Il guardacaccia Pedro Santos stava camminando con passo rapido lungo il corridoio del Palazzo della Regione di Salta. Pochi minuti prima, Marcia era venuta a chiamarlo in ufficio per conto del suo superiore, Hernando Ramirez.
Santos, scettico in un primo momento, aveva seguito la segretaria fin nel corridoio, dove lei lo aveva preso da parte e lo aveva fissato negli occhi con aria parecchio seria, che contribuiva solo a renderla ancora più sgradevole.
«Ramirez è stato molto chiaro a questo proposito» si era avvicinata di più al suo viso facendolo quasi star male per la puzza di fumo e si era schiarita la voce. «Qualunque cosa ti comunicherà, mi ha specificato di dirti, non dovrai prenderla come una specie di scherzo o un tentativo di riappacificare i rapporti. Chiaro?»
Lui aveva annuito, sperando che quella specie di terzo grado finisse al più presto.
La donna gli aveva ancora lanciato un'occhiata per assicurarsi che non la stesse prendendo in giro.
Poi, mentre si allontanava verso la parte del corridoio, si era voltata nuovamente.
«Ah, signor Santos. Da quel poco che mi ha riferito sembrava una faccenda molto seria. So poco, quasi niente, ma non lo ho mai visto così. Penso potrà sorprenderti.»
Inizialmente, dopo aver sentito quelle parole poco incoraggianti, aveva semplicemente finto di aver compreso e si era diretto vero l'ufficio del suo superiore, sul lato opposto del piano. Solo quando aveva cominciato ad intravedere la porta, ormai a pochi metri, aveva iniziato a sentirsi un nodo sempre più forte attorno allo stomaco.
Pedro conosceva Hernando praticamente da sempre. Avevano frequentato gli studi nella stessa classe dalle elementari, e non si erano mai separati nemmeno al momento della scelta della scuola superiore prima e universitaria dopo.
L'unica cosa che li aveva divisi era stata la fermezza e la tenacia che contraddistingueva il carattere di Ramirez, che gli aveva fatto guadagnare quel posto in cima alla piccola piramide dei guardacaccia.
E se Marcia avesse semplicemente voluto scherzare? Ci aveva pensato fino a quel momento, ma l'immagine della sua serietà dipinta sul viso della donna gli era parsa troppo convincente per essere falsa. E se avesse ragione, a che proposito?
Anche se conosceva il suo superiore meglio di chiunque altro all'interno di quel palazzo, in quel momento gli pareva di non sapere più neppure chi fosse.
A soli quarant'anni, Hernando aveva praticamente vissuto l'intera vita di più uomini messi insieme. Un primo matrimonio fallito dopo soli tre anni e un secondo dopo neanche due, lo avevano spinto a optare per uno stile di vita decisamente inusuale e alquanto discutibile, che però non aveva mai recato veri danni a nessuno.
Quello che però aveva turbato entrambi, per motivi diversi anche se collegati, erano stati quegli ultimi dodici giorni, da quando i giornali avevano diffuso la notizia che l'operaio di una cava vicina era stato brutalmente sbranato vivo da un animale misterioso. Appena aveva letto la notizia, Ramirez si era chiuso nel suo ufficio e, la sera stessa, ne era uscito con un'espressione stravolta, che si poteva vedere solitamente sul viso di chi ha ricevuto una cattiva notizia inattesa e senza alcun preavviso.
Santos si era chiesto se fosse stato quell'articolo o altro a provocare all'amico quella reazione improvvisa che si era poi tramutata nel giro di una settimana in qualcosa di molto simile alla depressione.
L'unica cosa che però continuava ad ammirare in lui era la sua dedizione al lavoro. In quello che sembrava preannunciarsi come un periodo buio della sua vita, non era ancora mancato una sola volta nel suo ufficio.
La professionalità sta alla base del controllo. Quel detto era di suo padre. Da piccolo, Pedro, se lo era sentito ripetere molte volte e, con gli anni, ne aveva fatto tesoro.
In quel momento della sua carriera lavorativa non aveva veri e propri sottoposti, ma era bastata la sua determinazione in alcune operazioni sul campo a guadagnarsi la fiducia collettiva di tutti i suoi colleghi, che lo prendevano sempre come guida.
Mentre si ridestava dai suoi pensieri, alzò di poco lo sguardo ed individuò la porta dell'ufficio di Ramirez esattamente alla sua sinistra. Si fermò davanti ed inspirò.
Un altro pensiero si fece strada in lui, mentre le parole di Marcia gli risuonavano nella mente.
"Qualunque cosa ti dirà, mi ha detto di dirti, non dovrai prenderla come una specie di scherzo."
