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Ciò che si ritrovarono davanti li lasciò completamente senza fiato. Amy si lasciò sfuggire un'esclamazione di sorpresa mentre afferrava il braccio di Tom e indicava con dita tremanti il camper perfettamente integro parcheggiato al centro della piccola radura davanti a loro. Lo spiazzo di felci e muschio era largo appena quattro metri, circondato da alberi alti come piccole palazzine di quattro o cinque piani. Sottili raggi di luce filtravano tra le fronde, riflettendosi sulla carrozzeria metallica del veicolo.
Non ci posso credere. Pensò Su, avvicinandosi lentamente al mezzo. Che cosa diavolo ci fa un camper in un posto come questo?
Tom, dietro di lei, si stava chiedendo esattamente la stessa cosa.
Tenendo la pistola sollevata, Amy raggiunse la portiera laterale del mezzo e sbirciò l'interno del veicolo dal finestrino, ma non riuscì a individuare nulla per via di una patina di polvere che ricopriva il vetro. Srotolandosi la manica della camicia, afferrò il polsino con le dita e ripulì la superficie quel tanto che bastava perché riuscisse a guardarvi attraverso. Avvicinò nuovamente il naso al vetro e guardò dentro.
Dopo qualche secondo si ritrasse, disgustata. All'interno del mezzo erano state impilate decine di vecchie scatole di cibo take-away macchiate di unto e di salse scadute da tempo. L'odore era nauseante.
Su fece qualche passo indietro, e notò immediatamente un dettaglio che prima le era sfuggito. La portiera laterale era stata solo accostata, non chiusa. Confusa, afferrò la maniglia e aprì lo sportello, venendo investita in pieno volto dal lezzo del cibo avariato.
Coprendosi il volto con le mani, salì sul camper e avanzò lentamente verso il locale principale, la pistola lanciarazzi sollevata. Tom salì subito dopo di lei, esitando sull'uscio.
«C'è... qualcuno?» chiese, guardandosi attorno con aria tesa. Amy raggiunse la parete di fondo, accanto alla porta del bagno e risalì lungo l'abitacolo, studiando ogni angolo del veicolo, ma non vide altro che scatole di carta riciclata e bottigliette di plastica abbandonate.
«È vuoto. Credo sia qui da giorni.»
Lui annuì cupamente. «Qualcuno deve essere entrato nella caverna negli ultimi dodici giorni... e molto probabilmente non deve essere riuscito a uscire.»
Amy sentì una morsa gelida stringersi attorno al suo stomaco. Lanciò un'altra occhiata al retro del camper e alla porta aperta, rendendosi improvvisamente conto che Tom aveva ragione. In un angolo della sua mente, prese forma un pensiero. Dobbiamo andarcene di qui.
Tom le afferrò dolcemente le mani, guardandola negli occhi. «Non possiamo rischiare che il carnotauro torni e che attacchi anche questo mezzo. È l'unico modo che abbiamo per uscire dalla caverna senza correre rischi.»
Lei assentì con decisione. «D'accordo» si sistemò al posto del passeggero, appoggiando la pistola in grembo. «Guidi tu.»
Lui fece un mezzo sorriso e richiuse la portiera, sistemandosi sul sedile del guidatore e tornando subito serio. Frugò con la mano sotto il volante alla ricerca della chiave, che trovò inserita nel blocchetto di accensione. La girò e il motore si accese dopo qualche secondo. Amy trattenne il fiato mentre Tom fece manovra e partì a tutto gas lungo l'ampio pendio erboso che dalla radura raggiungeva lo spiazzo di roccia di fronte all'uscita della caverna.
Mentre avanzava, un ramo colpì il camper dal lato di Amy, mandando in frantumi lo specchietto laterale. Lei emise un gridolino per lo spavento e lui corresse leggermente la direzione. «Scusa.»
«Figurati. Continua a guidare» lo incitò lei, decisa. «Non rallentare!»
Pochi secondi dopo, il camper venne inondato dalla luce del sole e sbucò sull'altura rocciosa, curvando bruscamente a destra e dirigendosi verso la stretta apertura nella parete della caverna, dalla quale erano transitati solo quattro ore prima.
Appena il mezzo ripiombò di nuovo nell'oscurità, Tom accese i fari, che però facevano luce solo per pochi metri davanti a loro. Amy sussultò quando il mezzo sprofondò per qualche decina di centimetri una pozza d'acqua e risalì dall'altra parte.
«Siamo quasi fuori» sussurrò Tom, lo sguardo puntato in avanti.
Amy, però, sapeva che non era ancora finita. A meno di qualche centinaio di metri da lì, ci sarebbe stato ancora Foster ad aspettarli. Amy sfiorò con il dito il grilletto della pistola. Non avrebbe esitato a usarla.
In lontananza, comparve una luce. L'uscita della caverna.

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