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Cercando di confondersi con la folla, Sarah scese dalla balconata ovest e raggiunse di corsa un gruppo di studenti sui vent'anni che si stava dirigendo verso il centro del terminal. Ignorando le occhiate maliziose che le rivolsero i ragazzi, si accodò alla piccola comitiva e incurvò leggermente le spalle per risultare il meno visibile possibile. È una follia. Si disse, ben consapevole che l'assassino avrebbe potuto facilmente riconoscerla se le fosse passato abbastanza vicino, ma non se la sentiva comunque di rischiare. È la mia unica possibilità.
«Scusa!» disse, rivolgendosi a una ragazza in fondo al gruppo. «State per caso seguendo un tour guidato?»
La ragazza si voltò, alzando gli occhi al cielo. «Sì, siamo qui con per un progetto scolastico. Una vera seccatura, e pensare che avevo sperato che ci avrebbero lasciato del tempo per fare shopping. Per fortuna che ci hanno permesso di uscire a fumare una sigaretta, altrimenti sarei impazzita.»
Sarah annuì con aria comprensiva, seguendola verso il suoi compagni, che si erano raccolti a un quarto della lunghezza del terminal attorno a uno storico che stava recitando la storia della struttura con una tale enfasi da ricordarle quasi un attore di teatro.
«Un fatto curioso che riguarda la volta» stava dicendo il cicerone, «è che Helleu, quando la dipinse, si basò quasi unicamente su un antico manoscritto medievale, con il risultato di rappresentare le costellazioni dello zodiaco al contrario, con le stelle leggermente fuori posto. Secondo alcuni critici, la colpa è da attribuire unicamente alla mappa celeste da lui consultata, mentre per altri sarebbe stato lo stesso Helleu a invertire l'immagine per sbaglio. La famiglia Vanderbilt, una volta saputo dell'errore nel dipinto, si limitò a spiegare che l'affresco rappresentava la visione del cielo secondo Dio.»
Sarah finse di ascoltare e guardò su, verso il soffitto decorato, scrutando la sala con la coda dell'occhio. Aveva già partecipato a quel tour, diversi anni prima, quando era ancora una studentessa, e conosceva a memoria la storia dell'affresco della volta. L'unica cosa che le interessava, al momento, era riuscire ad allontanarsi dall'atrio assieme agli studenti sperando che l'assassino, non vedendola, rinunciasse a inseguirla.

Sei stata furba. Pensò Anton, seguendo con lo sguardo il suo bersaglio mentre si aggregava al gruppo di studenti vicino alle scalinate della balconata ovest. Ma non abbastanza.
Si trovava accanto all'ufficio informazioni in ottone e marmo al centro della sala, sormontato dal grande orologio a quattro facce realizzato interamente in opale, dal valore di venti milioni di dollari, da sempre considerato da tutti come uno dei luoghi d'incontro più importanti del terminal. Bogdanov, infatti, non aveva scelto quel punto della sala per pedinare Sarah per la sua posizione, tutt'altro che strategica, quanto per l'affollamento di persone che lo circondava. Sono invisibile.
Fingendo di ammirare le immense vetrate colorate che caratterizzavano la facciata a ovest, osservò la donna mentre lo superava passandogli a pochi metri di distanza, seguendo il gruppo verso l'estremità opposta dell'atrio.
Anton attese che il gruppo iniziasse a salire la scalinata prima di allontanarsi dall'orologio e seguirli attraverso la sala. Se anche mi vedesse adesso, non avrà alcuna possibilità di raggiungere l'uscita.

Mi ha trovata. Sarah affrettò il passo e si spostò al centro del gruppo, lanciando continue occhiate dietro di sé. L'assassino si stava muovendo nella sua direzione con insolita calma, guardandosi attorno come per ammirare l'architettura dell'edificio, ma lei sapeva che stava solo fingendo di cercarla con lo sguardo. Non era un caso se si stava dirigendo verso di lei. Finché sono circondata da persone, non può farmi nulla. In fondo, però, non era sicura nemmeno di quello.
«Ora ci stiamo dirigendo verso una parte del nostro tour che è stata chiusa al pubblico dopo i tragici episodi dell'11 settembre,» spiegò lo storico, guidando gli studenti verso una porta sulla destra della balconata, «ora visitabile solo in occasioni speciali o prenotando visite guidate esclusive. Una volta è stato organizzato uno spettacolo di danza che ha coinvolto fino a settantadue ballerini...»
Sarah ci mise solo un paio di secondi a capire dove stessero andando. Aveva sentito parlare spesso di quel passaggio nascosto che si snodava all'interno della facciata est del terminal, ma mai aveva pensato di poterlo visitare. All'improvviso, sentì risorgere la speranza. Se riesco a raggiungerlo prima che lui raggiunga me...
Si voltò, perlustrando la balconata con lo sguardo, ma dell'assassino non c'era nessuna traccia. Stupita, non fece in tempo a chiedersi dove potesse essere finito che si ritrovò di colpo all'interno di una delle ascensori assieme a metà del gruppo, stipata nello stretto spazio affollato come un volatile nella gabbia di un allevamento intensivo.
Sentendosi soffocare, fece alcuni respiri profondi e guardò verso l'uscita ancora aperta per distrarsi dall'idea di trovarsi in una scatola di pochi metri quadrati. Un secondo prima che le porte si chiudessero, però, scorse l'assassino correre verso un altro degli ascensori, infilandosi dentro all'ultimo secondo.

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