Amici! Eccovi la terza parte del capitolo, che sarà finalmente piena di Sterek... ditemi cosa ne pensate e al prossimo capitolo! Stay tuned! 😊 Ps il capitolo si chiama Heartquake per un motivo che scopriremo presto... 😆😆
Il silenzio cadde improvvisamente tra i ragazzi. Avvicinatosi un po’ di più, notarono qualcosa di strano: Derek indossava un paio di jeans neri, una t - shirt bianca e l’immancabile giacca di pelle, eppure sembrava diverso.
Era diverso. I capelli erano ordinati e non tirati in su, la barba appena accennata, e un leggerissimo sorriso gli attraversò per un attimo il volto. Sembrava quasi un ragazzo desideroso di incontrarsi con i suoi amici.
Fu quello il momento in cui Stiles Stilinski si rese conto di aver perso la testa per lui, il momento in cui i dubbi cessarono di esistere e il momento nel quale il ragazzo non riuscì a spiaccicare parola. Derek lo aveva ammutolito con la sola presenza.
«Hey », salutò l’Hale, alzando semplicemente la mano.
«Ciao Derek, è un piacere vederti», rispose Scott, andando a stringere la mano all’amico.
Le ragazze rimasero senza parole, perché mai, avevano visto Derek Hale così attraente.
Generalmente aveva il solito muso lungo ed era ricoperto di sangue, e invece in quel momento sembrava uno dei modelli che venivano raffigurati nelle riviste di moda.
«Ok, Derek, entriamo, prima che faccia notte» propose Cora, che essendo la sorella del ragazzo non ne era rimasta troppo impressionata.
Una volta dentro, i ragazzi trovarono un tavolo rettangolare, dove potersi sedere.
Il locale era posto su due piani, con lunghe tavolate che si alternavano a tavoli per due persone.
L’arcobaleno faceva da padrone, dato che tutte le tonalità di colori erano presenti sulle sedie, sui tavoli e sulle divise del personale. C’erano tante luci accese, decisamente accecanti.
Allison, Isaac, Scott e Kira presero posto ad un tavolo vicino al muro, con le coppie una di fronte all’altra. Danny, Ethan, Aiden e Lydia occuparono i posti restanti, e Stiles, Derek e Cora si sedettero per ultimi. Cora e Derek da una parte e Stiles accanto a Lydia.
Lo Stilinski, volente o nolente, si era trovato proprio di fronte a Derek.
Bene, e ora? Come si sarebbe dovuto comportare, soprattutto dopo quello che era successo l’ultima volta tra di loro?
«Allora cosa prendiamo?» chiese Scott, pronto ad alzarsi insieme a Kira e Allison per andare al bancone e ordinare, dato che il loro era un gesto abituale.
«Scusa Scott, spiegami, perché dovete alzarvi voi, se siete più lontani dalla cassa e in più praticamente incastrati contro il muro? Potrebbero andare Stiles e Derek a ordinare, no? Io voglio un hamburger veggie, e un te verde, tu Aiden?» Lydia bloccò la proposta di Scott con la sua solita arguzia, mentre lanciava una breve occhiata a Stiles, quasi di ringraziamento.
Il ragazzo non ricambiò, sotterrando sconsolato il volto dietro al menù.
«Ok, tu cosa vuoi Cora?» chiese Derek, già in piedi. I ragazzi fecero un rapido resoconto, e scrissero ciò che volevano su un foglio di carta, gentilmente offerto da Allison.
I due ragazzi, con Stiles piuttosto agitato, si allontanarono per ordinare i vari panini: il minore cercò di stare lontano da Derek il più possibile, era come se l’Hale covasse una malattia contagiosa.
La fila era decisamente lunga, e prima che toccasse ai due mancavano almeno una decina di minuti.
Stiles sbuffò. Ora era da solo con Derek. Doveva essere entusiasta del momento, non agitato. La fretta si impossessò di lui, voleva ordinare e scappare via da quella situazione insostenibile.
Una canzone tranquilla faceva da sottofondo: sembrava quasi romantica.
Derek stava in piedi, corrucciato, con le mani nelle tasche, parendo quasi annoiato o stufo di aspettare. A volte lanciava di sottecchi sguardi in direzione di Stiles, che però il ragazzo faceva finta di non considerare.