E se ha intenzione di licenziarmi? O peggio, di licenziarsi?
Le due ipotesi sarebbero sembrate prive di senso fino ad un mese prima, ma in quell'ultimo periodo il rapido decadimento dell'amico lo spinse a pensare che forse Hernando poteva ancora sorprenderlo.
Scosse il capo. No, non credo sia questo quello che vuole di comunicarmi.
Mentre si sistemava la camicia nei jeans, capì anche di aver già commesso un errore.
La lampada sul tavolino di età coloniale posta nell'angolo del corridoio era una fonte di luce molto potente, che illuminava il corridoio per un raggio di quasi sei metri e, molto probabilmente, doveva aver evidenziato le ombre dei piedi di Santos ferme sotto la porta dell'ufficio.
Si passò allora una rapida mano tra i capelli e bussò. Come toccò la porta questa si spalancò, rivelando la figura del guardacaccia. Il volto scavato, le occhiaie e la barba incolta lo facevano somigliare più ad un senzatetto che ad un guardacaccia provinciale, ma Santos cercò di non farglielo notare. Quella prima occhiata lo aveva già turbato.
«Pedro, sono felice tu sia venuto» gli rivolse un rapido sorriso, «vieni dentro, credo di doverti comunicare notizie piuttosto importanti.»
Ramirez si fece da parte e lo fece accomodare su una delle sedie poste di fronte alla scrivania, mentre lui si sedette dall'altro lato, non perdendo mai di vista l'amico un solo secondo.
A Pedro parve quasi di trovarsi in una scena di un poliziesco, in cui lui era decisamente il sospettato.
Gli unici dettagli che cambiavano erano la luce del sole che filtrava nella stanza al posto di una fonte di luce artificiale in una stanza buia e l'arredamento di quel piccolo ufficio che non caratterizzava decisamente un sala da interrogatorio.
Hernando, di fronte a lui, sollevò l'articolo di giornale che parlava della morte dell'operaio e lo indicò, improvvisamente serio. Pedro guardò prima lui e poi l'articolo, cercando di non mostrarsi frustrato. Semplicemente annuì
Dopo dodici giorni ancora quel maledetto testo?
«Nessuno di voi ha capito a che animale si riferisce l'articolo? Sapete se sono emersi altre notizie inerenti a questa?» domandò Ramirez.
Santos scosse il capo, stringendosi nelle spalle. «Nulla in realtà.»
«E non avete elaborato una possibile risposta? Delle ipotesi?»
L'amico fece ancora cenno di no con la testa, cominciando a spazientirsi. È per questo che sono qui?
Ramirez sospirò, anche se poi cambiò subito espressione. Lo fissava con un ghigno divertito. «Io pensò di sì.»
Santos aggrottò la fronte e gli rivolse uno sguardo incuriosito. Era quasi impossibile che Hernando avesse trovato una corrispondenza quando tutte le prove che avevano a disposizione si annullavano a vicenda. Il quadro generale non reggeva, come un castello di carte costruito con fiammiferi, aghi, foglietti e mozziconi di matita.
Nessun'altro della squadra si era avvicinato ad una risposta plausibile.
«In base a che indizi?» gli chiese, «Voglio dire, non c'è praticamente nulla che non abbiamo già provato che possa aiutare ad individuarlo.»
Hernando continuò a sorridere. «È questo il bello. Ho appena avuto un colloquio con l'anatomo patologo che ha effettuato l'autopsia sul corpo dell'operaio una decina di giorni fa. Se n'è andato via da appena cinque minuti.»
«Lo hai chiamato tu?»
Ramirez scosse il capo. «Era preoccupato quanto me. Ovviamente, non ha potuto spiegarmi molto sia per via del segreto professionale, e anche perché le informazioni di base le avevo già apprese dai giornali» gli rispose, indicando l'articolo, «soprattutto perché quello non era il motivo principale per cui era venuto. Alla fine si è semplicemente limitato ad esporre la sua teoria in proposito. E, per quanto possa apparire ridicola in un primo momento, ti assicuro che regge. Molto probabilmente ti sarà difficile credermi, ti capisco, anch'io non ero molto convinto inizialmente, ma credo possiamo trovarci di fronte alla prova che i dinosauri non si siano estinti, Pedro. Lo ho detto a Marcia, e lo dico anche a te ora: non sto scherzando, penso davvero che siano stati dei dinosauri a sbranare quell'operaio.»
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Crono
Science FictionStoria vincitrice nella categoria SCIENCE FICTION ai Premi Wattys 2020 [In revisione, non su Wattpad] Nel nordovest dell'Argentina, in una cava di sabbia, un operaio viene brutalmente sbranato vivo da un animale misterioso, morendo nell'infermieria...