Capitolo 52.2: Partire da zero

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Sono le sei del mattino

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Sono le sei del mattino. Ho passato questa notte in modo agitato, a giudicare dal cuscino sul pavimento, e dalle lenzuola ormai ridotte in un ammasso informe di tessuto penzolante dal materasso.
Nei miei sogni, si sono susseguite diverse immagini: di angoscia, dove il volto di Emre diveniva sempre più turbato e sfocato, man mano che tentavo di allungare la mia mano verso di lui; e di pura beatitudine, dolcezza e infinito amore, quelle che rappresentavano lei, l'unica e sola donna che abbia mai toccato il mio cuore, avvolta nelle mie braccia proprio in questo stesso letto, dove potevo osservarla dormire, accoccolata al mio petto, mentre il me del sogno, le accarezzava i capelli e si inebriava del suo dolce profumo di fiori selvatici.
Ancora seduto al centro del letto, ripenso a quel bacio che mi ha dato, dove ho avvertito la sua anima fondersi con la mia, ripenso al suo scappare via da me, alle sue parole senza alcun senso e mi chiedo cosa abbia significato per lei.
Scuoto la testa e passo una mano sul viso dal basso verso l'alto, lasciando che finisca nei capelli, dicendomi che l'unica cosa che mi è possibile fare, è poter parlarle con il cuore in mano e mettere fine a questo limbo in cui siamo finiti. Lei è il mio mondo, e deve saperlo!
Ho bisogno di risposte, di mettere un punto a tutto questo. Ho bisogno di sapere se per lei sono davvero solo un vicino di casa, un socio nella sua attività delle creme. Ho bisogno di sapere se per noi c'è quel futuro che il suo bacio, ha reso ancora più vivido nella mia mente, se avremo mai quella famiglia che abbiamo sognato entrambi. E se dovesse dirti di no? Potrei morirne.. No, Can! Non ti agiterai, resterai calmo! Hai promesso a te stesso che saresti stato qualunque cosa di cui avesse avuto bisogno!

Sbuffo, mentre sento l'ansia crescere in me e voltandomi verso la porta della mia camera, i miei occhi finiscono sul comodino accanto al letto. Vedo il suo libro adagiato lì sopra, dove l'ho lasciato ieri sera, lo prendo tra le mani ed ecco che all'ansia per ciò di cui dovrò parlare con lei, si somma quella per ciò che ho scoperto su Emre. Devo affrontarlo..
Con un sospiro, porto le gambe fuori dal letto e prendo il cellulare, compongo il numero di mio fratello che dopo soli pochi squilli, risponde con voce allegra.
«Can! Buongiorno!» esordisce dall'altro capo del telefono, felice che lo abbia chiamato. «Fratello, ho bisogno di parlarti..» rispondo cercando di nascondere un po' di quel dispiacere che ho imparato a non tramutare in rabbia. «È successo qualcosa?! Hai una voce strana, Can!» mi chiede allarmato, così mi affretto a dirgli che non c'è niente di cui debba preoccuparsi, ma che ho bisogno di vederlo il prima possibile. Emre, poco convinto delle mie parole, mi propone di vederci tra un ora in quello stesso parco, dove ho incontrato Volkan per la prima volta, ed io accetto.
Una volta chiusa la chiamata, mi alzo dal letto e mi avvicino alla finestra per godere un po' di quella pace immutata del mattino, chiedendomi cosa succederà nel mio futuro immediato, chiedendomi se riavrò lei al mio fianco, chiedendomi se sarò capace di perdonare mio fratello.

Dopo qualche minuto vado in cucina, mi preparo una tazza di tè e nel sorseggiare questa bevanda, ripenso alle labbra di Sanem, così morbide, così carnose e piene, così perfette sulle mie che sembrano essere fatte di proposito per me.
Bevo tutto d'un fiato il restante tè costringendomi a non pensarci adesso e, una volta tornato in camera, mo cambio velocemente per poi uscire.
Guardo la mia auto ferma davanti casa e mi dico che camminare un po', potrebbe essere utile a pensare come affrontare il discorso con Emre e ad allentare un po' di quell'ansia che avverto in me.
Man mano che cammino, mi dico che ormai è tutto nel passato e che, se fossi stato ancora quel Can di allora, lo avrei allontanato da me, forse per sempre, reputandolo meschino, un traditore del suo stesso sangue. Ma il Can di adesso, il Can cambiato anche grazie all'immenso amore per Sanem, quello che ha imparato dai suoi errori, sa essere comprensivo e pronto all'ascolto. So di poter riuscire a gestire questa situazione, e so che l'Emre che mi comparirà davanti, non è più quello stesso fratello citato in quel libro, ma un uomo migliore, un uomo anch'esso cambiato grazie all'amore della sua Leyla.

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora