«Ho invitato Stiles qui, dovrebbe venire tra qualche minuto, più o meno… »
Cora Hale, con una mano appesa alla sbarra e l’altra occupata da un libro di storia, era intenta a eseguire flessioni vestita solo con un top che le lasciava la pancia scoperta, e pantaloni della tuta, mentre ripassava la lezione.
Il fratello, che si allenava e basta, si fermò un attimo, dopo aver compreso le parole della sorella, madido di sudore, sbarrando gli occhi.
«Stiles? Viene qui? E per quale assurdo motivo?» chiese sconvolto e irritato.
«Dobbiamo parlare. Sai che ormai il suo comportamento è talmente apatico e passivo che è praticamente insopportabile: per questo ho deciso che voglio dargli una mano. Non credo lui voglia che tu assista, dato che sono certa che tu gli metta soggezione a volte, ma per quanto mi riguarda potresti rimanere, basta che ti infili tappi nelle orecchie e non ci disturbi…»
Derek rimase un po’ sorpreso. Stiles, dopo aver sbaciucchiato la sorella, senza aver provato nulla, piombava in casa sua senza preavviso e improvvisava una seduta psicologica, con la stessa persona con la quale aveva amoreggiato?
«Non voglio rimanere, non mi interessa» biascicò il maggiore degli Hale, che aveva ripreso ad allenarsi, dopo aver raccolto un asciugamano appeso lì vicino ed esserselo strofinato sul volto per togliere un po’ di sudore.
«Uhm, ok. Ma ti sei reso conto che sei troppo duro nei suoi confronti, Derek? Ogni volta che si parla di voi due c’è sempre così tanto astio e poi, puntualmente, vi salvate la vita a vicenda. Non è normale. Puoi ammettere che ti preoccupi per lui come fai con Scott, Isaac e me, non è un problema…»
«Non mi interessa» ripeté lui, ad alta voce, tentando di concludere il discorso. Il ragazzo si fermò e scese a terra, pronto ad eseguire una serie di addominali.
«D’accordo, non ti interessa, smetto di parlare di lui, allora» rispose Cora, sorridendo, certa che il fratello non fosse così menefreghista verso l’argomento “Stilinski” .
Derek sembrò trattenersi per un periodo troppo lungo, ma poi il ricordo degli avvenimenti del pomeriggio lo fece esplodere.
«Ti ha baciata! Vi ho visti negli spogliatoi…» quasi urlò, senza aggiungere ‘Non sei stata l’unica che ha baciato’.
Cora rimase interdetta per un’ attimo. Allora al fratello importava. «Si, si, ci siamo baciati, ma non è quello che credi…»
«Lo so, lui non ha provato niente: sentivo… sentivo le vostre sensazioni ed erano nulle. Allora perché vi siete baciati?»
La Hale minore si fermò ancora, per guardare il fratello negli occhi verdi. « Derek, a volte, tra ragazzi, ci si bacia per scherzo, e anche quando ci si saluta, è un modo così, tanto per esprimere amicizia. Lui però voleva dimostrare a sé stesso che può provare ancora dei sentimenti, nonostante quello che gli è successo, ma con me ha fallito…»
«L’ho visto con quel ragazzo...» confessò Derek, a malincuore. Avrebbe voluto, per qualche strana ragione, che Stiles si confidasse con lui, che aveva convissuto col buio nel cuore per molto tempo. Il ragazzo, invece, preferiva slinguazzarsi con sconosciuti e confidarsi con sua sorella. Eppure lui e Stiles si conoscevano da molto.
«Si, Stiles, beh, non dovrei dirtelo..però…»
«Però?»
«Beh, non ama solo le ragazze, se è questo che volevi sapere. E tu volevi saperlo»
Derek rimase basito per un attimo: Stiles era bisessuale? Questo cambiava decisamente la situazione. Il loro rapporto in primis. Il loro odio reciproco, e troppe altre cose.
La porta di casa cigolò leggermente prima che Derek potesse ribattere.
«Scusate, sono entrato, la porta era aperta e…» Stiles, in carne ed ossa, entrò nel loft degli Hale, col suo solito muso lungo. Il ragazzo rimase però stupito, nel vedere Derek, mentre faceva gli addominali, a petto nudo, fissarlo con un’espressione sorpresa e…intenerita? No, Stiles doveva esserselo immaginato. Nemmeno in uno dei suoi sogni più indesiderati poteva avvenire una scena del genere. La sua fantasia doveva avergli giocato qualche tiro perfido.
