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Lo scrittore argentino Jorge Louis Borges disse che la morte è un'usanza che tutti, prima o poi, devono rispettare.
Alex conosceva quella frase, ma aveva sempre sperato di rispettarla una volta anziano, dopo aver vissuto abbastanza per far avverare tutti i suoi sogni.
Eppure, sapeva, il destino è benevolo quanto inaspettato e spietato.
Fermo in mezzo alla radura, sentiva il respiro accelerato. Tutt'intorno a sé, l'oscurità era trafitta solo da deboli raggi di luna che facevano risaltare appena i grossi tronchi degli alberi.
Sapeva che la tra la vegetazione si nascondeva un animale. Lo aveva sentito.
«Meglio tornare all'alba» sussurrò, muovendo qualche passo verso il camper.
Quando era a pochi metri dalla portiera, sentì dietro di sé il rumore di alcuni rami spezzarsi e il rumore sordo di passi.
Si voltò di scatto, cercando di scorgere l'essere che aveva provocato quei rumori, prima che scomparisse nuovamente.
Per poco non cadde a terra, colpendo di peso il fianco del camper.
Che diavolo è? Si chiese, colto alla sprovvista.
L'animale era alto quasi due metri e lungo poco più del doppio. Se non fosse stato per la lunga coda parallela al terreno, lo avrebbe scambiato per un gigantesco uccello.
Il collo, muscoloso e coperto da protuberanze ossee, si mosse appena, ruotando il capo.
La testa dell'animale era corta, rotondeggiante e, la cosa che lo spaventò maggiormente, provvista di due piccole corna appuntite sulla sommità.
L'animale aprì le fauci ed emise un suono, simile ad un sibilo.
Alex per poco non gridò, mentre l'animale azzardava un passo, avvicinandosi.
Si girò di colpo, arrancando verso la portiera. Quando la raggiunse, strinse con forza le mani alla maniglia metallica, riuscendo ad aprirla. Cercò di arrampicarsi nell'abitacolo, ma si sentì tirare per il colletto della camicia, e ricadde pesantemente a terra, colpendo il terreno.
Il dolore che provava non era niente comparato al terrore. Aprendo gli occhi, chiusi per l'impatto, vide sopra di sé la testa cornuta dell'animale. Una goccia di saliva gli cadde in viso.
Vattene, bastardo! Pensò, agitando le braccia in alto.
L'animale scosse il capo, allontanandosi di un paio di passi, continuando però a fissare Alex. Lui si sollevò col busto e si lasciò rotolare lontano dall'essere, afferrando il bordo della portiera. Quando fece per alzarsi, l'animale ruggì e scattò, afferrandogli la camicia vicino alla spalla sinistra e trascinandolo lontano.
Quando lo lasciò, Morales si rese conto di essere a quasi dieci metri dal veicolo.
Con una forza che non credeva di possedere, agitò nuovamente gli arti superiori verso l'animale, che guardò nuovamente la scena senza attaccare. Poi Alex si alzò in piedi con uno scatto, allontanandosi di alcuni passi verso le proprie spalle, alla cieca.
L'essere lo studiò in silenzio, muovendo il capo ad ogni suo passo.
«Sparisci, figlio di puttana» sussurrò, mentre allungava le mani dietro di sé e percepiva il metallo freddo del camper.
Sapeva di avere una sola possibilità di salire e andarsene, e non la avrebbe sprecata.
Si girò e si mise a correre, più veloce che poteva. Sentì l'animale che ruggiva, poi i suoi passi rapidi.
La portiera era a soli due metri. Come fece per allungare la mano, fu strattonato con forza e ricadde pesantemente a terra, guardando con orrore un grosso taglio sotto il collo. Il sangue gli imbrattò i vestiti.
Tentò nuovamente di alzarsi, ma la zampa dell'animale glielo impedì. I grossi artigli gli si conficcarono nella schiena, per essere poi ruotato con un movimento rapido delle zampe. Incrociò lo sguardo dell'animale.
Il terrore si impadronì di lui. Era bloccato.
Mio Dio. Pensò. È finita.
Si agitò, sperando di liberarsi dalla presa, ma non riuscì a muoversi.
Il muso dell'animale scattò verso di lui, rapido, e gli strappò la camicia, lasciandogli lunghi tagli insanguinati sul torace. Alex gridò di dolore, mentre voltava il capo e incrociava il quadrante debolmente illuminato dell'orologio da polso.
Mentre l'essere si preparava a sventrarlo, notò che la lancetta aveva superato di due minuti e mezzo la mezzanotte.
E allora se ne rese conto. Quello sarebbe stato il suo ultimo Natale.

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