Il cellulare di Stiles, che non sapeva come occupare quel momento che sicuramente si sarebbe protratto all’infinito, vibrò per un attimo: Lydia.
«Ricordati, devi essere sfuggente» aveva scritto la ragazza.
«Come se fosse facile» borbottò lui, senza rendersi conto di aver pensato ad alta voce.
«Scusa? Hai detto qualcosa?» chiese Derek, tornato il solito acido.
«No niente!» rispose rapidamente l’altro, abbassando gli occhi, senza mostrarsi un minimo ansioso. Doveva ricordarsi che in quel momento pensare ad alta voce era vietato.
Derek lo scrutò per un attimo, sembrando sempre in procinto di dire qualcosa, anche se non aveva idea di cosa affermare in quel momento.
Non conosceva la reazione di Stiles, e nello stesso tempo voleva essere cauto col ragazzo. Sapeva che poteva essere ferito facilmente.
I due rimasero uno accanto all’altro per un tempo quasi interminabile, Stiles a guardare il foglietto delle ordinazioni, dato che non riusciva a trovare un modo migliore per passare il tempo, e Derek semplicemente col suo solito sguardo burbero, e scontroso.
Entrambi volevano comunicare col ragazzo che gli stava accanto, eppure sembrava così impossibile: sapevano che qualcuno dei due anche nolente avrebbe detto qualcosa di sbagliato.
Stiles era teso come una corda di violino, dondolandosi sul posto per smorzare la tensione: era sempre lui che tendeva a prendere in giro Derek e a iniziare discorsi con lui.
Quando però il loro turno si stava avvicinando, Derek ruppe il silenzio, decidendo che forse era meglio chiarirsi col ragazzo, prima che nascessero incomprensioni che tutto sommato il lupo mannaro non voleva si presentassero tra loro. Ci volle tutta la determinazione dell’ Hale per iniziare finalmente quella discussione.
«Senti Stiles, a proposito di quello che ti ho detto nel loft…»
«Cosa volete ordinare ragazzi?» la commessa, volto sorridente e amichevole, bloccò sul nascere il discorso di Derek, e Stiles ne approfittò per ordinare e ignorare quello che stava per accadere. Il suo cuore, però lo stava decisamente tradendo, battendo a ritmi spropositati. Era certo che il lupo mannaro, con quell’intervento a sorpresa, si sarebbe voluto scusare per il comportamento sgarbato che aveva assunto nel loft.
Il più grande sbuffò, odiandosi per aver perso un occasione importante. Stiles voleva le sue scuse, era chiaro, ormai.
I due ordinarono e pagarono, con i soldi propri e degli altri per poi distribuire i vari panini e finalmente gustarli in pace.
Nessuno dei due aveva rivolto la parola all’altro, mentre tornavano ai tavoli a consegnare i panini agli amici.
«Oh, Stiles, cosa hai preso? Io ho un cheeseburger delizioso tra le zanne…» chiese Scott, dall’altra parte del tavolo.
«Un panino col pollo, maionese e cipolla. E una porzione media di patatine…»
«Ehi Derek, il tuo panino è uguale o sbaglio?» si intromise Cora, incuriosita, sbirciando in direzione del panino del fratello.
«Uhm, si, mi andava di mangiarlo, avevo voglia di pollo» rispose laconico Derek.
Stiles si voltò verso Scott, cercando di ribattere alle parole dell’amico, e soprattutto provò a calmarsi il più possibile. Non voleva comportarsi come quegli stupidi ragazzini che appena trovano qualche somiglianza con la loro cotta vanno in brodo di giuggiole. In più attorno a sé aveva troppe persone che potevano leggere perfettamente il suo comportamento.
Il più pericoloso era decisamente il ragazzo davanti a lui, che stava sbranando il panino con gusto.
«Ehi Scott, sei pronto per il torneo? Dopo domani c’è la prima sfida…sarà sicuramente tostissima!» disse Stiles, cercando di non fissare Derek davanti a lui, che lo osservava di soppiatto.
«Si, certamente, dobbiamo dare il massimo, ok?»
«Non che tu ti sia impegnato tanto, vero Stilinski? La scorsa partita non ti sei nemmeno presentato in campo» sottolineò acidamente Aiden, di fianco a Lydia, mentre dalla bocca gli gocciolava della salsa barbecue, facendolo assomigliare ad un cannibale.
«Non ero nella formazione titolare…ero negli spogliatoi e s-stavo…»
Improvvisamente Derek si sentì agitato senza un apparente motivo. Sapeva il vero motivo per il quale Stiles era rimasto negli spogliatoi, sapeva che era attratto da ragazzi e sapeva che quello che aveva visto, lo aveva infastidito. Il ragazzo fece finta di non ascoltare la conversazione, quando in realtà era tutt’orecchie.
Stiles rimase interdetto per un attimo. Stava iniziando a diventare nervoso: che stupida scusa poteva inventarsi per negare la verità? Forse era meglio stare semplicemente in silenzio, lasciando morire il discorso e sperando che Aiden si distraesse.
Il ragazzo si guardò un po’ attorno, prima di decidere che poteva occupare la sua bocca col cibo, e più precisamente con le patatine di fronte a lui. Fece per prenderne una, quando si rese conto che quella che stava toccando era in realtà la pelle di qualcuno.
Derek si era proteso un attimo, anche lui per sgraffignare una patatina dal sacchetto, quando si rese conto che quella che sfiorava era la mano di Stiles.
I due alzarono lo sguardo, fissandosi per un attimo: occhi verde scuro contro un forte color ambra, entrambi stupiti, senza che nessuno muovesse le mani. Era come se il tempo si fosse congelato.
Stiles iniziò a sentire un certo calorino sotto il collo, il cuore decise che il momento di farsi sentire era arrivato e le viscere avevano intrapreso un balletto, per quanto sembravano attorcigliate. Probabilmente era la conga. Fortuna che indossava una maglia lunga, altrimenti si sarebbero potuti vedere anche i peli che si rizzavano sulle braccia.
Le loro mani si stavano ancora sfiorando.
Il muscolo cardiaco dello Stilinski trovava pace raramente in quel periodo.
Era stato un contatto fisico inaspettato e decisamente gradito da Stiles, che era rimasto immobile, a sfiorare quella mano ruvida, prima di risvegliarsi dal mondo dei sogni e di ritrarre la sua quasi come se si fosse scottata.
Entrambi distolsero velocemente lo sguardo.
«Scusa, pensavo che si potessero prendere » Disse stupidamente Derek, che per qualche motivo non sapeva bene come giustificare quello che era appena successo.
«Si, puoi… puoi prenderle, senza problemi. Solo la prossima volta avvisami prima» rispose altrettanto stupidamente Stiles, il quale cervello era più sciolto del formaggio del panino di Cora, che stava degustando con piacere.
Aveva sfiorato la mano di Derek Hale, ok, ma non doveva renderlo un evento da segnare sul calendario, no? Anche se entrambi sembravano decisamente sconvolti dall’accaduto.
In fondo, però, i due avevano avuto un contatto fisico tante volte in passato, senza che ci fossero chissà quali doppi sensi: Stiles aveva messo la mano sulla spalla di Derek per consolarlo per la morte di Boyd, e persino si erano trovati uno sopra l’altro, quando entrambi erano stati paralizzati dal Kanima, e in precedenza in piscina erano stati praticamente abbracciati per due ore, cercando di stare a galla, con Derek paralizzato di nuovo.
Questa volta però, era diverso. Stiles aveva maturato dei sentimenti veri nei confronti dell’Hale, e questa era la più grande differenza. Perché prima erano solo due ragazzi che si erano trovati a combattere dalla stessa parte, ma il passo da nemici ad alleati era stato maledettamente breve.
Il cuore di Stiles non smise di battere all’impazzata. Qualcosa tra loro stava cambiando, decisamente e lo Stilinski non era stato l’unico ad avvertirlo.
I due non si rivolsero la parola per tutta la durata della cena, con Derek che prese comunque una manciata di patatine dal sacchetto di Stiles, mettendosele nel piatto, per evitare altri problemi.
Terminata la cena, i ragazzi uscirono, leggermente assonnati.
«Wow, che giornata. Ragazzi ci conviene andare subito a nanna, anche perché domani la sveglia è da puntare presto» disse Kira sbadigliando, abbracciata a Scott.
