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Ramirez osservò a lungo lo sguardo stanco di Perez, rinunciando a credere che il dottore si stesse prendendo gioco di lui.
"Mi perdoni, ma stento a credere che non conosca i dinosauri."
Prese il bicchiere di caffè che Marcia gli aveva appena lasciato sulla scrivania e iniziò a sorseggiarlo con calma, mentre cercava di riordinare rapidamente tutte le informazioni che gli erano appena state riferite da Perez.
E se davvero non conoscessi l'animale che ha ucciso l'operaio? Gli pareva insolito, ma in quel momento gli sembrava l'ipotesi più credibile.
Quando aveva letto la notizia sul giornale la prima volta, dodici giorni prima, non era riuscito a dormire per tutta la notte. Il giorno seguente non aveva fatto altro che riguardare in continuazione l'articolo nella speranza che qualche dettaglio che non aveva notato prima gli saltasse all'occhio, ma il testo era sempre lo stesso e, come al solito, non faceva che procurargli gli stessi incubi.
Non appena tornava a casa dal lavoro consultava tutte le enciclopedie che possedeva di animali autoctoni della zona o che potessero in qualche modo aver esteso negli anni il loro areale raggiungendo quella regione da territori o stati confinanti, ma sembrava che quella creatura fosse un fantasma.
Dopo una sola settimana aveva cominciato a consultare in ogni momento la biblioteca pubblica e si era comprato un laptop per essere costantemente su Internet.
In quegli ultimi tempi si era ritrovato ad ignorare spesso il lavoro, si svegliava tardi, passava le notti in bianco e, col tempo, aveva iniziato ad esagerare con l'alcool, che gli sembrava essere l'unica consolazione in tutta quella storia.
Si vergognava di se stesso, ma non gli dava comunque molta importanza. L'unica cosa che gli interessava in quel momento era scoprire che animale fosse l'assassino di quell'operaio.
Fino a quel giorno la sua ricerca non aveva portato a niente. Pile di scarabocchi con appunti e foto di numerosi animali carnivori riempivano ogni stanza della sua abitazione, ma ognuno con una marcata croce rossa di pennarello sopra.
Devo riprendere in mano la mia vita. Pensò, terminano il caffè e cercando di concentrarsi sull'uomo che gli sedeva di fronte. Hernando non era credente, ma in quel momento gli pareva che una qualche divinità o forza sovrannaturale avesse cercato di aiutarlo facendogli conoscere il dottor Perez.
«Le sue osservazioni sono piuttosto convincenti e si basano su prove concrete» disse, incrociando le mani sulla scrivania, «ma la sua ultima domanda mi ha lasciato al quanto perplesso. Cosa le fa supporre che si tratti di un dinosauro? Insomma, mi pare di aver capito che anche lei sia a conoscenza che si siano estinti.»
Perez non reagì alla provocazione, e rispose con pacatezza. «Ad essere sincero, la verità è un po' più complessa. Vede, io non so se si tratta di un dinosauro o di un altro animale semplicemente perché, come ha appena detto, so che sono estinti. O almeno, lo credo.»
Hernando corrugò la fronte. «Lo crede? Non mi sembra un argomento discutibile.»
«In realtà penso che lo sia eccome. Vede, né io né lei molto probabilmente abbiamo mai visto un dinosauro vivo, ma questa non è necessariamente una garanzia sulla loro estinzione.»
Ramirez continuava a non capire. Se avesse chiesto a qualsiasi persona che conosceva - esperta o meno sull'argomento - le avrebbe risposto che i dinosauri si erano estinti decine di milioni di anni fa.
«Non è una garanzia? Si spieghi per favore.»
Il dottore si schiarì la voce. «Lei conosce il celacanto?»
Hernando annuì.
«Il celacanto» riprese Perez, «fino agli anni trenta del novecento era ritenuto estinto dal periodo Cretaceo fin quando, nel 1939, non ne fu pescato un esemplare vivo in Mozambico. Cosa sarebbe successo se quel giorno fosse piovuto? Nessuno sarebbe andato a pesca e quindi quell'esemplare non sarebbe mai stato scoperto, e oggi per noi sarebbe ancora semplicemente un fossile. Non pensa che potrebbe essere così anche per altri animali oggi ritenuti estinti?»
