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Amy stava ancora cercando di ricostruire il discorso che Tom aveva appena fatto, mentre aspettava che lo zucchero sprofondasse nella schiuma del cappuccino che aveva ordinato.
I dinosauri potrebbero non essersi estinti. Pensò, non riuscendo a crederci.
«In ogni caso» disse timidamente lei, «non ci siamo ancora soffermati su un punto piuttosto importante. Come hanno superato l'estinzione?»
Harris incrociò le braccia, sbuffando. «Questo forse è il punto in cui ho più dubbi. Tecnicamente basterebbe conoscere come hanno fatto tutte le altre specie preistoriche giunte fino a noi, ma non conosco una risposta.»
Amy sbuffò, demoralizzata. Erano tornati al punto di partenza.
«E invece» intervenne Sarah, «con quale teoria si schiera per spiegare la fine del Cretaceo? So che ce ne sono molte al riguardo.»
Amy notò che Tom le sorrideva. Quello era uno degli argomenti di cui amava maggiormente discutere con i suoi studenti.
«Io credo che la meteora che è caduta in Messico abbia contribuito all'estinzione, ma per me non è la sola causa. Secondo questa teoria, la meteora aveva un diametro di circa dodici chilometri e, nel momento dell'impatto, sprigionò una potenza esplosiva di circa centonovantamila gigatoni, milioni di volte superiore alla bomba più potente mai esplosa. A seguito, si scatenò un violento maremoto che investì la isole caraibiche, e liberò nell'atmosfera una grande nube di gas e polveri che hanno coperto la terra per alcuni anni. Il clima è stato modificato, rendendolo simile all'inverno nucleare.»
«E come può questo aver risparmiato dei dinosauri? È ridicolo!» commentò Hoyle, scuotendo il capo.
«Come ha risparmiato decine di altre specie» gli rispose con naturalezza, «in alcuni testi viene scritto che le polveri e i gas crearono una cappa oltre la quale non sono riusciti a passare i raggi del sole. Questo è impossibile, perché è grazie alla luce del sole che può svilupparsi la vita. I vegetali sarebbero scomparsi e quindi di conseguenza gli erbivori, i carnivori e tutti i batteri che sopravvivevano grazie alle loro carcasse. Il ciclo della vita sarebbe continuato per circa un anno o meno e poi il nostro pianeta sarebbe rimasto vuoto. Forse solo alcuni microorganismi anaerobi sarebbero potuti sopravvivere, ma nient'altro.»
Precisamente. Annuì Amy, essendo d'accordo con quell'idea.
«Però» si intromise lei, «credi sia possibile che questi animali siano davvero riusciti a rimanere esclusi dal resto del mondo per così tanto tempo? Mi sembra così strano.»
Tom ridacchiò. «Lo so che per quello che sto per dire mi darete del pazzo, ma sappiate che lo sto dicendo come un'idea ridicola, anche se potenzialmente vera. Nessuno di voi conosce storie di avvistamenti di dinosauri?»
Tutti scossero il capo, pensierosi. Poi Sarah alzò lo sguardo, illuminata.
«Il mostro di Loch Ness?» chiese, il labbro tremante.
Tom annuì sorridendo.
«Fermi, fermi» esclamò Amy, sconvolta, «non lo starai dicendo sul serio, spero! Se non ci sono stati avvistamenti di dinosauri dopo la loro estinzione sarà perché sono estinti! La natura li ha selezionati perché scomparissero e così è andata. Quello stramaledetto dente apparterrà ad un animale nuovo, velenoso, e che assomiglia incredibilmente al noasauro.»
«Lo credo anch'io, a dire il vero» commentò Hoyle, incrociando le braccia. «Il mostro di Loch Ness è un invenzione pubblicitaria. Non possiamo abbassarci a crederci!»
«Io non ci credo» puntualizzò Harris, «ma non è l'unico avvistamento, se così si può definire. In Congo esiste la leggenda del mokele-mbembe, letteralmente colui che ostacola i fiumi, che pare essere un gigantesco dinosauro che vive rintanato nelle foreste dell'Africa occidentale. Oppure il meno famoso ogopogo del Lago Okanagan, in Canada. Si pensa che quest'ultimo possa essere un basilosauro, una balena preistorica sopravvissuta all'estinzione. Ce ne sarebbero molti altri, anche se non di dinosauri: il bigfoot, lo yeti e l'alma potrebbero ricondurre al gigantopiteco. Questi sono solo gli esempi più famosi.»
Amy non era comunque convinta. In oltre quindici anni di studi scolastici e lavorativi, aveva imparato a diffidare da quel tipo di leggende. Conosceva ognuno dei casi esposti, ed era pure a conoscenza della scarsità di prove convincenti.
È ridicolo rifarsi a quelle storie, ora. Si disse, assaggiando il cappuccino tiepido.
«Per ora abbiamo solo quest'unica prova e queste teorie. Mi rendo conto che è praticamente niente, ma a questo punto dobbiamo farcelo bastare.»
«È niente, e non ci serve il niente. Abbiamo bisogno di prove concrete che supportino questa storia, e non ne abbiamo. Per quel che mi riguarda, siamo di nuovo al punto di partenza» il tono di Amy era scoraggiato.
Sarah sbuffò, sollevando un laptop dalla panca e aprendolo sul tavolo. Dopo pochi secondi la ragazza voltò lo schermo verso i due e si schiarì la voce.
«Prima vi avevamo detto di aver scoperto qualcosa anche noi. Leggete.»
Amy si avvicinò allo schermo. Su un documento di testo era scritte alcune righe, probabilmente di un articolo, che parevano essere state copiate da un traduttore automatico. C'erano segni rossi di errori dovunque.
Cercando di correggerli mentre leggeva, terminò il trafiletto in pochi minuti, e rimase senza fiato. Lo rilesse altre due volte. Vide che anche Tom era senza parole.
«Spero non sia uno scherzo» sussurrò con un filo di voce.
«Mi dispiace, è tutto vero» le rispose Sarah, «e vedrà che con questo breve testo tutto si ricollegherà.»
Amy si stupì di quanto veloce potesse lavorare la sua mente. In un attimo ricostruì tutto quello che era accaduto quella mattina, cercando di non tralasciare nessun dettaglio, incastrando il testo che aveva appena letto per riempire i buchi, e il flusso di pensieri si avvolse fino a tornare alla telefonata che aveva fatto con Foster.
Tutti i suoi dubbi si dissolsero, rendendola però più nervosa di quanto non era già.
"Se vedete del sangue, è mio", le parole di Foster le rimbombarono nella mente.
Non sei stato abbastanza furbo. Pensò, arrabbiata.
«Noi pensiamo che la morte dell'operaio sia strettamente collegata al dente» spiegò calma Sarah.
«Lo credo anch'io» annuì stanca Amy, sorseggiando il cappuccino. Mentre vuotava il bicchiere di carta, mentre si abbandonava contro lo schienale.
Sentì improvvisamente le parole del discorso pronunciate poco prima da Tom sotto una luce diversa.
Doveva ammettere che, benché potessero sembrare idee prive di fondamento, il ragionamento dell'amico era in parte sensato. Prendendo come esempio tutte le specie ancora presenti sul pianeta, e che esistevano già milioni di anni fa, statisticamente parlando risulterebbe improbabile che il completo genere Dinosauria fosse scomparso nel giro di qualche milione di anni, senza lasciare eredi viventi se non delle evoluzioni cominciate precedentemente alla data dell'impatto del famoso asteroide.
La selezione naturale era un argomento tanto misterioso quanto affascinante. Teorizzato per primo da Darwin, è un concetto che spiega come alcune specie riescano ad evolversi e a sopravvivere rispetto ad altre, che finiranno con l'estinguersi.
La selezione naturale si basa principalmente su tre principi: quello della variazione, dell'adattamento e dell'ereditarietà.
Il principio dell'adattamento, in particolare, spiegherebbe che specie con caratteri che favoriscono la sopravvivenza e la riproduzione, abbiamo maggiori probabilità di sopravvivere sul pianeta.
Le forme più primitive di dinosauri sono comparse sulla terra nel Triassico superiore, circa duecentotrenta milioni di anni fa. Sopravvissuti all'estinzione alla fine dell'era, hanno continuato a prosperare e mutare, con un'esplosione di varietà durante il Giurassico. Poi, con la fine del Cretaceo, l'universo dei dinosauri scompare, diventando un mondo perduto ricostruibile solo dai fossili.
Per spiegare quell'estinzione, ci si è rifatti a numerosi e disparate teorie nel corso dei decenni. Tra le teorie più famose, oltre all'asteroide, vi è quella che improvvisi cambiamenti climatici alla fine del Mesozoico siano stati la causa principale, altri che i primi mammiferi abbiamo razziato e mangiato le uova.
Secondo Amy, entrambe le teorie da sole non sarebbero riuscite a spiegare l'estinzione, ma solo una parte.
La teoria dei cambiamenti climatici, spiegata anche come fenomeno successivo all'impatto della meteora, teorizza la formazione di una prima era glaciale.
Quella visione catastrofica cozzerebbe, infatti, con la scoperta che i dinosauri sono animali a sangue caldo, caratteristica che permetterebbe maggiori probabilità di sopravvivenza rispetto a coccodrilli, tartarughe e tuatara a sangue freddo, che sono tutt'oggi presenti sul pianeta.
Tutto ciò non ha molto senso. Pensò, scuotendo lentamente il capo. Ma adesso voglio risolvere un'altra questione.
«Vado velocemente in bagno, ho bisogno di sciacquarmi la faccia» disse, alzandosi in piedi. Tom le annuì, mentre lei raggiungeva la piccola stanza dall'altra parte del locale.

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