Cora si voltò verso il ragazzo, lanciando il libro lontano e sorridendogli: «Stiles, sei arrivato! Bene, finalmente possiamo parlare…»
«C’è anche lui, qui?» iniziò a dire un po’ stupidamente il ragazzo spaesato, indicando Derek.
«No, Derek stava andando via, vero?» tentò di mitigare Cora, voltandosi preoccupata verso il fratello, capendo che la sua presenza avrebbe irritato Stiles. La ragazza voleva evitare che Derek commentasse la frase dell’altro in modo sgradevole, ma l’impeto dell’Hale maggiore non venne fermato.
«Certo che ci sono anch’io, ci abito qui, razza di idiota!» si lasciò scappare l’Alpha, ringhiandogli addosso. Voleva ci fosse una reazione da parte di Stiles, che una volta ci metteva poco ad insultarlo di rimando. La risposta del ragazzo, però fu decisamente differente.
Stiles spalancò gli occhi, stringendo i pugni. Poi fece due passi indietro: «Beh, mi sono ricordato che devo fare la spesa e un sacco di altre cose, quindi, forse è meglio andare, non è il momento giusto per…C-Cora, parleremo un’altra volta, grazie della tua disponibilità» e dopo aver balbettato quelle parole, il ragazzo si allontanò, non prima di aver lanciato un occhiata delusa in direzione di Derek.
Cora aspettò che il ragazzo si fosse allontanato, troppo stordita dal suo improvviso abbandono per richiamarlo, e si scagliò contro il fratello, tirandogli uno schiaffo.
Il ragazzo bloccò la mano della sorella, che scaraventò in direzione della stanza a fianco.
Cora si rimise in equilibrio, digrignando i denti e mostrando gli artigli al consanguineo.
«Era determinante al fine del nostro incontro, nel quale tu non eri nemmeno invitato, chiamarlo idiota? Derek, davvero? E’ venuto qui per farsi aiutare e tu sei stato in grado solo di urlargli addosso…» abbaiò lei, furiosa.
«Ha fatto una domanda stupida!»
«Potevi semplicemente ignorarla, diamine! Quel ragazzo ha bisogno di aiuto, è fragilissimo, e tu cosa fai? Lo cacci via, facendolo stare peggio di prima, tu e il tatto siete davvero due mondi opposti, vero?
Sei odioso quando fai così, è normale che tu sia sempre da solo. Sarà meglio che vada a fermarlo e lo inviti a prendere qualcosa da bere, devo mantenerlo alla larga dai guastafeste come te…» sbottò la ragazza, allontanandosi e sbattendo la porta.
Derek si buttò sul pavimento, sospirando.
Non avrebbe voluto davvero insultare Stiles, voleva solo farlo reagire. Forse non era stato il modo migliore per scuoterlo, farlo svegliare dal suo intorpidimento odioso. Forse doveva essere più gentile.
Perché gli riusciva ad essere cortese con Isaac, con Scott e con sua sorella, invece con Stiles non gli andava mai bene nulla?
«Sono stato io l’idiota», bisbigliò il ragazzo, alzandosi di scatto e scaraventando lontano il libro della sorella con un calcio, in un impeto di rabbia. Avrebbe dovuto approcciare Stiles con più calma, invece gli si era scagliato addosso come una furia.
“Cosa potrei fare adesso per lui? Cora mi odierà se non sistemo questa cosa” si chiese il ragazzo, buttandosi sull’enorme letto della sua camera a peso morto. La risposta gli salì al cervello immediatamente.
Se quel ragazzo era diventato un caos ambulante, Derek, per fare pace con la sua coscienza, doveva senza dubbio aiutarlo. Solo così avrebbe potuto placare l’orda di sensi di colpa che lo aveva appena investito. Stiles avrebbe compiuto lo stesso gesto, a parti invertite e la consapevolezza di ciò fece stare peggio il lupo mannaro.
Aiutare Stiles era l’unica soluzione percorribile.
Già, ma in che modo?
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Labyrinth (ITA)
FanfictionIspirata dall'episodio "Motel California" di Teen Wolf Il buio nella vita di Stiles Stilinski, che nasconde la sua enorme cotta per Derek Hale, raggiunge l' apice quando la squadra di Lacrosse e l'intera classe di economia, viaggiano verso il Messi...