Capitolo 18.

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18 giugno 1986.
Caro diario e già una settimana che non affido i miei pensieri a te. Ma a dirla tutta lo dedicata a me e Nino e ai nostri incontri. Seppur per poco tempo a me basta invece a lui no.
Non vuole capire che per me giustificare queste assenze da casa non è facile. Non voglio che capiscano cosa stia succedendo nella mia vita a casa per me sarebbero guai seri specie con i miei fratelli. Poi c'è un po' di trambusto, perché mia sorella Michela vuole presentare il suo pretende e futuro sposo a casa, si chiama Giuseppe che
vuole venire a chiedergli la mano per fidanzarsi a casa per evitare pettegolezzi inutili in paese.
Si chiama Giuseppe Modica lavora con la sua piccola barca, ma in realtà lui è un ragioniere non ha mai trovato mai un posto di lavoro e così si arrangia, vendendo il pesce nel piccolo mercato che c'è qua. Bussano alla porta corro a dopo.
Ciao rieccomi si è presentato Giuseppe mio padre gli ha chiesto chi fosse e lui gli ha detto :<<sugnu ca pi Michela >>. Mio allora se ne stato un po' zitto e sotto braccio se le portato fuori, noi eravamo incuriositi di ciò si stessero dicendo o parlando.
Michela e Rosalia stavano preparando il caffè mia madre immobile al suo solito. Tutto ad un tratto sono rientrati e si sono seduti Rosalia gli porta il caffè Michela rimasta immobile vicino al tinello. Mio padre con un aria seria gli fa un cenno per farla avvicinare, ma a eveva un po' paura pensava che mio padre non avrebbe acconsentito al fidanzamento invece tutto il contrario. Il fidanzamento da oggi era ufficializzato. Lei contentissima lo accompagnato verso la porta sussurrandogli qualcosa ma non cosa vabbè fatti loro. Adesso sono stanca vado a nanna

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