Capitolo 1

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Capitolo 1
Marzo 14 1983.
Caro diario, anche se in realtà sei solo un semplice quaderno
che dovevo utilizzare per i compiti
di scuola, oggi quattordici marzo mille novecento ottantatre, ho deciso di affidare a te i miei pensieri e le mie emozioni di ciò che succede, bello o brutto che sia, nella mia vita da oggi in poi.
Il mio nome è Giuseppina Randazzo, ma a casa tutti mi chiamano Pina;
vivo in una famiglia numerosa formata dai miei genitori i miei cinque fratelli, tre maschi e tre femmine di cui io sono l'ultima.
Mio padre si chiama Filippo, e un uomo taciturno e con il pugno fermo. Lavora come guardiano presso dei terreni dove si coltiva il granoturco.
Mia madre si chiama Concetta, è una donna molto introversa, e molto indaffarata a gestire severamente i propri figli e le faccende di casa.
Ricordo quand'ero piccola mi rimproverava sempre perché stavo sempre in strada specialmente d'estate a giocare a pallone o ad andare in bici di mio fratello Salvatore.
Ero un vero e proprio maschiaccio, mentre a me piaceva stare sempre fuori mia madre avrebbe voluto che rimanessi a casa ad aiutare le mie due sorelle poco più grandi di me, Rosalia e Michela, e che magari imparassi a cucire e ricamare.
Ma in questo non ero portata e neanche ora, infatti ancora oggi è mia sorella Michela che si occupa ancora di cucirmi i miei vestiti persino quelli delle grandi occasioni come quelle di paese.
Ritornando a me credo sia opportuno descrivermi :
ho una corporatura esile e bassa di statura ma in cambio ho dei grandi occhi di cui mia madre diceva sempre seppur essendo neri che parlavano da soli. I miei capelli li ho sempre tenuti corti ;mia madre me li taglia sempre corti all'inizio della scuola per paura che io prenda i pidocchi.
Sinceramente me ne sono sempre vergognata perché sembro davvero un maschio.
Adesso vado c'è mia madre che mi chiama.

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