Capitolo 30.2: Un mare di speranze

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Camminiamo per un po' per le strade in silenzio

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Camminiamo per un po' per le strade in silenzio. Sono felice per ciò che ho fatto, per aver venduto la barca e per essere finalmente riuscito a parlare con Sanem e questa volta, davvero. Senza litigi, senza rabbia.
Ma la cosa che mi rende più felice di tutte le altre, è che finalmente lei crede alle mie parole, finalmente crede che non sia colpevole di quel gesto ignobile di bruciare quel taccuino e questo, anche senza prove.
«Vorrei almeno poter telefonare a Denize e rassicurarla. Sarà spaventata a morte!» dice, d'un tratto e in quel preciso istante, mi ricordo di ciò che ho dovuto fare per restare solo con lei. Ora ti tocca rimediare, Can!
«Ok, ascolta. Lo vedi quel negozio laggiù?» le dico indicandolo. Sanem osserva in lontananza e annuisce, dandomi conferma di averlo visto. «Bene. Tu vai lì e acquista due schede nuove, io penserò a farmi perdonare. D'accordo?» le dico. Osservo il suo volto e la sua espressione confusa e curiosa, prima di incamminarmi dalla parte opposta, per cercare un negozio. «Ci vediamo tra poco qui, non allontanarti!» le dico, ormai già andando per la mia strada.

Dopo qualche minuto ecco che riesco a trovare un negozio di telefonia e, guardando le vetrine, ecco che vedo due telefoni identici dai colori opposti. Uno bianco, l'altro nero.
Stranamente noto che quello nero, è stato esposto male: è sottosopra, a testa in giù. Vederlo in quella strana maniera, accanto a quello bianco, mi fa pensare al simbolo dello Yin e dello Yang.
Penso a quella teoria delle energie opposte, ma necessarie perché si completino a vicenda. Esattamente come noi due, esattamente come le pietre di luna che ho in tasca, esattamente come lei ci vedeva e, per un attimo ripenso a quella sua affermazione.

"«Siamo così diversi.. Forse.. forse è per questo che non ha funzionato»"

A quel pensiero, decido immediatamente di acquistarli e di donare a lei quello bianco che, stando alla teoria delle pietre di luna, rappresenta la luce e lei, è luce. Per assurdo, nell'altra teoria, quella dello Yin e dello Yang, simboleggia l'uomo e pensare che potrei donarle me stesso, attraverso uno stupido telefono, mi fa sorridere.
Quello nero, lo terrò io. La parte scura della luna, la rappresentazione della donna: di lei. Come ti sei ridotto in questo stato, Can Divit? Allah, Allah!
Entro nel negozio e poco dopo, esco da lì con il mio acquisto felice di farle un regalo. Vado nel punto d'incontro e già da lontano, la vedo seduta su una panchina ad aspettarmi. La raggiungo e la prima cosa che le chiedo, è se abbia comprato le schede sim. La vedo alzarsi e voltarsi verso di me. «Si, le ho comprate. Ho detto che uno squilibrato, ha gettato i telefoni in acqua, così me ne hanno date subito altre. Penso che abbiano avuto pietà di me» dice prendendosi gioco di me. Lei tenta di scappare gettandosi in acqua e io sarei lo squilibrato? Molto bene.. molto, molto, molto bene..

Non posso che ridere a quelle parole e alla sua espressione divertita. «Hai fatto bene» le dico pensando che innamorarmi di lei, sia stata la cosa più bella che potesse mai capitarmi in tutta la vita. Guardo gli scatoli tra le mie mani e mi dico che è giunto il momento di darle il regalo.
«Qui c'è i tuo telefono! Tu bianco, io nero» le dico cedendogli il suo. La vedo osservare la confezione confusa e soddisfatto di me stesso, le chiedo se per lei va bene.
«Non importa. Possiamo andare via adesso?» mi chiede forse stanca dopo questa lunga mattinata.
Le faccio cenno di precedermi e improvvisamente, la sento parlare. «Perché tu li abbia presi bianco e nero, non te lo chiedo nemmeno!» dice, forse sospettando qualcosa. Ma no, non può averlo capito..

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora