Capitolo 121

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5 marzo 1987.
Mio amico diario  anche se da poco che Rosalia è partita, tutte le mattine rimango io sola con mia madre I miei fratelli e mio padre vanno via presto a lavorare nei campi. Faccio le faccende e ogni tanto quando mia madre non ha voglia vado io al mercato a fare la spesa. Anche se di nuovo è da un paio di notte che sento mia madre piangere, nono stante che mi sono trasferita nella stanza che era di Rosalia la sento lo stesso. Mio padre a cena non può fare a meno di stuzzicarmi con battute  poco piacevoli, ma io provo ad ignorarlo.
So solo tanto la stima che avevo nei suoi confronti un uomo mite e taciturno che era, adesso com'è che sia cambiato tutto ad un tratto. Ma non vedo l'ora  ogni pomeriggio di recarmi a lavoro per stare un po' più tranquilla. Fra un po' vado a più tardi.
Eccomi di nuovo qua sono un po irritata oggi nel pomeriggio il figlio e l mio datore di lavoro Mario ha provato di nuovo a toccarmi  mentre eravamo soli in negozio, avrei voluto dargli uno schiaffo da rompergli i denti. "Stu cretino". "Si crire di fare socco  vole". Ma se continua glielo riferisco a suo padre. Provo una forte antipatia  nei suoi confronti.
A domani

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