Capitolo 117

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20 febbraio 1987
Sono passati altri giorni e fra due giorni Rosalia compirà il suo venticinquesimo compleanno, io per regalo ho preso dal negozio un paio di scarpe che sto pagando a poco a poco con il consenso del mio datore di lavoro è stato molto gentile .
Ho parlato di farmi cambiare il turno lavorare il pomeriggio e la mattina rimanere a casa perché dovevo aiutare a casa, lui ha acconsentito.
Adesso vado .
Caro diario  oramai il mio turno pomeridiano inizierà fine mese, ec  sono a casa ogni volta vengo sempre con meno voglia  ma questa è la mia vita. Più posso stare lontana da mio padre meglio è continua  a bere e mia madre non fa nulla per ribellarsi ai suoi continui sopprusi,  giustifica  sempre  il suoi modi aggressivi assumendosene  sempre la colpa  lei è mi fa rabbia. Ma io non sono nessuno per giudicarla ma mi fa molta pena.
Con mia ennesima sorpresa ho ricevuto una lettera di Vincenzo anche questa volta  con dei petali di rose gialle. Mi comunica che Anna già è all'ospedale da due giorni e che ci sia quasi a mettere al mondo suo figlio, mi chiede di andare  non solo per Anna, e l'amicizia che ci lega anche per lui che gli mancano i miei occhi neri. E che mi pensa spesso. E gli farebbe piacere portarmi almeno una volta al cinema appena potrò andare a Palermo. E dice che se il mio ncuire non è più legato a Nino vorrà essere lui a legarlo al suo è per sempre.
A dir la verità le sue parole per un attimo mi ha fatto dimenticare del tutto a Nino e stati più presente lui in questi due mesi nella mia vita  con le sue lettere che lo stesso Nino in molti di più. Domani o nei prossimi giorni cercherò di rispondere magari una volta lo debbo fare. Non è giusto che io lo snobbi togliendomi un altra opportunità, con i lunghi silenzi di Nino. Adesso vado a cenare.

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