«Non pensate mica che io mi faccia il viaggio di ritorno con una persona in braccio di nuovo? Mi spiace, ma io vado a casa con Derek» sbuffò Cora, che aveva già preso i vestiti dal baule della macchina di Allison e li aveva riposti nel baule del fratello.
«Avete viaggiato in dieci in una macchina?» chiese Derek, sconvolto e stranamente divertito.
«Si, però vi è piaciuto, dite la verità» affermò Danny, che si diresse verso la macchina di Allison.
«Vabbè ragazzi, dividiamoci in modo che vadano in macchina insieme le persone che abitano vicine, e facciamola finita» propose Kira.
«Ok, allora: in linea di massima dovrebbe essere, io, Isaac, Lydia, Scott, Kira e Danny in una macchina e gli altri nell’altra» Allison fece una rapida conta delle persone.
«Basta che vi date una mossa» sbraitò Derek, col suo solito bon ton.
Detto, fatto: gli acquisti vennero distribuiti nei vari bauli e i ragazzi si salutarono, augurandosi la buona notte.
Derek mise in moto, trovandosi in macchina la sorella, i gemelli e con sua semi –riluttanza, Stiles, che silenzioso guardava fuori dal finestrino.
Il viaggio fu molto più tranquillo, rispetto a quello dell’andata: Aiden e Ethan erano gli unici a parlottare tra loro, ridacchiando, e commentando il match di Lacrosse della settimana precedente, mentre gli Hale e Stiles semplicemente stavano in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.
Il ragazzo non riusciva a togliersi dalla testa quel momento in cui la sua mano aveva sfiorato delicatamente quella di Derek, e soprattutto come l’altro fosse rimasto equamente stupito dalla situazione poco amichevole e molto più intima.
Non poteva ignorare le farfalle che continuavano a ballare nel suo stomaco.
Ripensando alla giornata, il ragazzo era decisamente distrutto, ma in compenso divertito: si era sentito bene, tutto sommato, come non gli capitava da tempo.
Il ragazzo, mentre le luci dei lampioni gli illuminavano il volto ad intermittenza, squadrava ogni tanto la postazione del guidatore, per provare a capire di che umore fosse Derek.
Era rimasto colpito dal momento che avevano avuto? Era dispiaciuto? Irritato? Indifferente?
Derek era impossibile da leggere. Stiles non riuscì minimamente a capire cosa gli passasse per la testa, in più era chiaro che l’Alpha non ricambiasse assolutamente i suoi sguardi.
Accompagnati a casa i due gemelli, che ringraziarono educatamente e augurarono la buona notte, fu il turno del taciturno Stiles.
Il viaggio non fu lungo, Stiles, si ritrovò in un batter d’occhio davanti a casa.
Fu quello il momento nel quale le farfalle avevano preso piede nel suo stomaco, le gambe gli tremavano e il respiro gli si era fatto decisamente più pesante. Non sapeva bene perché, ma voleva che quella serata finisse diversamente, magari come termina nei film….
Il ragazzo scese dalla macchina, mentre Cora, con le cuffie nelle orecchie, lo salutava con un semplice cenno della mano.
Derek invece, con somma sorpresa dello Stilinski, scese dalla macchina.
«Nel baule ci sono le tue cose» biascicò, a mo’ di spiegazione, quando Stiles lo guardò sorpreso.
«Oh, me ne ero dimenticato. Grazie» rispose il più giovane.
Derek si voltò, trovandosi a poca distanza da uno Stiles immobile. Pensava forse che l’Hale gli dicesse qualcosa? Non era il tipo da “Buonanotte”, o da abbracci. Il più grande si diresse verso il baule, prese le buste di Stiles e gliele consegnò, senza fiatare.
Derek non era decisamente il tipo che salutava le persone con un abbraccio.
Per questo Stiles senti il cuore schizzargli in gola, quando l’altro, fissandolo dritto negli occhi, gli mormorò improvvisamente, stupendosi quasi di sé stesso: «Buonanotte Stiles» voltandosi appena dopo ed entrando in macchina, con un espressione confusa.
