(Ho cambiato la gif del 5 capitolo, controllatela e commentate se volete!)
Una calma inusuale aveva preso il controllo di Città del Messico, quel mattino: le macchine che passavano avevano quasi paura di toccare l'asfalto, i fruttivendoli aprivano i propri negozi in silenzio e le strade erano incredibilmente prive di ingorghi.
Si poteva ormai intravedere il chiarore dell' alba imminente, soprattutto notando come il blu oltremare del cielo, si stesse rischiarando sempre più.
Solo dei leggeri sospiri, delicati come la moltitudine di petali che riposavano sulle strade, disturbavano il silenzio sommesso della notte che attraversava la sua fase discendente, preparandosi ad accogliere il bagliore dell’alba.
I respiri provenivano dalla camera 604 dell' Hotel Plaza Madrid, nella quale la grandezza di un letto bastava appena a contenere le due persone che ci dormivano.
Le coperte, bianche con dei richiami floreali di un rosa pallido, erano sparpagliate malamente sulla superficie, e riuscivano a coprire solo la parte inferiore dei corpi, lasciando quella superiore in balia della fredda umidità della stanza, che si preparava a vedere l’aurora attraverso la finestra, semi libera dalle tende.
Non tutti e due gli occupanti del letto però dormivano: Scott tentò di girarsi più volte sul fianco, senza riuscirci, a causa del peso che si trovava alla sua destra e che lo aveva tenuto inchiodato a pancia in su tutta la notte.
Il ragazzo sprofondò la testa su un cuscino così soffice da sembrare cotone, con gli occhi scuri che non avevano smesso di osservare il soffitto durante l’ultima mezz’ora.
Nonostante il calore delle lenzuola, che gli rimandava alla mente le scene idilliache di una notte passionale, il ragazzo si sentiva decisamente uno schifo.
Una sensazione di nausea persistente gli pulsava in gola, avvertiva un inconsueto gusto amaro in bocca e quel che era peggio, non aveva per niente chiuso occhio a causa anche di quei quattro bicchieri di tequila bevuti alla festa.
Lo avevano ridotto con un mal di testa pulsante, una terribile sensazione di stordimento e formicolio sul corpo, e, tanto per aggiungere la ciliegina sulla torta, avvertiva uno strano batticuore, forse causato dall’ansia di non riuscire a dormire.
No, Scott sapeva perché il cuore pulsava così forte, e non era a causa del sonno.
Era stata tutta colpa dell’avvenimento della giornata precedente: vedere quell’ambulanza che voleva investirlo, l’insetto che gli era entrato in bocca, e poi sentirsi dire che non era accaduto nulla, era stato qualcosa che lo aveva colpito.
Il nervoso e la tensione per la partita, avevano giocato un brutto scherzo al ragazzo e, sommati all’effetto inusuale dovuto all’inalazione del polline, secondo i suoi amici e la sua ragazza, gli stavano causando tutti quei fastidi.
Scott non era convinto della spiegazione del branco: perché gli stava capitando tutto quello?
In fondo gli era già accaduto di respirare un paio di tipi di polline, eppure non gli era mai successo di vedere un moscone spuntargli dal petto, men che meno sentire sirene spacca timpani di ambulanze inesistenti.
Qualcosa non quadrava.
Il ragazzo buttò un occhio all’orologio che aveva legato al polso.
Il display luminoso lo avvertì: erano le cinque e mezza di mattina, e Scott non aveva chiuso occhio, nemmeno dopo che lui e Kira avevano fatto sesso.
La parte dolce, forse l’unica, di quella strana nottata era stato proprio fare l’amore con quella ragazza, che ora dormiva, beata lei, rannicchiata come una bambina vicino a lui.
I tocchi famelici in ascensore, li avevano portati a stendersi sul letto, in preda alla frenesia, tentando di unirsi, senza nemmeno rendersi conto dei loro gesti, talmente era forte il desiderio che provavano.
Scott non si era mai sentito così attratto da una persona, come con Kira, colei che si era rivelata la sua benedizione quella notte. Per qualche ora, stando insieme a lei, aveva dimenticato i suoi tormenti, tornando ad essere un semplice adolescente in balia degli ormoni.
Il ragazzo riuscì a girarsi finalmente su un fianco, per osservare la giovane di fronte a lui, che dormiva senza pensieri: il suo respiro era lento e regolare, e sembrava anche che un sorriso le trasparisse sul volto. Scott non poté fare a meno di accarezzarle teneramente una guancia con la mano, stringendo a sé il corpo della ragazza.
Il gesto la svegliò piano, facendole sbattere un paio di volte le palpebre, prima di lanciare agli occhi di Scott uno sguardo assonnato ma innamorato.
«Buongiorno Scott, tutto bene? Sembra che tu non abbia dormito stanotte» esclamò lei, ad un tratto completamente sveglia e preoccupata.
Scott sospirò: «Forse perché non ho effettivamente dormito, ma, ehi! Io non volevo svegliarti, scusa. Volevo solo accarezzarti un po’»
Kira avvolse il ragazzo col proprio corpo caldo e nudo, premendosi forte, quasi a consolare Scott, che la abbracciò di rimando, accarezzando distrattamente la pelle morbida come seta della ragazza.
