Era incredibile come Allison si fosse abituata, in nemmeno una settimana, a passeggiare per le strade multiculturali di Mexico City, nemmeno fosse Beacon Hills.
I percorsi al mattino le erano così familiari, che le sembrava di attraversarli da una vita intera, un gesto che compiva da sempre.
Non si era vestita con troppi fronzoli: una semplice maglia verdastra, pantaloncini di jeans, collant scuri, lo zaino e scarpe da ginnastica, ed eccola a percorrere il Paseo de La Reforma per raggiungere il parco dell’Alameda, e di conseguenza Cornelio.La ragazza ricordò perfettamente la strada, nonostante l’avesse percorsa solo una volta. Aveva memorizzato dei luoghi specifici, così da poter ricordare più facilmente il tragitto, sia all’andata che al ritorno.
Non poteva cacciare licantropi ed essere una sprovveduta allo stesso tempo, in fondo.
Il negozio di occhiali all’angolo di Calle Madrid, con l’insegna blu scura, per poi ammirare un grattacielo, furono i primi «»punti di controllo«».
La Argent venne colpita dagli odori mattutini, il pane e la carne che bolliva in pentola, e che già si potevano annusare appena si metteva piede fuori dall’Hotel.
Il Monumento a la Revoluciòn era il secondo punto che ricordava di aver visto: l’enorme monumento con la piazzetta bianca e la struttura lì accanto costruita con mattoni neri, sui quali ci si poteva appoggiare.
Non era vuota la piazza, come l’aveva vista Derek qualche giorno prima: decine e decine di tende accampate alla bell’e meglio, blu e grigie rappresentavano la protesta dei messicani «»contro le riforme strutturali«», così come recitava un cartello appeso appena davanti alla prima tenda che a differenza delle altre era rossa.
Il cielo era accompagnato raramente da qualche nuvola, notò la ragazza, guardando in alto e indossando gli occhiali da sole, dato che quest’ultimo era decisamente forte, quel giorno.Nonostante i marciapiedi larghi come piazze, a volte Allison doveva farsi strada tra i passanti chiacchieroni, che si fermavano a parlare a capannelli, raccontandosi le ultime novità della loro vita.
Non era difficile raggiungere il parco, in effetti, anche senza riferimenti: le vie di Città del Messico erano strutturate a mo’ di griglia, quindi esistevano poche curve. Bastava andare dritti per il Paseo, ed era fatta.
Allison non potè non stupirsi, osservandosi intorno, come la vegetazione sempre presente, rendesse quasi la città invasa da una foresta. C’era una grossa quantità di piante, che serviva per rinfrescare l’aria, e per i nidi degli uccelli, il quale cinguettio era facilmente scavalcato dai centinaia di clacson che parevano eseguire una sinfonia.Il rumore di una grossa fontana, che si trovava in mezzo alla strada, le ricordò che era vicina all’arrivo: il bianco del monumento d’entrata del parco le avrebbe fatto bruciare gli occhi, se non avesse indossato gli occhiali.
Il sole, in effetti era davvero forte.
La ragazza, giunta a destinazione, si fermò un attimo, appoggiandosi ad uno dei due leoni alla base della costruzione, per dissetarsi, dato che aveva comunque camminato per venti minuti buoni.
Appena lì vicino, notò un chioschetto che vendeva burritos, e l’odore del chili e dell’impasto fresco le inebriò le narici: quasi poteva sentire l’elasticità della pasta e il piccante del chili, sommato alla granulosità della carne…«No, sono le nove e un quarto di mattina e non posso assolutamente pensare di mangiare un maledetto burrito… sono in missione, dovrei andare da Cornelio e…»
La ragazza si voltò appena, notando come una macchina della polizia messicana fosse parcheggiata appena davanti alla tenda, apparentemente entrata nel parco.
Allison sgranò gli occhi, tentando di avvicinarsi con circospezione al luogo, circondato da un nastro nero e giallo.
Il cuore della Argent mancò un battito: quello era il nastro che troppe volte aveva visto in casi di omicidi.
No, non poteva essere successo qualcosa anche a Cornelio… aveva detto di aver rischiato spesso di essere beccato da Yvita, ma non gli era mai accaduto nulla di preoccupante, non fino a quel momento, almeno.
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Labyrinth (ITA)
FanfictionIspirata dall'episodio "Motel California" di Teen Wolf Il buio nella vita di Stiles Stilinski, che nasconde la sua enorme cotta per Derek Hale, raggiunge l' apice quando la squadra di Lacrosse e l'intera classe di economia, viaggiano verso il Messi...