«Buonanotte…» mormorò Stiles, nonostante fossero a malapena le dieci di sera. Il ragazzo entrò in casa di corsa, con le gambe che gli tremavano. Come poteva ignorare una sensazione del genere? Era da una vita che non provava tutti quei brividi dentro l’animo.
Era tutta colpa di Derek, maledetto lupo acido.
Stiles iniziò a salire le scale, buttandosi sul letto in camera sua. Il cuscino fu il bersaglio che si vide colpito da una scarica di pugni.
Che stupido. Che idiota. Si era preso una cotta colossale per Derek Hale, che il lupo non avrebbe mai e poi mai ricambiato. Lo aveva considerato solo “il migliore amico di Scott”, niente di più. Era Scott quello che Derek proteggeva più di tutti. Scott, Cora e Isaac. Gli altri? Facevano solo da contorno, era chiaro.
Stiles, dopo essersi calmato, si alzò in piedi sbuffando, finì di preparare la valigia, per poi stendersi di nuovo sul letto.
Derek si era decisamente comportato in maniera strana, e il ragazzo era certo che, nonostante tutto l’Alpha si sarebbe voluto scusare, mentre erano in fila alla cassa, per quella risposta acida nel loft.
«No. È impossibile. Come al solito mi sto solo immaginando tutto» pensò tra sé e sé. Derek non avrebbe mai provato nulla di quello che provava Stiles. Nemmeno una minima parte.
Lo Stilinski strinse a sé le coperte e abbracciò il cuscino, desiderando accanto a lui l’unico ragazzo che sapeva di non poter avere.
-
Uno spicchio di luna addolciva il buio della sera che ormai era arrivata.
Derek Hale non riuscì a togliersi dalla testa l’espressione sorpresa di Stiles, quando le loro mani si erano inavvertitamente sfiorate. Aveva sentito il cuore dell’altro battere decisamente più forte, e le pupille del minore si erano allargate leggermente.
Ok, certamente erano comportamenti strani, ma questo non significava che…
Derek aveva visto Stiles baciarsi con quel ragazzo, sapeva che lo Stilinski era bisessuale e troppe volte in quegli anni i due si erano salvati la vita, quindi voleva dire che, anche se nessuno di loro l’aveva mai ammesso, si preoccupavano l’uno per l’altro.
Derek era passato a considerare Stiles da un perfetto impiccione ad un alleato, e poi era il migliore amico di Scott, questo bastava per proteggerlo. Stiles aveva bisogno di protezione, essendo praticamente l’unico senza un briciolo di potere soprannaturale.
Eppure se ci pensava.…
Stiles era stato molto più eroico di Scott, dato che aveva rischiato la sua vita pur non essendo dotato di poteri. Non si era mai tirato indietro di fronte alle difficoltà, e tralasciando l’ultimo periodo, era stato quello che più di tutti si era ingegnato per tirare quell’assurdo branco di lupi fuori dai guai.
Aveva affrontato Scott sotto l’effetto della luna piena, aveva visto i suoi amici morire, il padre venire imprigionato e aveva accettato il buio perenne nel suo cuore per fare in modo di salvare l’unico membro della famiglia che gli era rimasto.
Stiles era molto più eroe di quanto potesse pensare, e nessuno l’aveva mai ringraziato per questo.
Derek chiuse gli occhi, cercando di addormentarsi e non pensare che forse Stiles fosse più di un semplice umano, in mezzo a tutti quei lupi .
«Scusa…» bisbigliò il lupo mannaro, anche se sapeva che il soggetto delle sue scuse non poteva sentirlo. Si era reso conto che aveva sempre trattato troppo negativamente il ragazzo, gli aveva procurato più guai di quelli che si meritava.
L’empatia che aveva già provato nei confronti di Stiles, quella strana connessione che stava iniziando a sentire con lo Stilinski, si era ripresentata di nuovo quella sera, e forse più forte di prima.
Il ragazzo si rannicchiò su sé stesso, avvertendo una strana sensazione di mancanza nel cuore.
STAI LEGGENDO
Labyrinth (ITA)
FanfictionIspirata dall'episodio "Motel California" di Teen Wolf Il buio nella vita di Stiles Stilinski, che nasconde la sua enorme cotta per Derek Hale, raggiunge l' apice quando la squadra di Lacrosse e l'intera classe di economia, viaggiano verso il Messi...