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All'interno del piccolo bagno della caffetteria, Amy si avvicinò al secondo dei tre lavandini, aprì l'acqua e la lasciò scorrere.
Nelle ultime tre ore erano successe troppe cose velocemente e sentiva la testa scoppiarle. Non era la prima volta che accadeva, quel dolore non le era nuovo.
Capitava spesso a fine giornata, specialmente dopo assemblee del gruppo docenti o del personale di servizio dell'università, a cui andava ogni volta. La sera le bastava un tè o una cioccolata calda e un film alla televisione per sentirsi meglio, ma in quel momento, a metà mattina, la situazione pareva frustrarla differentemente.
Nella sua testa, il flusso di pensieri parve mutare in un ronzio confuso, come se uno sciame d'api le stesse continuando a percuotere il capo dall'interno, cercando una via d'uscita.
Se fosse così, le lascerei uscire senz'altro. Si disse, sospirando.
Infilò le mani sotto il getto e si bagnò il viso con l'acqua gelida, che la aiutò a riconcentrarsi. Si appoggiò al bordo del lavandino e cercò di rielaborare la notizia che aveva appreso poco prima dal laptop di Sarah.
"Segni di sbranamento sul corpo". Scosse il capo inorridita.
Nell'articolo veniva citato il signor Foster e specificato che l'operaio era deceduto nella cava.
«È lì che ha trovato il dente, quell'uomo!» sibilò, fissandosi allo specchio, «ma perché non ci ha detto che è morta una persona?»
Quando aveva riferito a Tom della telefonata, soffermandosi sulla rapida spiegazione di Foster sul perché avrebbero potuto trovare del sangue, nemmeno lui sapeva cosa risponderle. L'unica idea che le era venuta in mente era che molto probabilmente Foster stesse nascondendo qualcosa per non essere perseguito dalle autorità, ma non si sarebbe mai immaginata un fatto di quella importanza.
Benché la fiducia nei suoi confronti fosse pari a zero, sapeva che l'unico modo per risolvere quella faccenda era contattarlo e pretendere spiegazioni.
Accese il telefono, e selezionò le chiamate recenti. Premette sul numero non memorizzato e attese col telefono all'orecchio.
L'uomo rispose al quinto squillo.
«Pronto?» domandò lui, deglutendo. Amy decise di attaccarlo per prima.
«Signor Foster, io non so per quale motivo mi stia prendendo in giro, né lo voglio sapere, ma sappia che è tardi per continuare. Ora pretendo delle spiegazioni.»
Doug attese a rispondere. «È la dottoressa Su, immagino. Cosa dovrei spiegarle?»
Lei si trattenne dal fare una risata isterica. «Mi scusi se non sono stata abbastanza chiara, con lei» riprese, con finta calma, «ma si da il caso che un operaio è morto nella sua cava, circa nello stesso giorno in cui lei ha trovato il dente. Non le pare una strana coincidenza?»
L'attesa fu leggermente più lunga, poi l'uomo le rispose esitante: «Come lo sa?»
«È su Internet, signor Foster. Lo so io come lo può sapere chiunque abbia un'accesso alla rete. Cerchiamo di rimediare, d'accordo? Come è avvenuto l'incidente e come ha trovato il dente? Potrei avere un'informazione che le interesserebbe, e gliela dirò solo dopo il suo resoconto.»
L'uomo sospirò, schiarendosi la voce. Le raccontò dell'esplosione, della scoperta della caverna e successivamente dell'attacco all'operaio. Da come lo aveva descritto, era praticamente impossibile che sopravvivesse. Su si coprì la bocca con la mano.
«E per quale motivo ce lo ha nascosto?» domandò timidamente Amy, sconvolta.
«Non volevo che questa storia venisse diffusa in giro senza avere prima io tutte le informazioni del caso. Il medico che ha effettuato l'autopsia deve aver contattato un biologo, mi sembra, che gli ha illustrato tantissimi tratti particolari delle ferite.
Sembrava che Guzman fosse stato attaccato da più animali, invece che da uno.»
«Mio Dio» Amy si sentì per un attimo in colpa nei confronti dell'uomo, «ma ancora non capisco perché non ce lo ha riferito. Se lo avesse esplicitato, niente sarebbe uscito fuori dal laboratorio. Per ora siamo solo in quattro a sapere del dente.»
«Avevo paura, forse. Se aveste saputo dell'incidente, sarebbe cambiato il vostro approccio nei confronti delle analisi? Credo di sì.»
«Signore, non riesco lo stesso a capire come: forse conoscendo come lei aveva recuperato il dente avremmo avuto più fretta nell'individuare l'animale, questo sì, soprattutto pensando che prima lo avremmo individuato, prima si sarebbe potuto evitare un altro incidente simile. Forse questo sarebbe stato il mio pensiero, ma sono passate solo tre ore e pensiamo di aver trovato comunque una risposta.»
«Pensiamo? In che senso?» chiese Foster, tossendo.
«In verità è solo un'ipotesi, un'idea molto improbabile ma possibile. Forse la notizia potrebbe stupirla, ma si fidi di noi. Non glielo sto per dire per prenderla in giro.»
Come hai fatto tu, del resto. Pensò, cercando di rimanere concentrata.
«Lo vede?» la interruppe Doug, «lei mi sta per proporre una teoria che ha definito improbabile. Se io la avessi informata della morte dell'operaio, lei molto probabilmente avrebbe seguito un'altra pista rispetto a questa, perché spinta dagli stessi motivi che mi ha appena illustrato. Cercare di scoprire la cosa per prevenirne una seconda, senza però concentrarsi bene sulla cosa. Afferra il concetto?»
Amy comprese quello che il dirigente le aveva appena detto, e si stupì di non averci pensato lei stessa. Quel ragionamento, seppur contorto, rispondeva perfettamente alla domanda che gli aveva posto sul perché le aveva celato la morte dell'operaio Guzman.
Pensandoci, si rese conto che in quella situazione molto probabilmente non si sarebbe nemmeno avvicinata al Museo di storia naturale, spingendosi di più verso la teoria che si trattasse di una nuova specie animale mai scoperta. Un errore che in futuro molto probabilmente avrebbe colto molti di sorpresa.
«Ammetto che lei ha ragione. A dire la verità ho avuto una mattina piuttosto impegnativa e non mi sono fermata a riflettere sul perché avesse preferito nascondercelo, ma ora capisco perfettamente. Mi scuso anche per il tono con cui mi sono rivolta a lei prima.»
«Be'» le disse ridacchiando, «tenendo conto della situazione era piuttosto comprensibile.»
«Forse, però, è meglio che le dica l'animale che pensiamo possa aver ucciso il suo operaio.»
«Mi illumini dottoressa.»
«Noasaurus leali» gli rispose, «un dinosauro.»

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