Il guardacaccia sapeva che c'erano molti che la pensavano così, ma quell'informazione comunque non rappresentava una prova su cui potersi basare.
«Il celacanto è un animale marino» ribatté, deciso, «vive a grandi profondità dove la luce non riesce ad arrivare e non raggiunge le dimensioni di un tirannosauro. Ovvio, il fatto che sia stato pescato è stata una grande fortuna, altrimenti fino ad oggi sarebbe stato piuttosto improbabile scoprirlo, ma solo perché si conosce pochissimo dei fondali oceanici e l'animale si sarebbe potuto nascondere con facilità. Ora mi potrebbe spiegare come farebbe un dinosauro a nascondersi sulla terraferma?»
Perez finì il caffè in un sorso e si asciugò le mani sudate sui pantaloni grigi.
«In realtà è piuttosto semplice la risposta alla sua domanda, più di quanto non possa sembrare. Me la sono posta anch'io, ovviamente, e mi sono risposto quasi subito. Foreste tropicali, catene montuose difficili da raggiungere, grandi fiumi o, addirittura, complessi sistemi sotterranei. Le possibilità sono molte, ma se teniamo conto delle caratteristiche del territorio che ci circonda, possiamo escludere già le prime tre.»
Ramirez cominciò a sentire il battito accelerare e un brivido percorrergli la spina dorsale. Il quadro aveva appena cominciato a comporsi, ma non era altro che un castello di carte costruito controvento. L'equilibrio era precario.
«Quindi sta suggerendo che questo dinosauro sia sopravvissuto in alcune caverne della zona? Io non ne conosco quasi nessuna.»
Perez gli rivolse un rapido ghigno. «Per forza, altrimenti lo avrebbero già scoperto.»
«Dove lavorava l'operaio quando è deceduto? Mi pare poco più a sud di qua, ad un paio d'ore di macchina o meno.»
Il dottore annuì. «La Mina de Calchquíes.»
«Lei per caso sa se è una zona con... caverne o robe simili?» chiese Hernando, senza sperarci troppo. L'esitazione di Perez contribuì ad aumentare il suo scetticismo.
«In realtà un paio d'anni fa ho chiacchierato con un operaio durante una pausa all'ospedale e, tra una cosa e l'altra, mi ha detto che la cava era stata costruita in un brutto territorio. La zona più meridionale, mi sembra di ricordare, franava molto spesso ed era difficile lavorarci. Crolli come quelli solitamente indicano terreni marci, con spaccature o vuoti che molte volte non riescono a reggere la gravità e cedono. Era lì perché il suo braccio si era maciullato sotto ad una pioggia di pietre in caduta libera. Penso proprio glielo abbiano amputato.»
Hernando non aveva intenzione di immaginarsi la scena e preferì concentrarsi sul resto del discorso.
«La zona sud? Quindi lei crede che sia da lì che è emerso il dinosauro?»
Perez annuì. «Ne sono praticamente convinto e, in un attimo, lo potrà essere anche lei.»
«Come?»
«Ha qui il cellulare?» gli chiese. Hernando annuì.
«Vada su Internet e digiti "Mina de Calchquíes". Nella prima pagina entri nel sito ufficiale della regione e legga il trafiletto. Vedrà che sarà subito d'accordo con me.»
Ramirez estrasse il nuovo modello di cellulare dalla tasca e seguì le istruzioni, entrò nella pagina e lesse rapidamente le sei righe.
Si sentì come investire da un'auto in corsa. Non riusciva crederci.
Rilesse il testo altre tre volte, ma capì subito che era inutile. Diceva sempre la stessa cosa.
«Il direttore ha ottenuto l'autorizzazione per ampliare la cava» sussurrò, incapace di continuare. Si fece forza, deglutendo. «Di un altro chilometro quadrato verso sud.»
Perez annuì con un mezzo sorriso ed un'ombra di preoccupazione nello sguardo.
«Hanno cominciato i lavori dodici giorni fa e, dodici giorni fa, un operaio è stato brutalmente sbranato vivo da un animale misterioso.»

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