Amy gli porse il libro che aveva trovato. Tom lo prese e studiò rapidamente la copertina, colpito.
Amy non aveva mai visto quel volume, ma ne aveva sentito parlare. L'autore lo aveva scritto pochi anni prima, cercando di elaborare un resoconto completo delle scoperte del paleontologo argentino José Bonaparte, scopritore di parecchi fossili sudamericani.
«Appena lo ho visto ho capito di aver trovato quello per cui siamo qui» gli disse, «se cerchiamo informazioni lì le troveremo.»
«Il mondo perduto del Sud America» lesse Harris, ammirato.
«Un chiaro riferimento al libro di Arthur Conan Doyle del 1912» spiegò lei, «questa guida per ora è la più completa e aggiornata, non ne ho visto molte in giro. Credo sia l'unica opzione che ci è rimasta.»
Harris le restituì il libro, e lei lo guidò verso un tavolo da lettura lungo la parete di destra della stanza, sotto una grande finestra.
Appoggiò il volume sul ripiano e aprì la copertina flessibile, consultando il sommario.
«Il libro è diviso in categorie di animali per abitudini alimentari» notò Su, scorrendo con il dito lungo la pagina, «a loro volta separate in sottogruppi.»
Tom si allungò sul tavolo, cercando di guardare.
«I piccoli e i grandi erbivori, carnivori e gli antenati dei dinosauri. Categorie piuttosto comuni» le disse.
«Appunto» convenne lei, indicando la sezione piccoli carnivori, «ed è proprio da qui che guarderei.»
Sfogliò rapidamente il libro e trovò la pagina di inizio della sezione. Si bloccò, girandosi verso il collega.
«Che hai?» le domandò lui, aggrottando la fronte.
«Ho quasi paura ha guardare queste pagine, Tom. Hai visto anche tu quel dente, ma immaginalo sulla mascella di un grosso animale, di uno di questi!»
Lui attese, guardandola con aria interrogativa.
«Amy, davvero, di che cosa stai parlando?»
Lei sospirò, stendendo nervosa le pieghe del maglione.
«Lo sai che se in questo libro troviamo una corrispondenza, molto probabilmente sarà un dinosauro, Tom. Un dinosauro! Non un pesce osseo di un metro che vive in profondità nell'oceano e che non fa male a nessuno, ma un vertebrato estinto che tutti reputano pericoloso. Se questa notizia dovesse mai diffondersi, si scatenerebbe il panico!»
Harris rimase colpito, appoggiandosi sullo schienale della sedia.
«Forse a questo no, che non avevo pensato» le disse, scuotendo lentamente il capo.
«Io sì. Ho riflettuto subito sulle possibili implicazioni che questo avrebbe potuto generare. Lo immagini? Caos, paura... un dinosauro nella mente delle persone è il tirannosauro, avranno paura incoscientemente di un animale forse più innocuo di un grosso felino!»
Amy si accorse di aver alzato la voce, e si calmò. La prospettiva che si era immaginata era terribile, e temeva potesse accadere.
La paura di massa poteva evolversi rapidamente e, sfruttando la velocità e l'efficacia dei media, quella notizia sarebbe giunta in tutto il mondo in poco tempo, e squadre armate sarebbero intervenute ad estinguere definitivamente gli esemplari "colpevoli".
Sto esagerando. Si disse, chiudendo gli occhi e respirando lentamente. Accade solo nei film, non ha senso.
Nella biblioteca era calato il silenzio.
«Scusa, a volte sono troppo paranoica» si scusò poi, rilassandosi.
«Forse invece hai ragione» le rispose lui, con voce ferma, «ma farsi prendere dal panico in questo modo non aiuta. La gente si renderà conto che non è di un tirannosauro quel dente. Se ci fossero davvero animali che oggi riteniamo estinti che ora sono a piede libero, dubito siano molti. Si saprebbe già. Mi segui?»
«Sì. Hai ragione, in fondo. Basterebbe intervenire e contenere prima che la situazione possa degenerare.»
Lui annuì, mentre lei tornava sul libro.
Voltò la pagina e osservò le figure sull'introduzione ai dinosauri carnivori di dimensioni ridotte ritrovati nel sud del continente.
Riconobbe l'eoraptor e l'herrerasauro, entrambi tra i primi dinosauri comparsi sulla terra. Li studiò per alcuni secondi, ma li scartò quasi subito.
Se il dente fosse appartenuto effettivamente ad un dinosauro, sarebbe stato un predatore del Cretaceo, più recente. Le possibilità che un carnivoro del Triassico fosse sopravvissuto fino al presente erano remote, scartabili.
«Dobbiamo cercare quelli del Cretaceo» gli spiegò, sfogliando le pagine.
In alto, vicino al bordo, i vari periodi erano contrassegnati con un rettangolino colorato.
«Giurassico... ancora...» disse Tom, mentre Amy sfogliava, «ferma!»
Lei si bloccò, lasciando il libro aperto.
«Andiamo con calma, okay?» le chiese. Lei sorrise, sentendo il cuore che palpitava forte nel petto. Inspirò e si rilassò.
Harris si sistemò meglio e si allungò sul libro, incuriosito.
«Achillesauro, alvarezsauro, anabisetia» lesse, guardando le piccole illustrazioni e scuotendo il capo, «non sono loro!»
Voltò la pagina, e fissò impallidendo una foto che occupava metà della pagina.
«Mio Dio» commentò Tom, accasciandosi sullo schienale della sedia, «lo abbiamo trovato.»L'acqua calda gli scorreva lungo il corpo, mentre lo stretto cubicolo della doccia si riempiva di nuvole di vapore.
Rivas Evian si passò una mano tra i capelli, mentre respirava l'aria calda che odorava di bagnoschiuma.
Raramente si concedeva quel trattamento, preferendo una sciacquata veloce con acqua gelida. Lo faceva sentire più vivo, i suoi sensi si acuivano e lo risvegliava meglio di un qualsiasi stimolante.
Oggi è un'occasione speciale. Pensò, sorridendo.
L'uomo che lo aveva chiamato pochi minuti prima lo avrebbe raggiunto per farsi aiutare con quelli che aveva definito "animali pericolosi".
La parte che lo aveva convinto maggiormente della telefonata era che quell'uomo era disposto a viaggiare tre ore per raggiungerlo. Sperava volesse sottintendere un lavoro importante.
A volte è meglio festeggiare prima, però. Si disse, mentre spegneva l'acqua e usciva nel bagno.
Attese che il vapore si dissolvesse, per ammirare il proprio busto scoperto allo specchio. Un gigantesco tatuaggio a forma di scheletro di serpente gli risaliva il petto, la bocca spalancata vicina al collo.
Se l'era fatto fare dieci anni prima, per coprire una lunga cicatrice ancora parzialmente visibile. Ma a lui non importava. Col tempo se ne era abituato, imparando a vederla come una prova della sua forza.
L'importante è sopravvivere e dominare. Rifletté, mentre si metteva l'asciugamano attorno al ventre. Mentre si girava, vide che il taglio che aveva sulla spalla destra che si era procurato due mesi prima era ormai guarito.
Uno spiacevole errore.
Un proiettile lo aveva colpito di striscio, ma lui aveva proseguito portando comunque a termine il lavoro assegnato.
Si riscosse da quei pensieri, e uscì nella camera dell'albergo. La stanza era in ordine e odorava di detergente. Si era abituato fin da subito a all'atmosfera dell'albergo, da quando aveva cominciato a fare quel mestiere.
Vivere negli hotel aveva molteplici vantaggi, che andavano dal non pagare le tasse, ad avere sempre l'ambiente pulito e in ordine. La sua influenza gli aveva permesso di passare gli ultimi quattro anni della sua vita negli alberghi argentini, nei centri delle città principali, comodi per lui e per i suoi clienti.
Si avvicinò all'armadio aperto, e fece scattare la combinazione della cassaforte. Nello spiraglio di luce prese forma una pistola, che si affrettò a recuperare.
Se la passò tra le mani, avvicinando le dita al grilletto. Non aveva mai avuto tanta voglia di usarla in tutta la sua vita.
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Crono
Science FictionStoria vincitrice nella categoria SCIENCE FICTION ai Premi Wattys 2020 [In revisione, non su Wattpad] Nel nordovest dell'Argentina, in una cava di sabbia, un operaio viene brutalmente sbranato vivo da un animale misterioso, morendo nell'infermieria...