Capitolo 136

3 1 0
                                    

Ecco adesso che sono fuori e Ciccio e. Giuseppe lo tengono a bada io vado da mia madre è piena di lividi provo a farle mettere del ghiaccio ma lei si rifiuta gli chiedo perché non si ribella, e lo lascia lei ha appena quarantanove anni ancora e in tempo lei mi risponde :<<Na cosa ti rico ricordate figghia mia pi certe fimmine l'uomo so chiù bastardo è chiossae ci stanno sutta a testa mia chissa è. >>in quel momento non le ho chiesto più niente e lo solo abbracciata e dato un bacio sulla fronte dicendole che le volevo bene. Lei mi ha risposto che anche lei me ne voleva anche se non sempre riusciva a dimostrarlo. Ora sono a preparare la valigia per partire due giorni e per me e una liberazione andarmene mi spiace per mamma. Ma spero che i miei fratelli non la lasciano troppo a lungo la sera da sola con quella bestia.
A presto. Sono nel letto e provo a prendere sonno pensando alle parole di mia madre, "che l'uomo più bastardo, la propria donna gli sta, sempre accanto" e io penso a Nino ancora provo qualcosa per lui e mi fa star male a non avere sue notizie da mesi. Ma poi c'è un altro dilemma che cosa devo fare con Vincenzo che mi fa una corte senza fermarsi. Mi dispiace tenerlo sulle spine , e mi chiedo se poi si stanca e mi lascia perdere?! Non so, non so proprio.
Devo decidermi..
Oggi mi sono partita di buon ora per Palermo era appena l'alba avevo proprio voglia di fuggire da casa ho salutato solo mamma, la bestia ha dormito nella mia vecchia cameretta.
Non voglio vederlo.

Ricordi di un diario||Prima ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora