È giorno. Sono trascorsi molti giorni di navigazione dal mio ultimo porto. Sono in mare quasi sempre, e non riesco a trovare un posto dove poter abbandonare il mio dolore. Resto in mare il più delle volte, con la speranza che il suono delle onde mi svegli da questo mio incubo senza fine. Con la speranza che il suo cullare rassicurante, possa tornare a far battere il mio cuore. Non può più farlo.
Come può farlo? Il mio corpo aveva preso vita nel momento in cui i suoi occhi avevano incontrato i miei, diventando lei stessa il mio organo vitale. E l'essere senza un cuore, senza il suo pompare amore nelle mie vene, non poteva che rendermi una persona la cui vita era finita.
Mentre il dolore continua a torturarmi, avvisto le coste iberiche. Barcellona mi si apre davanti, con il suo meraviglioso porto. Il sole è alto e luminoso, le acque calme e limpide. In un' altra vita, mi sarei chiesto come sarebbe stato vivere qui. Oggi mi dico che neanche questo posto potrà essere casa mia. Perché io una casa ce l'avevo, o avevo creduto di averla. Lei era la mia casa, e il posto in cui vivere erano le sue braccia.
"«Partiamo, tu ed io! Dove vorresti che ti portassi? Alle Galapagos?» le chiesi sapendo del suo più grande sogno. «Per ora mi basta restare qui» mi disse, posando una mano sul mio petto. Non capii. «qui? In giardino?» chiesi confuso. «No, qui dentro» e abbandonò la sua testa sul mio petto, mentre la cullavo stretta a me"
Devo distrarmi, devo scendere da qui. Ho bisogno di concentrarmi su qualcos'altro, e forse le strade di Barcellona potranno aiutarmi. Calo l'ancora nel porto. È pieno di gente. Scendo in sottocoperta per preparare le solite poche cose che porto sempre con me. Mentre cerco di riordinare il caos che non ha mai abbandonato la mia testa, i miei occhi si piantano su un oggetto a me familiare. Da quanto tempo non ti uso?
La mia fidata macchina fotografica. La mia Canon EOS 600D, amica inseparabile di mille viaggi e momenti rubati dai suoi scatti. Credo sia trascorso un periodo di tempo lunghissimo, dall'ultima volta che le mie dita l'hanno stretta, che hanno premuto quel pulsante. Forse uno degli ultimi scatti è stato per Lei. Era diventata l'unica cosa bella da immortalare in mille scatti. Ogni secondo di lei era da imprimere su carta e inchiostro. Ogni minuto era un ricordo fondamentale da conservare. Mantieni la rotta dei tuoi pensieri Can Divit.
Decido di portarla con me. Magari scattare qualche foto mi aiuterà a spegnere i pensieri. Prendo la mia vecchia amica di tante avventure, e salgo sul ponte. Inizio la manovra per attraccare al porto. Calo l'ancora e spengo i motori. Do uno sguardo veloce al ponte, e mi appresto a scendere dalla barca. Una volta che i miei piedi toccano il suolo del molo, do un'altro sguardo alla barca e il pensiero continua a navigare per mari infiniti verso di lei, nonostante io sia qui. Penso a quanto sarebbe bello vederla scendere da questa barca e sorridermi meravigliata di questo posto. Guardarmi con quello sguardo pieno di felicità che avrei sperato non abbandonasse mai i suoi occhi. Quanto mi manca, e quanto vorrei che il suo cuore fosse ancora mio.
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GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)
FanfictionCosa succede a due anime quando, a causa di una tempesta, sono state costrette a dividersi? Può un amore, che sembrava fosse inossidabile, sopravvivere ad una separazione di un anno? "Vai via" "Addio" La storia di Can e Sanem riparte da qui. Nuovi...