Non aveva capito cosa esattamente lo avesse svegliato, fatto stava che un minuto prima era disteso sul letto, a rilassarsi con la Cyclette splendente a lato, e un minuto dopo si ritrovava legato come un salame, in camera sua, grondante d’acqua e con una leggera sensazione di stordimento addosso.
Una figura si stagliava, alta e fiera, davanti a lui. Stiles mise meglio a fuoco la persona, che nel frattempo si stava sedendo.
«Non hai risposto alle chiamate, mi spiace, ma era l’unico modo per svegliarti» Cora Hale, con un ghigno che le traspariva sul volto, era seduta ai piedi del letto, di fronte al ragazzo. In mano aveva una bottiglia d’acqua e un’altra corda.
Stiles non capiva come gli Hale fossero sempre così burberi.
«Cosha, che cosa vuoi? Dormivo?» Stiles, sfregandosi gli occhi, ancora assonnato, si guardò attorno spaesato, mentre iniziava a sentire definitivamente delle voci fuori dalla sua finestra. Erano i suoi amici che lo stavano aspettando.
«Pronto? C’è nessuno? Non ti sarai dimenticato lo shopping? Non che sia tra i miei passatempi preferiti, ma sai, è un modo per stare con gli amici, ti ricordi? L’uscita tutti insieme. Lydia mi ha assicurato tu fossi presente!» spiegò la Hale ad uno Stiles, ancora leggermente stordito.
Il ragazzo saltò in piedi traballante, cadendo sul dorso. «Mi ero dimenticato! Lo shopping! Sai, ero alle prese con la cyclette» rispose, indicando l’attrezzo ginnico.
«Si, ma quando sono arrivata, tu stavi dormendo beatamente, e dato che non davi segno di volerti svegliare, ho pensato che farti uno scherzo potesse essere divertente. Non importa. Sarà meglio uscire, ci aspettano, siamo già in ritardassimo. Sono le tre e mezza del pomeriggio, l’appuntamento era alle tre a casa tua…»
La ragazza si alzò e si diresse dritta verso la porta d’ingresso, non facendo caso a degli strani sbuffi.
«Cosa cavolo…» Cora si voltò. Stiles non c’era.
«Non posso crederci, non ti sei nemmeno degnato di seguirmi, è la volta buona che te la stacco davvero quella testa» sbottò lei, alzando gli occhi e tornando verso la stanza del ragazzo.
«Credimi, avrei voluto, ma a meno che qualcuno di mia conoscenza impegnato a minacciarmi non venga a slegarmi all’istante, non credo di poter raggiungere gli altri strisciando» esplose Stiles, ancora legato e per di più finito a terra.
«Cosa stai dic- oh…» la ragazza arrossì leggermente. «Scusa, mi ero dimenticata di slegarti».
«Beata te. Diamine, a volte sei così fuori di testa, peggio di quel pazzoide di tuo fratello» Stiles si pentì di aver proferito quelle parole. Non tanto per Cora, che sorrise e lo slegò non prima di averlo fatto inciampare di nuovo, quanto per il fatto che lui doveva pensare meno possibile a Derek Hale.
«Sai Stiles, mi è dispiaciuto non aver parlato con te quando ti ho invitato a casa mia. Su questo hai ragione, mio fratello è un idiota» bisbigliò Cora, un po’ a disagio.
Stiles si bloccò un attimo, cercando velocemente di pensare ad una risposta convincente, che non andasse vicino alla verità.
«E’ acqua passata ormai, sto bene, e per quanto riguarda tuo fratello, ho deciso di ignorarlo» confidò il ragazzo, mentre i due erano arrivati all’uscio. Ecco, risposta adeguata. Il ragazzo stava facendo progressi.
«Va bene, acqua passata allora. Forza, andiamo» Cora lo spinse fuori di casa, con un grosso sorriso stampato sul volto.
Di fronte a casa Stilinski era parcheggiata una sola macchina, blu notte, la nuova monovolume di Allison, dalla quale proveniva uno strano caos, inusuale. Il rumore la dentro era paragonabile a quello di un pullman. Come faceva ad esserci tutto quel casino?
Il ragazzo non fece nemmeno a tempo a chiedersi cosa stesse succedendo, che il telefono squillò mentre era a metà del vialetto.
Jeremy.
Stiles aveva scambiato il numero del ragazzo col suo, pentendosene amaramente. Ok, era stato bello baciarlo nel club, e anche negli spogliatoi, ma ormai il ragazzo si era reso conto di non provare la benché minima attrazione verso di lui, dato che quelle volte che stavano insieme, la sua mente decideva di proiettare Derek Hale davanti a lui.
Il cellulare continuava a squillare, e Cora si voltò a metà strada.
«Non rispondi?» chiese, incuriosita.
«No. Non è importante…» ribattè lui, chiudendo la chiamata. La ragazza capì che stava parlando di Jeremy, ma fece uso del tatto che aveva a disposizione per non indugiare sulla questione.
Sapeva che in realtà il ragazzo non era propriamente innamorato di quello Smith, anche se non aveva ben capito per chi Stiles provasse qualcosa.
I due si avvicinarono fianco a fianco, e solo in quel momento Cora avvertì Stiles.
«Ascolta, ehm, credo che, per cause di forza maggiore, dovrò sedermi in braccio a te…»
« Scusa? C’è una macchina intera a disposizione e tu vuoi sfogare i tuoi istinti repressi sedendoti in braccio a me? Ha sei posti quella cosa!» chiese lo Stilinski, stupito.
La portiera si aprì, e Cora saltò dentro, con uno scatto felino. Una mano dolce e decisa, prese Stiles per la maglia e lo trascinò dentro, facendolo sedere in braccio alla mora, prima di chiudere la portiera.
L’accensione del motore fu il segno che l’autovettura stava per mettersi in moto.
Stiles dovette addirittura sbattere gli occhi un paio di volte, a causa dello stordimento post – sonnellino che ancora lo disturbava, per capire chi ci fosse attorno a lui, nella macchina che profumava di frutta esotica.
Nonostante i posti disponibili, la macchina, rivestita di interni color avorio, era decisamente piena. Troppo, per i gusti dello Stilinski, che si era comunque sacrificato, in nome di un po’ di divertimento.
«Stiles, ci hai messo un secolo! Una crisalide che diventa farfalla ci mette meno tempo!»
Di fianco al ragazzo, seduto in braccio a Cora, e non viceversa, c’era Lydia, seduta su un Aiden abbastanza compiaciuto.
Dopo di loro, fecero un cenno veloce con la mano Ethan e Danny, uno in braccio all’altro, intenti a giocare con il Nintendo dell’Alpha.
«Ehi amico, pensavo di dover usare le zanne e la mia potenza di vero Alpha per farti uscire da casa» decretò Scott, che lo salutava dai posti davanti, occupati dal ragazzo, Kira in braccio a lui, Isaac e Allison, che erano gli unici due a possedere un posto tutto per sé.
«Non c’era bisogno, mi sono solo addormentato, ehi Allison, Isaac» rispose lo Stilinski, mentre salutava Allison che gli sorrideva dallo specchietto retrovisore e Isaac, che gli faceva un gesto di vittoria con la mano.
«Come mai abbiamo usato una semplice macchina a mo’ di pulmino?» chiese Stiles, cercando di sedersi più comodo in braccio a Cora, maledicendo il fatto che stesse seduto sul grembo dell’Hale sbagliato.
«Perché volevamo andare a fare shopping insieme, e non volevamo problemi di orari. Quindi questa è stata decisamente la soluzione migliore» rispose Allison, allontanandosi sempre più da casa Stilinski, con il sorriso che le increspava il volto.
«Certamente, come una bella multa che prenderai da mio padre, che come ricordi è uno sceriffo, per “eccesso di passeggeri e non solo”...Allison, sai che non voglio metterlo a disagio in alcun modo, soprattutto dopo avergli nascosto per lungo tempo i vostri piccoli segreti innocui...» ribattè Stiles, che aveva passato l’inferno, prima di dover svelare la vera natura di Scott, Isaac, lo stesso Derek e gli altri ragazzi che stavano attorno a lui, tutti speciali e pericolosi allo stesso tempo.
«Quante storie amico: prendi un bel respiro e rilassati, oggi ci divertiamo e basta, non voglio nessuna lamentela, d’accordo? E poi abbiamo tutti le cinture» decretò Scott, mentre accarezzava dolcemente una ciocca di capelli di Kira.
Allison accese la radio, e un brano pop si diffuse attraverso gli altoparlanti.
Era allegro, coinvolgente e tutte le ragazze si misero a canticchiarlo, chi più intonata, chi meno. Anche Scott iniziò a canticchiare il pezzo, incredibilmente senza stonature. In due minuti tutto il gruppo di persone batteva le mani e urlava le parole della canzone, facendo scoppiare i timpani a Stiles.
“Chissà, se le cose fossero state diverse, forse adesso starei andando a fare shopping con Derek, nella mia Jeep scassata, senza tutta questa musica allegra, e magari avremmo semplicemente fissato fuori dal finestrino, osservando il paesaggio e sorridendo per il fatto di essere insieme. Mi sarebbe bastato decisamente” pensò Stiles tra sé e sé, prima di unirsi comunque al battito di mani, che proseguì anche dopo la fine della canzone.
«Wow, iscriverci tutti ad un concorso canoro, no? Cantiamo bene in gruppo» propose Kira, allegra, mentre la macchina svoltava a destra, con il centro commerciale sempre più vicino.
«Jackson cantava bene» decretò Danny, perso nel suo mondo, non rendendosi conto dell’effetto che potesse provocare quella frase.
Lydia, che stava ridendo ad una battuta di Cora, si voltò verso il ragazzo hawaiano, con un espressione triste è piena di rimorso. Aiden avvertì il disagio della Martin, ma rimase stranamente impassibile, e subito l’atmosfera gioiosa si raffreddò, e non poco.
«Jackson non è il vostro amico che sta a Londra?» chiese Cora dubbiosa, voltandosi verso Stiles. La ragazza non aveva capito come solo pronunciare il nome di quel ragazzo potesse far cambiare l’atmosfera da festosa a triste.
«S-si, è lui, ma non mi sembra il momento di parlarne adesso » tagliò corto lo Stilinski, notando il crescente disagio di Lydia.
La ragazza era stata veramente innamorata di Jackson: ancora ricordava l’ultimo giorno insieme, passato tra le lenzuola, cercando di diventare una cosa unica, tentando di non piangere.
La sua trasformazione in lupo e il fatto che si fosse trasferito a Londra aveva complicato terribilmente le cose tra loro, con l’addio tra i due che era stato dolorosissimo.
Per l’occasione il ragazzo aveva addirittura scritto una canzone per lei, cantata ad un falò di addio organizzato per il ragazzo.
Dopo un mese, forse a causa del loro orgoglio, il fuso orario impossibile e le loro vite che erano drasticamente cambiate, i due ragazzi non si erano più sentiti, ma Lydia teneva ancora la canzone che le aveva composto il ragazzo e a volte, si lasciava cullare dalla dolce melodia quando non riusciva a dormire.
«Si, è lui Cora, ma ormai i nostri rapporti si sono affievoliti fino a scomparire, quindi non mi sembra il momento di pensarci, e sì Danny, Jackson aveva una splendida voce» rispose Lydia, riprendendo un pizzico di autorità che le era familiare.
Solo Stiles si rese conto che la ragazza stringeva forte il cellulare, come se dentro quell’aggeggio ci fosse il suo cuore, probabilmente che batteva a ritmo della melodia della canzone.
Per questo Stiles non aveva mai avuto possibilità con Lydia: Jackson stato era troppo forte per lui.
………
«Oh, che palle » sbuffò Cora, qualche minuto dopo, nel quale si era ristabilito il vociare dei ragazzi e Lydia era tornata la solita chiacchierona.
«Con chi ce l’hai?» chiese la rossa, mentre ammirava l’effetto french perfetto delle sue unghie.
«Mio fratello, è un idiota. Vuole che venga per forza a casa ad una certa ora, per preparargli da mangiare. E’ un comportamento sessista , nessuno gli ha mai insegnato a cucinare?» sbottò la minore degli Hale, mentre rispondeva al messaggio del fratello con troppa foga.
Stiles rubò solo uno sguardo alla Martin, prima di capire che il discorso stava decisamente assumendo una brutta piega.
«Invitalo, no? Fallo venire a mangiare con noi» propose la rossa, con uno strano ghigno sul volto.
«Lydia noi non mangiamo fuori…» ribattè Stiles alla velocità della luce, ma il danno era ormai irreparabile.
«Stasera tutti al Burger King!» decretò la ragazza, prima che Stiles potesse proferire un’altra parola. La proposta fu accolta con entusiasmo dal resto del gruppo, che non vedeva l’ora di addentare un hamburger, dopo una stressante giornata in giro per negozi.
Stiles fece una smorfia, voltandosi verso il finestrino. Non era lui quello che doveva evitare Derek?
«Uhm, si, è un’idea. Gliela propongo» rispose Cora, che nel frattempo cercava di sgranchirsi le gambe, dato che la posizione nella quale era seduta da una ventina di minuti le aveva fatto addormentare i muscoli.
Stiles lanciò un’ occhiataccia a Lydia, prima di avvicinarsi al lei, sussurrandole all’orecchio: “Non eri tu quella che diceva che dovevo evitarlo??”
«Ignorarlo, Stiles, non evitarlo. E quale miglior modo di ignorare una persona se non quando ce l’hai attorno?» rispose lei a bassa voce, voltandosi verso il ragazzo.
«Questo discorso non ha senso!» esclamò lui, sempre bisbigliando.
«Lascia fare a me – sussurrò lei, prima di riprendere il normale tono di voce – allora Cora, cosa ha risposto tuo fratello?”
«Uhm-la ragazza controllò distrattamente il cellulare - sì, dice che viene»
«Digli di vestirsi bene » Annuì Lydia, con fare da saccente, fissando Stiles dritto negli occhi, prima di sorridere come se nulla fosse, e riprendere il dialogo con Aiden.
Stiles aveva l’impressione che la giornata sarebbe finita con qualche grosso guaio e qualche batticuore di troppo. Non che si lamentasse; sotto - sotto aveva voglia di vedere Derek, anche se il loro ultimo incontro non era stato uno dei migliori.
Dopo dieci minuti alla ricerca del parcheggio, i ragazzi scesero dalla macchina, per scatenarsi tra trucchi e vestiti.
Il complesso di negozi ospitato dal centro commerciale, spaziava da paninoteche, fast food, gioiellerie, fai da te, profumerie e negozi di abiti.
Entrate nel centro commerciale, le ragazze si guardarono un po’ attorno, senza notare l’aria condizionata sopra di loro che raffreddava l’ambiente, buttandosi sulle marche di abiti più costose: la più focosa in questo senso era soprattutto Lydia, che non aveva problemi di spese.
Scott e Danny passarono in rassegna tutto il reparto dei profumi, provandone il più possibile, e Cora rimase da un lato, a vedere come Isaac e Aiden erano diventati i fattorini di Allison e Lydia, dato che li stavano lentamente trasformando in grucce ambulanti.
«Uhm, andiamo a comprarci qualcosa» borbottò Cora, dopo molto tempo, ritrovandosi con Stiles, Kira e Ethan nel reparto dei vestiti.
«Beh, Cora io e te andiamo nella zona ragazze, abbiamo bisogno di tante magliette, in fondo in Messico farà caldo» disse Kira, trascinando con sé la ragazza.
Ethan e Stiles si allontanarono di poco dalle ragazze, avvicinandosi al reparto pantaloni maschili.
I due non avevano mai avuto un grosso dialogo, nel periodo prima della sconfitta di Deucalion e quando il Darach era ancora una minaccia. Il rapporto dell’Alpha con Danny e l’amicizia di quest’ultimo con Stiles, aveva però avvicinato molto i due, tanto da poter fare shopping insieme, quasi come buoni amici.
Senza dimenticare che Stiles aveva salvato Ethan dal suicidio, nel motel maledetto.
«Hai mai più sentito Jeremy?» chiese dal nulla Ethan, mentre afferrava un paio di pantaloncini rosso magenta, e li avvicinava per vedere come potessero stargli.
«No, figurati!»
«Ho visto che ti interessava parecchio, quella sera al locale… »
«Ehm, senti Alpha, non sempre le apparenze rappresentano la realtà. Io e Jeremy abbiamo scambiato qualche effusione, ecco, e basta!»
«Uhm, e non ti piace?»
«Non sono così, non sono come te Ethan, se è questo quello che intendi…»
«Non l’ho mai insinuato, sai? Ho solo pensato che potesse piacerti Jeremy, non c’è nulla di male.»
La conversazione fu interrotta bruscamente da Cora e Kira, che subissarono i ragazzi di borse e sacchetti, e si divertivano a scattare foto a caso attorno a loro.
«Fortuna che non siete ai livelli di Lydia» borbottò Stiles, mentre cercava di far stare tre scatole da scarpe e due borse piene di maglie in una mano e due pacchetti di smalti nell’altra.
