Capitolo 167

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18 settembre 1987
Eccomi qua  caro diario,
E da quando ho visto Nino che ho evitato di uscire di casa, ma lo so devo affrontare le mie paure, devo chiarire la nostra situazione non posso rimandare un altra, settimana e sapremo con certezza se mamma dovrà affrontare questo viaggio viaggo per Milano, aspettiamo la conferma di Rosalia non si è deciso chi partire con mamma o io, o mio padre o uno dei gemelli si perché sono ritornati ieri da Genova, e per la partenza definitiva ci vorrà ancora un po' di tempo. Michela ha chiamato a casa della vicina dice che spera di scendere fra un paio di giorni da sola, mio cognato non può  lasciare il lavoro per adesso lei ha ottenuto il permesso come segretaria della stessa azienda. Dice che provvederà lei a farci mettere anche a noi il telefono a casa, ormai con le lettere  l'attesa è lunga per comunicare tra noi vista la situazione di mamma. Noi cerchiamo di non farle sospettare niente, ma credo che abbia capito che c'è qualcosa che non va in lei. Noi gli diciamo che l'esaurimento che gli fa avere questi mal di testa seppure atroci certe giornate, altre sembra meno allora lei ne  approfitta  sta in piedi, scherziamo, cuciniamo assieme, persino delle torte , a poco a poco sto imparando a cucinare e lei mi fa i complimenti che sto diventando più brava di lei mi dice : <<ammeno si moro ci cucine tu a to patre >>, io gli dico di smettere di dire queste cose nemmeno per scherzo. E cerco di ingoiare le lacrime che sento  arrivare dagli occhi.  Provo tanta pena  per lei e penso che vivesse fino a vedermi sposare, accompagnare i gemelli all'altare, cucire il mio abito da sposa io, lei e Rosalia e anche Michela, come una volta. Al solo pensiero di poterla perdere per sempre sofro molto.
Ma adesso non voglio pensarci. Voglio godermi attimo per attimo con lei,
adesso penso a prendermi cura che non si affatichi troppo. A dopo.
Stasera a tavola  eravamo tutti tranne le mie sorelle, i gemelli, le loro fidanzate e papà. Ho detto loro che tra un paio di giorni sarebbe arrivata Michela per stare qualche giorno con noi, che aveva un po' di nostalgia, che gli mancava la famiglia. Tutti erano contenti, ma mamma era pensierosa non ha detto nulla. a riguardo. Ma poi a replicato dicendo : <<picchi scinne Michela?!  Picchi ci manca a famigghia? O picchi sape chi haio picca tempo supra sta terra oramae! >>. Noi ci siamo ammutoliti di colpo e Ciccio gli risponde  : "ma chi stae ricenno o ma?! >>, anch'io gli ho detto di cosa stesse  parlando  e di non scherzare su queste  cose.
Lei poi si è alzata e se ne andata in camera sua, di nuovo un altro mal di testa. L'avevo capito dal volto e così abbiamo sparecchiato la tavola io con Angela e Lucia. Papà come tutte le sere usciva fuori a fumare il suo sigaro oramai non toccava più una sigaretta da tempo, solo sigari. Poi finito sistemare la cucina, le ragazze stavano per andare con i gemelli, io sono uscita a sedermi  nei gradini. Ma mentre parlavamo io e papà chi passa lì davanti con una vecchia vespa? Nino almeno due o tre volte avanti e indietro, io però ho finto di non vederlo. E poi mi sono alzata e sono tornata dentro. Adesso provo a dormire.

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