«Mi da fastidio vederti così Scott e sapere che io ho dormito mentre tu hai passato una notte insonne. Non te lo meriti. Avresti dovuto svegliarmi, così almeno avremmo potuto fissare il soffitto insieme»
Scott rise: per la prima volta un lampo di ilarità si fece spazio sul suo volto.
Kira era proprio incredibile, e il ragazzo amava questo suo lato ironico, che a volte veniva fuori a sorpresa.
«Vorrà dire che la prossima volta ti sveglierò e passeremo la serata a guardare fisso il soffitto.» sussurrò lui in maniera sensuale all’orecchio della Yukimura: lei rise di rimando, alzando la testa e notando la stanchezza profonda negli occhi scuri del suo fidanzato.
Il gesto di Kira fu automatico: la ragazza cercò e unì facilmente le proprie labbra con quelle dell’Alpha.
Il loro fu un bacio profondo, intenso e lento, che strappò un leggero sorriso ad entrambi. La bocca della ragazza sapeva di rosa, forse a causa del lucidalabbra che aveva l’abitudine di mettere, prima di chiudere gli occhi.
Scott si vergognò del suo alito amaro: «Scusa, ho un sapore disgustoso di alcol in bocca, e tu sei sempre così delicata e perfetta, e io…” »
«Dai Scott, non fa nulla. E poi, è bello svegliarsi e vederti accanto a me, cioè, nel senso, anche solo vederti accanto a me, senza per forza svegliarsi, tu non hai dormito, oddio, scusa, sono la solita chiacchierona imbranata» arrossì lei, che posò la testa sul petto del ragazzo, scosso da risatine.
«No Kira, tu sei fantastica» sorrise lui fiero, prima che lei iniziasse a tracciare la forma dei pettorali del ragazzo, accarezzandolo piano.
La sua mano si soffermò un attimo di più sul cuore, e in quel momento, captando il battito frenetico, la ragazza capì.
«Scott ma tu sei troppo agitato! E’ per quello che abbiamo fatto questa notte? Forse e colpa dell’ alcol e il resto se non hai dormito»
Scott pensò che forse era meglio rivelare le sue preoccupazioni, così da provare a togliersi un peso. Era inutile mentirle: «No, Kira, non è per quello. E’ per il polline di ieri» confessò, imbarazzato.
«Il polline? Ma abbiamo detto che tutto quello che ti è capitato ieri è accaduto per colpa della tensione della partita, ne eri convinto anche tu, no?»
«No, vedi, io non lo sono mai stato, Kira. Io sento una terribile paura, un senso di inquietudine che non riesco a farmi passare, mi dispiace»
«Non pensarci, è stato un momento di debolezza, tutti possono averne, credimi. La tensione per il torneo ti sta dando alla testa, ma tu devi stare tranquillo e basta. Pensavo avessi superato questa fase di agitazione, ti ricordi? Eri così quando ci siamo conosciuti, sempre turbato, sempre inquieto. Sai che non mi facevi stare mai serena?» confessò Kira, tentando di cambiare discorso.
«Tu eri ricercata da Deucalion, e non potevo fare in modo che ti facessero a pezzi»
« Per fortuna che ti ho conosciuto allora, dato che mi hai protetta. Comunque per favore, non pensarci, il polline non è un problema, cerca di chiudere gli occhi Scott, non c’è nessuno che possa farti male, fidati di me»
Il ragazzo prese un paio di respiri, annuendo alle parole della fidanzata, senza però risponderle e guardandosi intorno, notando il letto vuoto di fianco al loro.
«Non lo so Kira, davvero, non riesco a liberarmi di questo presentimento, però grazie comunque del tuo sostegno »
«Scott io ti amo. E’ parte di me provare a sostenerti il più possibile, lo sai.” Anche Kira si voltò, scrutando il letto di fianco: “Ehi, senti, ma secondo te dove è andata a dormire Cora? L’abbiamo praticamente bloccata fuori dalla stanza…»
«Da Stiles, magari?» tentò Scott, insicuro.
«Nah non credo proprio, è più facile che lei o entrambi siano nella stanza di Derek, conoscendo i gusti di Stiles»
«Stiles da Derek, ma che ti viene in mente?» tentò di cambiare discorso Scott, senza essere a conoscenza del fatto che la ragazza già sapeva cosa accadesse tra i due amici.
«Scott non devi fingere, Lydia mi ha detto tutto, tranquillo. So che cosa sta succedendo tra quei due, e se devo dirtela tutta, era nell’aria da tempo. Non importa, comunque, dormi adesso, è meglio che ti riposi, se oggi vuoi essere in forma per il match»
«Ok, ci proverò» borbottò Scott, comunque poco convinto.
Il ragazzo, chiuse gli occhi, tentando di scacciare le paure e addormentarsi, abbracciando forte Kira, la sua vera ancora.
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Labyrinth (ITA)
FanfictionIspirata dall'episodio "Motel California" di Teen Wolf Il buio nella vita di Stiles Stilinski, che nasconde la sua enorme cotta per Derek Hale, raggiunge l' apice quando la squadra di Lacrosse e l'intera classe di economia, viaggiano verso il Messi...