Labyrinth (ITA)

There's us (Part 1)

Un breve latrato, trasformatosi poi in un ululato fiero, vibrò attraverso la foresta.

«Perfetto Parrish, adesso che hai sentito il segnale, non ti rimane altro che distribuire gli avvisi anti lupo dall’inizio della riserva fino al primo fiume. Puoi andare in macchina con lo sceriffo, così affrettiamo i tempi»

«E lei signor Argent invece?»

«Io farò la parte della “vittima”. Ecco, già che ci sei, legami ad un albero proprio qui…»

Chris Argent abbozzò un sorriso, mentre lasciava che Jordan Parrish, il vice sceriffo, lo legasse come un salame attorno ad un albero, con quella praticità di chi tutto sommato si poteva ritenere esperto in questo genere di lavori.
Parrish tirò il nodo attorno al tronco con quanta forza aveva in corpo (molta, anche se sembrava strano), prima di abbandonare Chris al suo destino, non senza lanciargli qualche sguardo pieno di dubbi.

«Ne è sicuro, signore? Insomma, non è facile liberarsi da una stretta del genere…»

Argent scosse la testa. Quel ragazzo aveva tanto da imparare: «Primo, sì, ne sono assolutamente sicuro. E’ parte dell’allenamento…e poi sono decisamente abituato a trovarmi in situazioni del genere. Secondo, te lo chiedo per favore, chiamami solo Chris. Siamo nella stessa squadra, ormai…»

Lo sceriffo, in piedi accanto ad Argent, sorrise verso Parrish, che nonostante i suoi venticinque anni sembrava un bambino alle prime armi, quando si trattava di gestire il soprannaturale. 
A confronto, suo figlio ormai era un veterano della miglior specie.
Stilinski osservò il volto privo di barba del vice sceriffo, lo stesso che qualche giorno prima molto meno spavaldo, era entrato in casa sua nel cuore della notte del plenilunio in preda al panico, svegliandolo di colpo.
Stiles e Derek erano stati i primi a svegliarsi e scendere le scale, il secondo con gli artigli ben in vista, prima di trovarsi un vice sceriffo tremante davanti alla porta d’ingresso, con gli stessi occhi illuminati di arancione che possedeva Danny.
Una chiacchierata davanti ad una tazza di camomilla e un paio di rivelazioni sulla vera natura di Derek, avevano poi calmato in un certo senso il ragazzo, che aveva capito di essere uno del branco.
Anche Parrish, dopo quella notte, quindi era entrato sotto la protezione dei due uomini che ormai lavoravano col pack di Derek quasi giornalmente, allenando i ragazzi a turno e spesso finchè non sorgeva l’alba.

Lo sceriffo annuì sia a Chris che a Jordan, tentando di dimenticare il modo tragico in cui Danny si era procurato i poteri, perché parlare di quell’esperienza ancora gli provocava strette allo stomaco tali da mozzargli il respiro.

Era stato scioccante, come accaduto a Chris, Melissa e i genitori di tutti i ragazzi, ricevere la chiamata di uno Stiles in lacrime, sconvolto come il resto dei suoi amici.
Ancora di più spiegare solo il mattino dopo alle autorità americane, messicane, al Coach e ai genitori della Yukimura volati in fretta e furia dal Giappone, che cosa fosse accaduto davvero la notte nella quale la figlia aveva perso la vita, modificando i fatti ma mantenendo comunque intatto il gesto della coltellata.
Nulla poteva essere peggiore però, del momento in cui lo sceriffo aveva visto atterrare l’aereo contenente quel gruppo di ragazzi che non meritava tutto il dolore patito. 
L’uomo non era riuscito a trattenersi, correndo, vergognosamente a suo dire, verso Stiles, lasciando da parte Melissa e gli Yukimura in lacrime, per abbracciare l’unico membro della famiglia che gli era rimasto.
Anche Cora e Derek si erano uniti all’abbraccio.

Era stato faticoso sopportare la scena straziante del passaggio del corpo di Kira, uno di quei momenti che non avrebbe più dimenticato.
Era passato solo un mese da quegli eventi eppure, per quei ragazzi era come se fosse trascorso un decennio.
Nonostante i loro diciotto anni, i ragazzi avevano tutti uno sguardo più maturo, quasi da uomini vissuti, perché l’avventura in Messico, in fondo era una di quelle che cambiava la vita drasticamente.