente dal Peyote che ci ha fatto perdere la testa?» la rossa giunse come sempre prima degli altri alle conclusioni azzeccate.
Era questione di abitudine.
«E dimmi Lydia, perché non hai fatto questo ragionamento prima, quando ancora potevamo avere un briciolo di sanità mentale in più?» chiese sarcastico Stiles, seduto contro il letto.
«Perche ancora non sapevo di che fiore si trattasse esattamente, genio. Ne ho sentito parlare ma non l’ho mai visto, prima di venire qui in Messico, e quindi non avrei saputo riconoscerlo. Comunque fossi in te mi guarderei le spalle da qualcuno che ti sta mangiando tutte le patatine…»intimò lei, esasperata, raccogliendo da terra le proprie e indicando Derek di fianco a Stilinski. L’Hale, infatti, stava rubando tutti i piccoli filamenti fritti dal vassoio di Stiles, tentando di non farsi vedere dall’amico.
Il lupo venne colto sul fatto, arrossendo vistosamente.
«’Mbebo ancoua fame» tentò di spiegarsi, parlando con la bocca piena.
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Labyrinth (ITA)
FanfictionIspirata dall'episodio "Motel California" di Teen Wolf Il buio nella vita di Stiles Stilinski, che nasconde la sua enorme cotta per Derek Hale, raggiunge l' apice quando la squadra di Lacrosse e l'intera classe di economia, viaggiano verso il Messi...