«Perché, com’è Lydia?» Chiese Kira, incuriosita. Ai ragazzi basto solo svoltare l’angolo, per trovare un Aiden concentrato e impensierito, versione equilibrista, che cercava disperatamente di mantenere le decine di pacchetti e borse intatti.
Lo spettacolo fece prima sogghignare, poi sorridere e infine ridere di cuore Stiles, così come non succedeva da tempo. Scott, che insieme a Danny aveva raggiunto gli altri, fu il primo a notare la cosa.
«Ehi amico, era da una vita che non ti vedevo così allegro!» disse Scott, con un enorme sorriso sul volto.
«Aspetta altri due secondi e vedrai la scenata!» ribattè lo Stilinski, che una volta iniziato a ridere non la smise più. Aveva male al volto, forse perché i suoi muscoli facciali non erano più abituati ad essere usati.
Stiles aveva ragione: appena due secondi dopo, uno sfinito Aiden, nonostante la sua forza da lupo, si arrendeva alla quantità abnorme di borse e sacche, tanto da finirne letteralmente sommerso.
Attorno i clienti del centro stavano filmando l’accaduto.
«Ma dai Aiden! Hai fatto cadere tutto!» urlò Lydia, con il resto del gruppo unito e sghignazzante alla vista di Aiden sommerso da vestiti e borse.
«Hai delle mutandine di pizzo sulla testa, sono mica il tuo nuovo copricapo?» disse Stiles, in preda a risatine incontrollate.
«Stai zitto Stilinski, prima che ti disintegro!» sbottò Aiden, poco divertito.
«Uh, chi ha paura del lupo cattivo? Oddio, ma io potrei anche scattare una foto e postarla su qualsiasi social che mi capiti a tiro. Sai, quasi quasi lo faccio davvero!» continuò Stiles, sempre ridendo come un disperato, mentre tirava fuori il cellulare dalla tasca. La situazione era davvero divertente, e ben presto Aiden si trovò subissato da flash e scatti.
«Ok, ragazzi la festa è finita, adesso paghiamo e usciamo di qui, dato che sono praticamente le sette e mezza di sera e Derek ci aspetta» decretò Lydia, che raccolto l’intimo dalla testa del suo ragazzo, si avvicinò alle casse, con il gruppo di amici al seguito.
«Ho comprato un sacco di cose, sono davvero contenta» confidò Allison a Scott e Stiles, che erano accanto a lei.
«Isaac non lo è stato eccessivamente, però. L’hai scambiato per un fattorino!»
borbottò Stiles.
Gli occhi della ragazza si illuminarono, e improvvisamente gettò le braccia addosso al collo dello Stilinski, prima di allontanarsi sotto lo sguardo scuro di Isaac.
«Scusa, non ti sentivo fare una battuta da troppo tempo, mi mancava sentirti così allegro!» si spiegò la Argent, sorridente.
«Oh, grazie?» Stiles sorrise, conscio che il vuoto nell’animo quel giorno era stato colmato, grazie all’intervento dei suoi amici.
I ragazzi pagarono tutto, e festanti si diressero verso l’entrata luminosa e colorata del Burger King, dalla quale provenivano odori decisamente deliziosi, un mix di dolce e salato.
Fu in quel momento che Stiles iniziò a sentirsi leggermente ansioso. Derek sarebbe stato lì con loro, e avrebbe rovinato l’atmosfera tranquilla che era nata quel pomeriggio.
Stiles non voleva abbandonare l’euforia che gli stava pervadendo l’animo, ma l’agitazione che veniva dal mantra “Sto per incontrare Derek - sto per incontrare Derek”, che si era stabilizzato nel suo cervello, stava lentamente prendendo possesso di lui.
Infatti, appena messi i vari pacchi di vestiti in macchina, i ragazzi svoltarono l’angolo, notando una figura slanciata e muscolosa.
Il sole era ormai praticamente tramontato, e il cielo sopra di loro si stava lentamente scurendo. Nonostante il buio, avevano riconosciuto Derek, non era poi così difficile.
Il ragazzo li stava aspettando, appena fuori dal locale.Note:
Come pensate reagirà Stiles?? Commentatemi cosa ne pensate! Stay tuned! 😊😊😊
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Labyrinth (ITA)
FanfictionIspirata dall'episodio "Motel California" di Teen Wolf Il buio nella vita di Stiles Stilinski, che nasconde la sua enorme cotta per Derek Hale, raggiunge l' apice quando la squadra di Lacrosse e l'intera classe di economia, viaggiano verso il Messi...