Labyrinth (Part 4)

343 17 1
                                    


Il cielo azzurro era disseminato da così tante nuvole, che quasi lo facevano assomigliare al manto di un dalmata, anche se a colori inversi. Stiles benedì la presenza dei cumuli bianchi, dato che si sovrapponevano tra lui e il sole, dandogli modo di osservare chiaramente quello che gli stava attorno e permettendogli di avvertire in maniera minore quell’afa pressante, che altrimenti lo avrebbe stordito.

I pullman si erano fermati da un pezzo, poco lontano dai monumenti, in un parcheggio apposito, immerso in un verde inaspettato, con i ragazzi che si erano trovati nel centro di un paesaggio mozzafiato, dominato per gran parte dal complesso di piramidi mostratosi davvero possente.
La più alta, quella di Quetzalcóatl, era disposta esattamente al centro, davanti a loro.
Era maestosa, con piccoli cunicoli che si intravedevano alla base, ai lati i gradoni spiccavano netti e ben visibili, e soprattutto d’effetto era la scalinata di fronte, che sembrava parecchio faticosa e imponente e che attraversava ad intervalli regolari, l’intera piramide.
Attorno ad essa si potevano trovare altre due grosse costruzioni simili a quella di Quetzalcóatl, e anche una decina di strutture piramidali decisamente più piccole, tutte disposte una accanto all’altra, a mo’ di semicerchio, quasi volessero accogliere e abbracciare chi si trovava nel mezzo. La quantità di scale anche su di esse era davvero impressionante.
La lunga passerella di cemento che permetteva ai turisti di raggiungere la piramide, terminava con una piazzetta, al centro della quale sostava uno strano altarino, che stava appena di fronte alla piramide più grande.
Tutto il grigio, simbolo di antichità resistenti, cozzava con l’inusuale verde nelle quali le piramidi erano immerse: le distese di prati erano disseminati da piccoli boschetti, che culminavano con collinette floride, che si stagliavano fiere dietro la piramide.
Non c’era un fiore, attorno a loro: solo cemento, mitologia e foglie verdi.

Stiles scese dal pullman, agitato e incuriosito allo steso tempo, trovandosi appena di fianco a Scott, che prima di dedicare tutta l’attenzione ai monumenti attorno a lui, cercava Kira, rimasta sull’altra navetta.

Il ragazzo notò la fidanzata, correndole incontro.

«Kira, ehi Kir-»

Una mano si posò sulla sua spalla, fermando la corsa: «No, no, ehi, i ragazzi dei due pullman formino due file distinte, per favore, dobbiamo fare tutto con il massimo ordine» sbottò Finstock, che fissava Scott come se avesse commesso uno dei sette peccati capitali.

Stiles sospirò, notando Derek, Cora, Lydia e Danny già in fila di fianco a lui.

Lo Stilinski lanciò uno sguardo di scusa in direzione di Derek, conscio che non sarebbero stati insieme in quella mattinata, mentre Jeremy dall’altra parte tentava di prenderlo audacemente per mano.

«Ehi, ma che fai? Mollami!» Stiles, stizzito, si riunì a Scott, cercando di allontanarsi il più possibile da Smith, che sembrava avesse intenzione di pedinarlo.

La lotta silenziosa di quei due venne interrotta da Finstock, che spostatosi appena all’inizio della passerella di cemento, accese il megafono che aveva in mano, pronto per parlare alla classe.

«Ascoltatemi bene - la voce dell’uomo, davanti alle due file, si poteva sentire chiaramente anche dai ragazzi più distanti - gli studenti che sono venuti in pullman con me, aspettano qui la guida che abbiamo contattato, che da quanto ho capito è parente di Smith. Attraverserete i tunnel a gruppetti, e mi raccomando, tenete bene a mente le spiegazioni della guida perché saranno materia di ricerca scolastica. Mentre io con gli altri ragazzi saliremo sulla piramide. Sarà una sfacchinata, ma ne varrà la pena, fidatevi. Avete portato le bottiglie d’acqua? Qualcuno soffre di vertigini? Lo dica ora o taccia per sempre»

Il coach si spostò verso la fila di Derek, Cora e gli altri, mentre da lontano un uomo si avvicinava verso il gruppo di Scott.

L’intero complesso era popolato da centinaia di turisti: i ragazzi si ritrovarono ad ascoltare persone che parlavano lingue provenienti da tutti e cinque i continenti, con quasi tutti loro che scattavano flash all’impazzata.

Labyrinth (ITA)  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora