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Evian rimase colpito dalle ultime parole di Foster.
«Dovrei scoprirlo io?» domandò, per niente convinto. L'uomo sospirò. «Non la seguo.»
«L'operaio non ha avuto un incidente con un mezzo di lavoro, signor Rivas. È stato sbranato vivo da un grosso animale. Ma, ora come ora, non conosco minimamente la bestia in questione. L'unico che potrebbe conoscerla ora sta lassù» Foster indicò verso il soffitto.
Rivas sbuffò, scuotendo il capo.
«Insomma lei vuole che io raggiunga la sua cava per giocare a fare il detective? Non è proprio questo il mio lavoro, ma capisco cosa mi sta domandando, insomma. Non è proprio la prima volta che me lo chiedono.»
«Ma lei non andrà da solo. O almeno, spero di no» lo bloccò Doug.
«Cosa vuol dire?»
«Volevo organizzare una piccola spedizione di ricerca, a dire la verità. Lei per ora è l'unico che ne è a conoscenza, ma appena ho finito qui con lei avvertirò subito gli altri membri che ho preso in considerazione.»
Evian gli rivolse uno sguardo interrogativo. «Chi sono gli altri forsennati che ha intenzione di contattare?»
Foster si schiarì la voce, annuendo. «Intendevo chiamare i due operai che erano con Guzman nel momento in cui è stato attaccato. Loro forse avranno notato qualcosa, anche se poco dopo l'attacco non mi hanno riferito molto. E poi mi farebbe piacere se potessero venire degli specialisti di New York che in questo momento stanno lavorando su questo caso.»
«Stanno lavorando sul caso?» il cacciatore non capiva, «chi conosce davvero quello che è successo in quella cava?»
Foster fece un sospiro, evidentemente a disagio dal tono secco di Rivas.
«Gli specialisti di New York non conoscono per niente quello che è capitato. Diciamo anche che non sarebbero dovuti c'entrare niente in questa faccenda, ma è andata così...»
«Signor Foster» lo interruppe bruscamente l'uomo, «mi racconti per filo e per segno come è andata questa storia, perché qui non riesco a cogliere bene il senso logico di quello che mi sta dicendo.»
«Ha ragione» gli rispose, «tre giorni fa avevamo finalmente l'autorizzazione per ampliare verso sud la Mina de Calchaquíes. Il progetto prevedeva la detonazione di una grande parete di roccia verticale, e quel giorno ci apprestavamo a compiere la prima esplosione. Una volta fatta crollare una prima parte della parete, ci siamo ritrovati di fronte ad una scena che nessuno si sarebbe mai aspettato. Un'enorme caverna buia.»
«E la prima cosa che ha fatto è stato mandare a perlustrarla alcuni operai?» domandò Rivas, scioccato.
«A dire la verità sì. Una grotta rimasta sigillata per chissà quanti anni in che modo avrebbe potuto rappresentare un pericolo? I miei tre uomini sarebbero entrati, dato una qualche occhiata in giro e mi avrebbero dato l'okay per farla saltare in aria. Ma non è andata per niente così.»
«E quindi l'animale che ha ucciso il suo operaio si trovava all'interno della grotta?»
«Precisamente» proseguì il dirigente, «i due uomini che erano con lui portarono Guzman nell'infermeria della cava, dove è deceduto davanti ai nostri occhi. Una scena che non le augurerei ma di vedere.»
Rivas ascoltò in silenzio, alzando poi l'indice per prendere la parola: «e questi specialisti di New York?»
«Be', l'operaio aveva un gigantesco taglio che gli divideva in due il petto e, all'interno, vi era rimasto un piccolo dente triangolare. Questo frammento lo ho inviato personalmente negli Stati Uniti affinché effettuassero delle analisi al laboratorio di malattie tropicali. Oltre agli specialisti del laboratorio è sopraggiunta anche una biologa universitaria, un certa dottoressa Su. Non so quante altre persone siano a conoscenza del dente.»
«E solo loro hanno effettuato analisi?» chiese Evian, «voglio dire, non c'erano magari altri segni da analizzare sul corpo della vittima?»
Foster annuì con aria grave, guardandolo prima negli occhi e poi volgendo lo sguardo verso il pavimenti della camera.
«All'ospedale dove è stato trasferito il corpo mi hanno riferito di aver trovato tracce di veleno nella saliva viscosa che c'era nelle varie ferite. Il veleno sembra possa paralizzare e sembra appartenere ad... be' ad una specie di serpente locale, anche se le ferite ritrovate sul corpo farebbero escludere questa possibilità. Questo per ora è tutto quello che so.»
Rivas scosse il capo, sbuffando. Si alzò in piedi e raggiunse un mobile a lato della porta, dove prese due bicchieri di vetro e versò dello scotch dorato. Poi li prese, si risedette sul letto e ne porse uno a Foster, che lo accettò.
«È ottimo, lo deve provare» gli disse, mentre lo assaggiava.
Doug avvicinò le labbra e ne bevve poco, appoggiando il bicchiere sul ripiano accanto alla televisione. «Sì, è davvero buono.»
Rivas ne bevve un altro sorso. «La cose che però mi spaventa, è che un animale possa aver ammazzato un uomo anche grazie a del veleno paralizzante, no?»
Foster annuì. «A me inquieta tutto, ad essere sincero.»
«Aveva altre ferite? Oltre al taglio di cui mi ha parlato, come erano le sue condizioni?.»
«Orribili. È deceduto nel giro di pochi minuti. Deve aver perso parecchio sangue nell'attacco e molto nell'infermeria. Non c'è stato praticamente niente da fare.»
«Che cazzo» commentò il cacciatore a bassa voce, «e secondo lei questo animale lo si conosce? Voglio dire, e se fosse una nuova specie che può rappresentare un pericolo? Nessuno sarebbe pronto!»
«Può essere tutt'e due le cose. In ogni caso, rappresenta una minaccia in entrambi i casi. Se fosse poi un animale di cui già si conosce abbastanza forse si sa anche come agire, ma non capisco come mai non lo conosca. E all'ospedale dove hanno portato il corpo lo stesso esito: nessuno ha idea di cosa possa aver procurato l'incidente. Questo mi spinge a pensare che sia più probabile la seconda opzione.»
«Siamo di fronte ad una nuova specie, di chi non si conosce nulla, che ha ammazzato un uomo con estrema facilità, credo, e ancora non si è fatta vedere. Siamo messi proprio bene.»
Foster abbassò lo sguardo sul pavimento. «Per questo ho voluto contattare lei. Non ho nessuna sua referenza, non intendo nemmeno dire che il suo nome mi aveva ispirato in qualche modo più fiducia rispetto ad altri, ma comprenderà che sono disperato. La cava è sotto mia responsabilità. Se non trovo chi ha ucciso Guzman non potrò mai garantire l'incolumità dei miei operai e mi faranno chiudere. Il recinto che accerchia la caverna dove è avvenuto l'incidente col tempo cederà e questi animali saranno liberi di andarsene in giro a sbranare chi vogliono.»
Rivas vuotò il bicchiere con un sorso. «È sicuro di non avere altre informazioni che non mi ha riferito?»
«Non mi pare. No, ne sono sicuro, le ho detto tutto ciò che so.»
«Mi fido di lei, Foster. E quando intenderebbe organizzare questa scampagnata?»
«Per ora il problema principale è contattare il resto del gruppo che intendo formare. Il periodo festivo è alle porte. Tra sei giorni sarà Natale. Dovrò aspettare che passi la festività, ma non posso ritardare troppo. Lei ha degli impegni in questo periodo?
Evian scosse il capo. «Il Natale non lavoro mai, ma gli altri giorni non ci dovrebbero essere problemi. Il venticinque dicembre preferisco ritirarmi in preghiera, non so se mi capisce.»
«Ma certo, comprendo. Molte volte mi rimprovero di non essere sempre fedele al mio credo, ma per fortuna ci sono queste festività in cui non posso ignorarlo. La capisco, signor Rivas. Molto probabilmente ci sentiremo questi giorni per parlare del suo compenso, ma le voglio augurare comunque buone feste.»
Il cacciatore gli rivolse un sorriso tirato. «Gliele auguro anch'io.»

Doug si alzò da letto e lo salutò rapidamente con un cenno del capo, raggiungendo la porta e uscendo dalla stanza.
Mentre scendeva la scala, non poté non tirare un sospiro di sollievo.
È andata molto meglio del previsto. Si disse, sorridendo. Sono stato davvero fortunato.
Non poteva sapere che, poco più di una settimana dopo, quel pensiero si sarebbe rivelato completamente sbagliato.

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