Heartquake (Part 5)

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No ma GUARDATE che sexual tension in questa gif, io boh. Questi sono gli Hobrien che non sanno darsi una calmata.
Erano a tanto così dal saltarsi addosso...
Comunque eccovi il prossimo capitolo, commentate e ditemi cosa ne pensate ✌😊
Stay tuned!! 😊

Accanto a loro, non si salutarono con troppi abbracci, lo sceriffo e Stiles, entrambi poco avvezzi a manifestazioni d’affetto così palesi. Così come nemmeno Cora e Derek, che a parte una semplice occhiata di avvertimento da parte del maggiore, si erano semplicemente seduti uno accanto all’altra, in attesa che iniziasse il check in.
 
«Occhi aperti Cora, mi raccomando…» bisbigliò Derek, prima di sbuffare, notando l’allegra comitiva composta da  Scott, Isaac, i gemelli, Danny e Stiles, che si stavano avvicinando, con il primo che andò a salutare l’amico musone.
 
«Derek, sei venuto a salutarci, che bella sorpresa! Non ti aspettavamo qui…»
 
«Non farti strane idee, Scott. Sono venuto per accompagnare Cora, ma dato che siete piombati qui, non vedo perché non debba salutarvi, dato che sono praticamente costretto».
 
Il ragazzo si alzò, per dare un semplice abbraccio al gruppo. Non ci mise poi così tanta passione perchè in fondo, a lui, di quei ragazzi, poco importava. Erano cresciuti, avevano imparato a cavarsela da soli. Non avevano più bisogno dei suoi insegnamenti.
 
Fu solo quando Stiles gli si parò davanti, che si presentò il problema: qualcosa gli impedì di abbracciarlo. Era come se tra loro ci fosse una barriera invisibile, un cuscinetto compresso, che se fosse esploso, avrebbe distrutto tutto attorno.
 
Eppure Derek voleva salutarlo, non capiva perché si fosse praticamente paralizzato sul posto, nel tentativo di avvicinarsi allo Stilinski.
 
Stiles aveva alzato le braccia per un attimo, ma poi quasi pentendosene, le aveva abbassate, con uno strano sguardo spaventato sul volto. Derek aveva compiuto le stesse mosse. 
Stiles indietreggiò di parecchi passi, prima che Derek si risvegliasse dal torpore, lo guardasse per un attimo dritto negli occhi, per mormorare «Buon viaggio» in realtà poi indirizzandolo più alle scarpe dello Stilinski, che al suo volto.
 
Attorno nessuno si era accorto del comportamento strano di quei due, a parte Cora, ancora seduta comodamente sulla poltrona, e Lydia, che notando il gruppetto avvicinarsi a Derek, constatando che Stiles era lì, sapeva che qualcosa di particolare sarebbe successo. 
 
La voce metallica nell’altoparlante annunciò che il check in era ormai iniziato, così tutta la classe di economia si avvicino al professor Finstock, che sembrava il più arzillo di tutti, lasciando ormai alle spalle genitori e fratelli.
 
Fu in quel momento che Derek, ancora seduto nella saletta di fronte al check in, notò Jeremy che si avvicinava a Stiles, con uno sguardo truce e deluso. Stiles, stizzito, però non si fece avvicinare, allontanandosi e mettendosi in fila dietro Scott.
 
Si voltò per l’ultima volta, Stiles, incrociando lo sguardo di Derek che lo seguiva come un’ombra.
 
I ragazzi si stavano ormai imbarcando, quando Derek decise che non c’era più motivo di stare lì.
Il lupo mannaro si alzò, attorno a sé una folla di persone stava spingendo per non arrivare per ultimi al check in, sentendo che i suoi erano gesti sbagliati. Il suo posto era insieme al quel branco, il suo branco, che si stava allontanando.
La sua era più una sensazione, ma non capiva perché.
«E’ solo una stupida gita scolastica. E’ inutile preoccuparsi» si disse l’Hale, uscendo dall’aeroporto e scorgendo un piccolo bar.
 
Non aveva fatto colazione, e non aveva fretta. Sarebbe potuto rimanere un attimo a rilassarsi, magari a pensare a come occupare quella settimana senza Cora. Poteva allenarsi ancora meglio, sempre con l’aiuto di Chris Argent.
Avrebbe passeggiato per la foresta, pensando alla sua vita, che tutto sommato in quel momento non era poi così male.
 
Il bar, illuminato fiocamente di una luce arancione, era semivuoto, fatta eccezione per un gruppo di adulti che Derek aveva appena intravisto in aeroporto: Melissa, Chris e lo Sceriffo si erano seduti ad un tavolo, accompagnati dai genitori di Lydia e quelli di Danny.
 
Anche Derek, tutto sommato, si sentiva come un genitore. In fondo tutte quelle persone stavano proteggendo e curando qualcuno e lui con Cora faceva lo stesso.
Tentò di captare le emozioni della sorella in quel momento, e tutto quello che gli venne rimandato fu gioia, senso di appartenenza e un leggero dispiacere per la poca partecipazione di Stiles, che sembrava si fosse leggermente isolato.
 
Che novità: almeno non sembrava vicino a Jeremy. E questo in qualche modo, tranquillizzò il lupo. 
 
Derek decise di avvicinarsi al gruppo dei genitori che ridacchiavano allegri, tanto per non rimanere sempre da solo, dato che ormai aveva capito che a fare la parte del lupo solitario ci rimetteva solo lui.
 
«Ehm..» tossicchiò lui, leggermente intimorito, prendendo una sedia e accomodandosi accanto allo sceriffo.
 
«Derek, che piacere» sorrise l’ufficiale, compiaciuto e sorpreso dall’arrivo dell’Hale. Attorno al lupo c’erano solo sorrisi di incoraggiamento e lui sentì che la tensione si stava lentamente sciogliendo. Meglio di quanto potesse sperare.

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